Patto di Stabilità sospesoIn autunno ci sarà un nuovo esame dei conti pubblici italiani, avverte Dombrovskis

«Non è un liberi tutti», spiega il vicepresidente della Commissione Ue. Bisogna comunque adottare politiche di bilancio «prudenti» e limitare la spesa pubblica corrente. Dopo la manovra, potrebbe comunque arrivare una procedura di infrazione. Entro la fine del 2023 prevista la proposta per riformare le regole su debito e deficit

(Stephanie Lecocq, Pool via AP)

«Abbiamo prorogato l’attivazione della clausola di salvaguardia fino al 2023, ma il Patto di Stabilità non è affatto sospeso. Le nostre raccomandazioni prevedono infatti che l’Italia limiti la crescita della sua spesa corrente». Se non dovesse farlo, «per ora non apriamo alcuna procedura, ma torneremo a valutare la situazione in autunno e anche nella primavera del prossimo anno».

Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis, il giorno dopo la presentazione del pacchetto economico di primavera e delle pagelle sull’Italia, mette le cose in chiaro in un’intervista alla Stampa, mentre nella maggioranza di governo esplodono già le polemiche.

«Non è un liberi tutti», aveva precisato subito. E invita infatti i Paesi con un alto debito ad adottare politiche di bilancio «prudenti» e a limitare la spesa pubblica corrente, il cui aumento non dovrà superare il valore della crescita potenziale a medio termine. Questo valore, nel caso dell’Italia «è stimato attorno allo 0,4%».

«Ci troviamo in una situazione senza precedenti, con una guerra in Europa», dice Dombrovskis. «L’aggressione russa in Ucraina ha avuto un significativo impatto sull’economia dell’Unione europea, che è notevolmente rallentata. Secondo le nostre previsioni, la crescita continuerà quest’anno e anche il prossimo, ma siamo di fronte a un fatto che crea enorme incertezza, con forti rischi al ribasso. Per questo abbiamo deciso di proporre l’attivazione della clausola, ma al tempo stesso di mandare un chiaro messaggio agli Stati sulla necessità di tornare a politiche di bilancio prudenti. Perché ci sono diversi segnali che invitano ad andare in questa direzione: gli sviluppi del debito e del deficit, l’inflazione, i tassi di interesse che sono tornati a crescere».

Attenzione però: «Il Patto di Stabilità e Crescita non è sospeso. Resta la possibilità di aprire procedure per disavanzo eccessivo, per questo valuteremo il rispetto delle nostre raccomandazioni in autunno e nella primavera del prossimo anno».

Ovvero teoricamente si potrebbe aprire una procedura di infrazione dei parametri del deficit e del debito dopo la presentazione della manovra, «ma come fattore aggiuntivo valuteremo il rispetto della raccomandazioni legate al parametro della spesa corrente. Abbiamo fatto una distinzione tra i Paesi in base al livello del loro debito».

Per i Paesi ad alto debito, come l’Italia, «l’aumento della spesa pubblica corrente non deve superare il valore della crescita potenziale a medio termine. Nel caso italiano, secondo le nostre stime, la media sui dieci anni è dello 0,4%. L’attivazione della clausola permette agli Stati di avere margini manovra per quanto riguarda le spese per gli investimenti, ma non per la spesa corrente che va limitata».

La sospensione del Patto, comunque, non potrà durare in eterno. E se inizialmente la proposta per riformare le regole di bilancio era prevista entro luglio, «a causa della guerra in Ucraina, però, non è stato possibile concentrarsi troppo sul dossier. Abbiamo bisogno di più tempo per discutere con gli Stati e identificare meglio un possibile terreno d’incontro. La nostra proposta arriverà tra qualche mese, dopo la pausa estiva, in ogni caso entro la fine del 2023».

E poi, dice il vicepresidente, andranno rivisti i Recovery Plan nazionali: «Una revisione sarà necessaria, visto che a giugno ricalcoleremo la quota relativa al 30% delle sovvenzioni, come inizialmente previsto. Ci sono Paesi che riceveranno più soldi e altri che ne riceveranno meno. Inoltre potrebbero esserci degli aggiustamenti dovuti all’inflazione. Ma questo lavoro andrà svolto senza pregiudicare l’attuazione dei piani attualmente in vigore, si tratterà soltanto di un aggiustamento che non ne frenerà il percorso».

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