Sono passati 100 giorni dal 24 febbraio, giorno dell’invasione russa dell’Ucraina. Ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo al Parlamento lussemburghese, ha ammesso che, con l’intensificarsi degli attacchi nell’Est del Paese, Mosca ha assunto il controllo del 20% del territorio del Paese.
«L’esercito russo ha già distrutto quasi l’intero Donbass ucraino ed è pronto a continuare a uccidere», ha spiegato Zelensky. «Il Donbass era uno dei centri industriali più potenti d’Europa: è semplicemente devastato. Guardiamo Mariupol: c’era mezzo milione di persone e adesso non sappiamo esattamente quanti cittadini siano stati uccisi dagli occupanti. Almeno decine di migliaia in meno di 100 giorni». Zelensky ha aggiunto poi che 2.603 insediamenti devono essere liberati dalle forze russe.
L’Occidente si deve preparare a una «guerra di usura a lungo termine», ha spiegato da Washington il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Il tutto mentre le truppe di Mosca sono entrate nel centro di Severodonetsk e controllano l’80% della città.
Secondo un’esclusiva riportata da Newsweek, citando dell’intelligence americana, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe il cancro e sarebbe sempre più paranoico. A marzo, inoltre, sarebbe scampato a un attentato.