Il calcoloSecondo l’Iss, le morti per Covid in Italia sarebbero sovrastimate del 10%

Lo spiega l’indagine redatta da Istat e Istituto superiore di sanità, partendo dalle certificazioni compilate dai medici. Ieri, 64.951 nuovi casi, con la variante Omicron dominante al 100%, e 149 decessi

LaPresse

Ieri, in Italia, si sono registrati 64.951 nuovi casi Covid, con la variante Omicron dominante al 100%, e 149 decessi. Il numero dei morti continua a essere alto. Ma secondo l’indagine redatta da Istat e Istituto superiore di sanità sulle cause di morte degli italiani, partendo dalle certificazioni compilate dai medici, nel nostro Paese i decessi per il Covid-19 sarebbero sovrastimati del 10% rispetto agli altri Paesi europei.

Come riporta il Corriere, nove certificati su dieci «attribuiscono al virus la causa direttamente responsabile del decesso». In una scheda su dieci la «morte è dovuta ad altre cause, tra le quali le più rappresentate sono le malattie del sistema circolatorio e i tumori». Questo è quello che spiega il geriatra dell’Iss, Graziano Onder.

Il campione di certificazioni redatto dall’Iss è sufficientemente rappresentativo, per età, provenienza geografica, patologie, dei decessi Covid nel complesso. Dunque è possibile, aggiunge Onder, che nel confronto con l’Europa l’Italia abbia una sovrastima di circa il 10% di morti Covid.

Considerando che da inizio pandemia abbiamo appena raggiunto le 161.336 vittime, contabilizzate dal sistema di sorveglianza del ministero della Salute su dati forniti dalle Regioni, circa 16mila decessi sarebbero avvenuti «con» il Covid e non «per» il Covid. Ecco perché l’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto come unico metodo attendibile il calcolo dell’eccesso di mortalità rispetto ai quattro-cinque anni precedenti al 2020.

«Restituisce una fotografia più attendibile dell’impatto del Covid sulla mortalità perché ogni Paese li ha calcolati come ha creduto, il Regno Unito ad esempio ha escluso dal conteggio delle morti Covid quelle avvenute dopo 28 giorni dal contagio, noi invece ricomprendiamo tutti», segnala Onder.

L’Italia quindi avrebbe molte più vittime dei Paesi nordici, molte più della Germania, mentre sarebbe in linea con la Francia. E avrebbe molti meno decessi della gran parte dei Paesi dell’Est Europa, in primis della Polonia, e del Belgio, se confrontiamo l’eccesso di mortalità del 2020 e del 2021 rispetto agli anni precedenti.

Nel confronto di questi ultimi sette mesi e mezzo, il nostro Paese si piazza al dodicesimo posto in Europa per morti Covid calcolati per milioni di abitanti, ma è al sesto posto nella speciale classifica di immunità vaccinale della popolazione con quasi l’80% di «coperti» almeno con una dose. Le due classifiche, messe in relazione tra loro, però non hanno senso. «Perché il calcolo di morti Covid per abitanti non è un parametro attendibile», segnala Onder. Ci sono infinite variabili che diventano concause.

Giocano elementi culturali, come il clima che incide «sul tasso di socialità della popolazione: infatti Spagna e Italia sono più colpite rispetto ai Paesi nordici dove la vita è più solitaria», segnala l’esperto. C’è la tenuta del sistema sanitario, soprattutto il numero di posti letto in terapia intensiva, classifica in cui svetta la Germania rispetto ad altri Paesi. C’è soprattutto l’elemento dell’età della popolazione, considerando che l’Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo, dopo il Giappone.

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