IL GRANDE TURNOVER
Negli Stati Uniti, il tasso di turnover volontario nel lavoro è del 20% più alto rispetto al periodo pre pandemia. E pure in Italia, nonostante i numeri più piccoli, il 72% delle grandi aziende e multinazionali coinvolte nel Global Talent Trends prevede un ricambio di personale. Nel nuovo mondo del lavoro ibrido e remoto, il grande rimescolamento – più che la grande dimissione – sembra essere destinato a durare.
Sindrome dell’abbandono E le aziende dovrebbero prepararsi a una nuova “cultura delle dimissioni”, ha scritto Axios. Che non vuol dire rinunciare a lavorare, ma semplicemente cambiare lavoro più frequentemente di prima. Tanto che potrebbe servire in futuro anche un numero maggiore di recruiter per gestire il carico di nuove assunzioni ed evitare che alcuni ruoli restino scoperti a lungo. Secondo una ricerca di Gartner, un’azienda tipica – che di solito aveva un ricambio di circa un quinto dei suoi dipendenti prima della pandemia – ora potrebbe perderne quasi un quarto ogni anno.
Asso nella manica E questo anche grazie, o a causa, della diffusione di contratti di lavoro flessibili e a tempo, che non prevedono grossi obblighi legali verso le aziende. E che quindi, visti da questo punto di vista, sono ora l’asso nella manica per chi vuole cambiare lavoro ed è alla ricerca di condizioni migliori. Anche perché:
- con il boom del lavoro da remoto, la prateria degli annunci si amplia: la domanda di lavoro non arriva più solo dalle aziende vicine e ci sono molte più opzioni a disposizione;
- con il lavoro ibrido, anche le relazioni tra colleghi sono più sfilacciate e quindi è più semplice di prima direi addio al vecchio ufficio;
- sette lavoratori su dieci considerano ormai la possibilità di fare smart working come uno dei requisiti decisivi nella scelta del posto in cui lavorare.
Altro che antiwork Anche i numeri italiani ci dicono che le dimissioni sono legate al passaggio da un lavoro all’altro. E anche da noi sono soprattutto quelli che hanno un contratto a tempo determinato a dire addio al vecchio capo. Secondo una nuova analisi di Francesco Armillei, dalla fine del 2020 il tasso dei dimessi che trova un lavoro entro una settimana ha cominciato a salire in coincidenza con la seconda ondata di Covid-19, raggiungendo un picco del 40%, per restare poi sopra la media degli anni passati per tutto il 2021 in concomitanza con il rimbalzo del Pil. Anche se l’ordine di grandezza di quelli che hanno trovato lavoro in un settore o in una professione diversa dalla precedente in Italia non è tale da poter parlare di “great reshuffle”, ovvero grande rimescolamento.
Ma chi sono i dimissionari italiani?
- Uomini: il tasso di rioccupazione a un mese maschile è più elevato di quello delle donne di circa 10 punti;
- Quarantenni: i lavoratori tra i 40 e i 49 anni sono quelli con il tasso di rioccupazione a un mese più elevato, seguiti dai 30-39enni e poi da 15-29enni e 50-64enni.
- Laureati (ma non solo): il tasso di rioccupazione a un mese post-dimissioni cresce nettamente al crescere del titolo di studio. Per chi ha un titolo di studio terziario è quasi doppio rispetto a chi invece non ne possiede alcuno, ma allo stesso tempo l’aumento nel 2021 è trainato soprattutto da chi ha la licenza media o nessun titolo.
Il mercato dei candidati Il punto è che è aumentata la possibilità di scelta per i lavoratori: il rapporto tra offerte di lavoro e tasso di disoccupazione in Europa è cresciuto del 73% rispetto al 2019, con conseguente spostamento del potere decisionale dalle aziende ai candidati. L’analisi delle offerte di lavoro postate su Indeed evidenzia che in Italia, a fronte di un calo del 40% in piena pandemia, a partire da maggio 2021 si è registrata una crescita costante, con un picco di incremento del +58% a marzo 2022. Per ogni 100 opportunità lavorative esistenti pre-pandemia, oggi ne esistono 158.
Torna il team building Non solo. Chi cerca lavoro oggi è più esigente nella scelta, riducendo il numero delle candidature inviate e aumentando il tempo trascorso a leggere le recensioni aziendali. E i responsabili delle risorse umane dicono ormai che la chiarezza sulla missione aziendale, la flessibilità e la capacità di promuovere una cultura forte sono decisivi tanto quanto i contratti e i salari. Non a caso negli Stati Uniti, i ritiri aziendali, ora più di prima, sono già diventati un must per costruire quelle relazioni tra colleghi che forse fanno riflettere due volte prima di abbandonare l’ufficio.
A SUON DI DECRETI
Seconda versione Dopo la prima approvazione in consiglio dei ministri del decreto aiuti da 14 miliardi, il governo ha introdotto alcune novità in merito al bonus una tantum da 200 euro, allargandolo – oltre a dipendenti e pensionati con redditi fino a 35mila euro – anche a disoccupati, percettori del reddito di cittadinanza, stagionali, autonomi, colf e collaboratori domestici. E per i capoluoghi di provincia che vivono una difficile situazione di bilancio, si apre la possibilità di alzare dello 0,2 l’Irpef comunale o di introdurre una tassa d’imbarco da 2 euro per chi transita da porti e aeroporti. La misura potrebbe riguardare 4,5 milioni di italiani.
Niente extradeficit Il decreto, delle dimensioni che si avvicinano a quello di una manovra, è ancora in fase di assemblaggio sulle coperture, visto che verrà finanziato senza ricorrere a un altro scostamento di bilancio. Le risorse dovrebbero arrivare soprattutto dall’innalzamento della tassa sugli extraprofitti delle società energetiche dal 10 al 25%. Per diverse aziende, però, si tratta di una norma incostituzionale e alcune hanno già annunciato che faranno ricorso.
Il nuovo fisco Dopo un vertice di centrodestra e l’incontro tra il premier Mario Draghi e il leader della Lega Matteo Salvini, si sarebbe trovata l’intesa sulla delega fiscale e la riforma del catasto. Salvini ha detto di aver sventato l’introduzione della patrimoniale, ma le modifiche ottenute sono più di immagine che sostanziali, come spiega il fact checking de Lavoce.info.
- Calendario La riforma era attesa alla Camera per il 9 maggio, ma l’appuntamento è slittato per mettere a punto un testo che possa essere votato da tutti. In settimana dovrebbe partire, dopo un accordo di maggioranza, anche la discussione sulla legge annuale sulla concorrenza.
Profondo rosso Martedì 10 maggio l’Istat pubblica i dati della produzione industriale italiana a marzo e la nota mensile sull’andamento dell’economia. Ma, tra rincari e scarsità di materie prime, il Centro studi di Confindustria ha già stimato un calo della produzione industriale del -2% a marzo e del -2,5% ad aprile, dopo il rimbalzo di febbraio (+4,0%) seguito alla caduta di dicembre e gennaio.
LO STATO DELLE SANZIONI
Divisi sul petrolio Nel giorno della parata di Putin nella piazza Rossa di Mosca, il presidente francese Emmanuel Macron avrebbe voluto presentarsi a Strasburgo per celebrare la festa dell’Ue con il sesto pacchetto di sanzioni pronto. E invece resta ancora l’opposizione ungherese sull’embargo al petrolio russo (chiesto anche dal G7). E il pacchetto è slittato alla prossima settimana. Per Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Bulgaria si prevede lo stop al greggio di Mosca solo dal 2025. Ma restano anche da risolvere questioni tecniche legate alla riconversione delle infrastrutture.
- Secondo il commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni, serviranno almeno nove mesi per lo stop totale al petrolio russo.
Paracadute europeo Mentre si lavora a un compromesso, la Commissione europea starebbe mettendo a punto un nuovo fondo da 200 miliardi per sostenere i Paesi più esposti allo shock energetico della guerra. L’idea sarebbe quella di fare ricorso alla riserva rimasta inutilizzata del Next Generation Eu.
… e intanto L’indice Pmi manifatturiero della Russia ad aprile è aumentato a 48,2, con il rublo tornato ai livelli del 2020. E il surplus commerciale cinese il mese scorso è arrivato a 51,12 miliardi, con l’export sopra le attese. Il fatturato commerciale tra Russia e Cina nei primi quattro mesi del 2022 è cresciuto del 25,9% rispetto a un anno fa.
TASSI, TASSI, TASSI
Dalla Fed… La Federal Reserve ha alzato i tassi di mezzo punto e ridotto il portafoglio titoli. Si tratta del primo rialzo di questo tipo da vent’anni, ma si prevede che la stretta continuerà. L’inflazione americana è arrivata all’8,5% a marzo, e per questo è fondamentale l’appuntamento di mercoledì 11 maggio, quando si svelerà il dato di aprile, per capire se il picco dei prezzi è stato raggiunto.
… alla Bce Nella stessa giornata la numero uno della Banca centrale europea Christine Lagarde parlerà al Parlamento europeo. Un intervento atteso perché i mercati ritengono ormai scontato un rialzo dei tassi europei entro l’anno.
- L’ex commissario Ue Olli Rehn dice che dovrebbe esserci un aumento tassi entro luglio e un azzeramento in autunno. Ma prospetta anche l’introduzione di nuovi strumenti per intervenire in caso di impennata degli spread.
- Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo dell’Eurotower, ha parlato invece di uno «scudo europeo» contro lo shock energetico e l’inflazione.
Occhio allo spread Il differenziale tra i BTp a dieci anni e il bund tedesco viaggia sopra i 200 punti. L’Italia resta in allerta, soprattutto perché i conti pubblici potrebbero subire scossoni con una politica più restrittiva da parte della Bce. Anche per questo il governo vuole evitare un nuovo scostamento di bilancio.
DOSSIER CALDI
Fase due Dopo la presentazione delle manifestazioni di interesse su Ita, il Mef ha aperto la data room sulla compagnia aerea. Entro metà maggio sono attese le offerte dei pretendenti in campo. Il ministro dell’Economia Daniele Franco il 10 maggio interviene in Commissione Trasporti della Camera sull’attuazione del piano industriale. Nel frattempo, l’assemblea degli azionisti ha dato il via libera al bilancio.
Rete unica L’ad di Tim Pietro Labriola ha detto che la firma del memorandum of understanding con Cdp dovrebbe avvenire «a giorni». Il 7 luglio verrà invece presentata la divisione in due società, quella della rete e quella dei servizi.
COSE DI LAVORO
Oltre Elisabetta Franchi Le parole della stilista sull’intenzione di assumere come dirigenti solo donne che hanno superato i 40 anni, perché già mamme o sposate, ha scatenato il putiferio in Rete e non solo. C’è chi invita a boicottare il marchio. Lei parla di strumentalizzazione, ma intanto restano i dati diffusi da Save The Children in occasione della festa della mamma: in Italia il 42% delle donne con figli non è occupata.
- E il lavoro ibrido sta mandando le donne in burnout, scrive Quartz.
- Una possibile soluzione? Far durare le riunioni non più di 15 minuti.
Buste paga e contratti “Tutta l’Europa alza i salari mentre noi restiamo fermi”, scrive Repubblica. Metà dei contratti italiani sono in attesa di rinnovo, soprattutto nel mondo dei servizi. Mentre in Spagna la riforma del lavoro che limita l’utilizzo dei contratti a termine ha fatto impennare i posti stabili. Una riforma a cui guarda con molta attenzione anche il nostro ministro del Lavoro Andrea Orlando, che più volte ha incontrato l’omologa spagnola, trovando ispirazione e sintonia, specie dopo gli ultimi dati Istat con il record italiano di occupati a termine.
- Perché servirebbe il salario minimo anche in Italia, secondo Tito Boeri e Roberto Perotti.
Gli introvabili Mentre nel mercato del lavoro italiano si contano 1,7 milioni di over 55 in più negli ultimi dieci anni, molte figure professionali restano introvabili. Ai primi posti ci sono gli attuari. Profili che incrociano competenze matematiche, statistiche ed economiche per fare previsioni. Tanto che i grandi gruppi assicurativi hanno stretto accordi con le università, da Trieste a Roma, per assicurarsi i futuri professionisti.
- Orlando intanto ha annunciato che questa settimana incontrerà i sindacati per indirizzare le risorse verso programmi di formazione rapida e mirata sulle filiere che faticano a trovare lavoratori.
Al lavoro Negli Stati Uniti, dopo l’ondata di dimissioni e nonostante la riduzione del tasso di disoccupazione, nel mercato del lavoro si contano ancora 4 milioni di persone in meno rispetto al periodo pre pandemico. L’American Institute for Full Employment ha sottolineato la necessità di politiche che incentivino gli americani senza un lavoro a cercarne uno, vista la carenza di personale dalle case di cura ai trasporti. Intanto, però, anche per via dell’inflazione, molti pensionati americani stanno tornando al lavoro, racconta il Washington Post.
Buona settimana,
Lidia Baratta
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