E intanto la Nato si allargaDraghi dice che Putin non sarà al prossimo G20, il Cremlino lo attacca

Il premier ha fatto sapere che il presidente russo al massimo sarà presente da remoto al summit di Bali. Immediata la risposta di Mosca: «Non decide lui». Nel documento finale del G7, l’impregno per il tetto al prezzo dell’energia. La Turchia toglie il veto all’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza Atlantica

(AP Photo/Markus Schreiber)

Il G7 della Baviera si è chiuso con una dichiarazione di sostegno unitario nei confronti dell’Ucraina. Nelle trenta pagine di documento finale, i leader mondiali hanno dato mandato ai tavoli tecnici di sviluppare urgentemente una posizione sul price cap all’energia russa: non solo un tetto al prezzo del petrolio, come richiesto dagli Stati Uniti, ma anche del gas, secondo l’iniziativa promossa dall’Italia in accordo con la Francia.

Nella conferenza stampa finale, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato la necessità delle sanzioni alla Russia per spingerla a sedersi al tavolo della pace e ha escluso la partecipazione del presidente russo Vladimir Putin al prossimo G20 che si terrà a Bali, sotto la presidenza indonesiana. Al massimo, ha spiegato, potrebbe esserci un suo intervento da remoto. Immediata la risposta del Cremlino: «Non sta a lui a decidere»

Draghi alla fine dei lavori ha ricordato un proverbio africano, che andava di moda negli anni Ottanta «quando ero alla Banca Mondiale», ha raccontato. «Diceva che quando gli elefanti lottano è l’erba che soffre».

Al G7 hanno partecipato anche Paesi cosiddetti «minori»: dall’Argentina al Sudafrica, dall’Indonesia al Senegal, sino all’India. E tutti hanno un atteggiamento «abbastanza neutrale» sulla guerra, anche perché finora «non sono stati avvicinati». Invece dalla discussione è emerso che «desiderano essere coinvolti». Insomma, questo è l’insegnamento: «Se i Paesi si sentono erba soffrono, è difficile chiedere loro di prendere parte».

Tra i Paesi che si sentono schiacciati dal peso degli elefanti, appunto, c’è anche l’Indonesia che ospiterà il prossimo G20. Nel castello della Baviera è arrivato anche il presidente indonesiano che avrà una bella gatta da pelare: conciliare la presenza della Russia con quella degli altri Stati. Un tema molto sensibile.

Per Draghi, «il presidente Widodo lo esclude, con noi è stato categorico», Putin «non verrà, magari farà un intervento da remoto». Per i russi «non spetta a Draghi decidere. Probabilmente ha dimenticato che non è più il presidente del G20, l’invito a Putin è stato ricevuto e accettato».

L’ambasciatore Sergey Razov ricorda con una provocazione: «La maggior parte delle aziende italiane, nonostante le pressioni, continua a lavorare sul mercato russo».

Parte il vertice Nato
Intanto, arriva un altro colpo a Mosca dal vertice Nato che si è aperto ieri a Madrid. Dopo lunghe trattative, la Turchia ha tolto il veto sull’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza Atlantica. Secondo i media turchi, Ankara avrebbe ottenuto garanzie sull’«estradizione dei terroristi» curdi. I due Paesi nordici si impegnerebbero a non fornire sostegno alle milizie curde che operano nel nord della Siria, mentre Stoccolma revocherà l’embargo all’esportazione di armi verso la Turchia in vigore dal 2019.

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