Propaganda sulle tasseIl dietrofront di Salvini e Tajani sulla delega fiscale

Nell’incontro con i leader di Lega e Forza Italia, Draghi – come aveva già fatto – ha ripetuto che non saranno aumentate le imposte per gli italiani. E ora si lavora a un accordo in vista del 2 maggio, quando il provvedimento arriverà in aula alla Camera. «Non vogliamo far cadere il governo», assicurano entrambi

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

Sarà una Pasqua di lavoro sulla delega fiscale. L’arrivo del provvedimento in aula era fissato per martedì 19 aprile, ma slitta dopo il 2 maggio. In modo da trovare un accordo per quella data, dopo l’atteso incontro di ieri dei leader del centrodestra con Mario Draghi.

«Abbiamo trovato un’ampia disponibilità da parte di Draghi a risolvere i problemi», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini all’uscita da Palazzo Chigi. L’incontro «è stato positivo, distensivo. Nelle prossime ore si lavorerà per risolvere i problemi». L’importante è che ci sia «la certezza che nessuno paghi un euro in più. Dopo Pasqua si chiarisce definitivamente che non ci saranno nuove tasse».

Concetti che Salvini ripete in un’intervista al Corriere, precisando che «non è vero» che la Lega voglia far cadere il governo. «La novità importante», spiega, «è che c’è la disponibilità del governo a cambiare il testo. Se ci fossimo seduti e ci avessero detto di prendere atto che il testo è immodificabile, sarebbe stato molto diverso. E invece, insieme a tutto il centrodestra di governo, abbiamo ascoltato parole diverse. Ci lavoreremo a Pasqua e a Pasquetta, ma contiamo di portare l’esecutivo su posizioni condivise di equilibrio».

Draghi in realtà aveva già detto che non sarebbero state aumentate le tasse. Salvini sostiene che invece «c’era il rischio, che è stato riconosciuto, che con il cosiddetto “sistema duale” potesse aumentare la tassazione sugli affitti o sui titoli di Stato, più in generale sul risparmio. Noi pensiamo, e sulla carta dicono di pensarlo tutti, che la pressione fiscale non possa aumentare. Letta ci ha detto che facciamo solo propaganda, ma è stato smentito dal governo stesso: ci è stato confermato che abbiamo sollevato preoccupazioni fondate».

E sul catasto «abbiamo chiarito che un conto è far emergere il sommerso, un altro l’applicare i valori di mercato agli estimi catastali che farebbero scattare gli aumenti. Ho anche segnalato un tema che mi sta particolarmente a cuore, la rottamazione delle cartelle esattoriali». E il premier «mi è sembrato interessato». «Una bella pace fiscale e abbiamo due finanziarie già coperte», dice il leader leghista.

Parole concilianti, dopo l’incontro con Draghi, arrivano anche dal vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani. «Noi siamo soddisfatti: siamo andati a Chigi con spirito costruttivo, per essere rassicurati sul fatto che le misure che saranno approvate su casa e sul cosiddetto sistema duale, cioè le tasse su affitti e altri redditi da capitale, non aumenteranno la pressione fiscale», spiega a Repubblica. Draghi ha ripetuto «che non intende aumentare le tasse. E noi gli crediamo».

Tanto rumore per nulla, insomma. Ma Tajani, come Salvini, ripete che «è importante avere constatato la disponibilità del premier a confrontarsi. Non è irrilevante il fatto che si sia deciso di far sedere i tecnici per trovare un testo di compromesso che sia la base dell’accordo finale». E precisa: «Nessuno ha mai pensato di far cadere il governo in un momento di emergenza come l’attuale, con la guerra, la pandemia e i rincari. Proprio perché c’è una situazione di crisi non è ammissibile pensare di gravare sulle tasche degli italiani».

Resta il fatto che, secondo Tajani, «la riforma del catasto, in particolare, adeguando le rendite ai valori di mercato è in sostanza l’avvio di una patrimoniale. E fa sballare i parametri Isee con cui si accede a diverse agevolazioni, dall’asilo all’acquisto di testi scolastici. Il Pd ci attacca proprio perché la vuole, la patrimoniale. Ma Letta non si illude: su questo faremo sempre battaglia».

Dal Partito democratico, intanto, arrivano le accuse al centrodestra di voler fare solo propaganda. «Il centrodestra fa propaganda e va a protestare su questioni su cui Draghi ha già chiarito tutto il chiaribile», ha detto il segretario Enrico Letta, che ieri ha incontrato i sindacati.