Lo scontro sulla delega fiscaleSconti prorogati sulla benzina e nessun aumento delle tasse, dice il sottosegretario Freni

«Il centrodestra non ha mai chiuso la porta ad un accordo, anzi, ha cercato sino all’ultimo di evitare lo scontro. Una mediazione, dunque, è sempre possibile, ed anzi è auspicabile: a condizione di tenere nella giusta considerazione le politiche fiscali che da sempre caratterizzano il centrodestra», spiega l’esponente della Lega

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Mercoledì 13 aprile il presidente del Consiglio Mario Draghi incontrerà le delegazioni di Lega e Forza Italia per discutere dei nodi della delega fiscale. E poi gli altri leader dei partiti per provare a trovare un compromesso. Il ddl è appeso a un filo. Ma il sottosegretario all’Economia Federico Freni, della Lega, al Messaggero dice che la mediazione è possibile: «Il centrodestra non ha mai chiuso la porta ad un accordo, anzi, ha cercato sino all’ultimo di evitare lo scontro. Una mediazione, dunque, è sempre possibile, ed anzi è auspicabile: a condizione di tenere nella giusta considerazione le politiche fiscali che da sempre caratterizzano il centrodestra».

Freni ribadisce che «siamo tutti parte di una maggioranza molto eterogenea, che nasce nell’emergenza e per far fronte all’emergenza, non certo per fare scelte di politica economica così radicali e divisive. Senza un accordo qualsiasi riforma è su un binario morto, a maggior ragione quella del fisco».

Ma il governo non rischia: «Fatico davvero ad accettare la retorica del dentro-fuori. È come sbattere i pugni sul tavolo durante una discussione: fa rumore, ma non conferisce più forza agli argomenti. Mette a rischio il governo chi rifiuta ogni mediazione, non chi cerca in ogni modo di trovare un accordo. Ed allora ribadisco: la Lega e il centrodestra sono e restano leali agli impegni di governo, ma senza che ciò significhi accettare supinamente riforme proposte dalla sinistra».

Secondo Freni, con il sistema duale proposto nella delega fiscale – la separazione della tassazione delle persone da quella dei capitali – l’aumento delle tasse sugli affitti e sui Btp «non è un rischio, è una certezza. Per fare un esempio, oggi la tassazione dei titoli di stato è al 12,5%, quella degli affitti convenzionati al 10%. Nel sistema duale puro, che prevede una aliquota per i redditi da lavoro ed una per quelli da capitale, la tassazione raddoppierebbe. Anche se si accettasse la via intermedia e temporanea di due aliquote invece di una, ci sarebbe comunque un aumento consistente».

Poi c’è la revisione del catasto. «Anche in questo caso il centrodestra ha proposto una mediazione, altri hanno preferito lo scontro», dice Freni. «Sono stupito peraltro di come nessuno tenga in considerazione gli effetti indotti di una revisione dei valori catastali come, ad esempio, quelli che si produrrebbero sull’Isee e sui benefici che perderebbero le famiglie meno abbienti».

Dopo la riduzione da 5 a 4 delle aliquote fiscali Irpef, l’accordo di maggioranza prevedeva una nuova riduzione da 4 a 3. «L’obiettivo è continuare in legge di bilancio il percorso virtuoso già avviato dal governo lo scorso anno. Forse se ci concentrassimo tutti su quanto di buono potremmo fare in quella sede piuttosto che affannarci e dividerci su iperboli di teoria fiscale faremmo davvero un buon servizio agli italiani», dice il sottosegretario.

Intanto, il governo sta preparando un nuovo decreto da 5 miliardi. «Daremo continuità alle politiche di sostegno a famiglie e imprese: proroga del taglio delle accise, della riduzione Iva sul gas, azzeramento degli oneri di sistema per le categorie più deboli, supporto alle imprese più energivore. Insomma continueremo a garantire sostegno al Paese, con tutti gli strumenti che saranno necessari».

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