Il centrosinistra vince nelle cittàLetta insiste sul campo largo, Grillo e Conte decidono sulla deroga al secondo mandato

Il segretario Pd è convinto che bisogna procedere con una proposta di programma per le politiche, con cui aggregare un’ampia formazione di partiti per sconfiggere il centrodestra. Calenda fa sapere che correrà da solo. Oggi il garante del Movimento Cinque Stelle è a Roma dopo la scissione di Di Maio

(Da Instagram)

Da Verona a Catanzaro, da Parma ad Alessandria, da Piacenza a Monza: il centrosinistra esce vincitore dai ballottaggi delle elezioni amministrative. Lo schieramento guidato dal Pd, sostenuto da varie liste civiche e allargato in alcune città al Movimento Cinque Stelle, si è aggiudicato le sfide più importanti di questa tornata elettorale. La destra partiva in vantaggio governando in 20 comuni su 26, ma anche roccaforti storiche della Lega sono state espugnate

«Una grande vittoria del Pd e del centrosinistra che rafforza il governo», esulta il segretario del Partito democratico Enrico Letta. «Le ironie sul campo largo si rivoltano contro chi le ha fatte. Si è visto che questa strategia paga, perché vinciamo e vinciamo bene in modo convincente». Il «campo largo», prosegue, si afferma contro la destra se mette da parte veti e preclusioni. «Da domani lavoriamo alla costruzione di un centrosinistra che sia vincente per le politiche dell’anno prossimo».

Per Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, si tratta di «un risultato che cambia il volto delle prossime elezioni, ci dà una spinta importante, credo che sia una conferma del fatto che il centrosinistra unito vince, è un buon viatico per le politiche visti i risultati e le difficoltà del centrodestra».

Ma Carlo Calenda, leader di Azione, gela le speranze del Pd e arriva già il no agli apparentamenti. Anche se ai ballottaggi ha dato indicazioni di voto per i candidati di centrosinistra, correrà da solo alle politiche. Non entrerà nelle giunte col Pd e i grillini. E malgrado Damiano Tommasi abbia espugnato la città scaligera appoggiato da Pd, Azione, Più Europa, Partito socialista, Europa Verde, liste civiche e M5s, Calenda ha già chiarito a Letta le sue intenzioni: «Noi – spiega a La Stampa – alle elezioni andiamo da soli con Più Europa e con liste civiche. E se riusciremo a prendere tra l’8 e il 10% eviteremo la formazione di un governo antieuropeo di destra e solo così si potrà andare avanti con Draghi. E non lo possiamo fare alleati col Pd, che correndo con i  Cinque Stelle non sarà attrattivo, dobbiamo presentarci con un’area forte e indipendente dai due poli».

Letta quindi ora è convinto che bisogna procedere con una proposta di programma per le politiche, con cui aggregare un’ampia formazione di partiti per sconfiggere il centrodestra. Calenda al contrario ritiene che correndo da solo con un’area di centro riuscirà a frenare la vittoria della destra «e l’ascesa della Meloni a palazzo Chigi». Mancano ancora nove mesi per capire quale sarà la strada da scegliere.

I Cinque Stelle, intanto, guardano i ballottaggi da spettatori. Mentre Giuseppe Conte convoca il consiglio nazionale del Movimento per «comunicazioni del presidente». In apertura si collega anche Beppe Grillo, che saluta i presenti: «Voglio conoscervi, ci vediamo a Roma», dice il garante. E si lascia andare a una battuta: «Ho aderito a una nuova religione: l’altrovismo». Si tratta dell’antipasto del viaggio a Roma del leader, slittato a causa della scissione dei dimaiani. Grillo incontrerà i parlamentari delle diverse commissioni in sei diverse sessioni tra oggi e domani. Il garante prima dei parlamentari dovrebbe confrontarsi anche con Conte e i capigruppo.

Il tema sul tavolo è sempre il solito: la votazione per eventuali deroghe sul secondo mandato. Il voto – spiega il Corriere – era stato programmato inizialmente per il 28-29 giugno, ma poi Conte e Grillo hanno deciso di «congelare» la votazione. Ora servirà una svolta in tempi rapidi se i grillini decideranno di voler candidare Giancarlo Cancelleri alle primarie in Sicilia (il sottosegretario è già stato eletto per due volte all’Ars).

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