«Le indagini più recenti confermano l’interesse della criminalità per gli aiuti destinati a famiglie e imprese. Emblematico l’esempio dei bonus fiscali: la possibilità illimitata di circolazione dei crediti prevista dalla normativa emergenziale è stata strumentalizzata per scopi illeciti, inducendo il legislatore a intervenire per contrastare il fenomeno».
Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza, riporta sul Corriere i numeri dell’attività delle Fiamme Gialle nel contrasto delle frodi sui bonus fiscali: «Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, di concerto con l’Agenzia delle entrate, abbiamo scoperto frodi per oltre 5,6 miliardi di euro e sequestrato crediti inesistenti per 2,5 miliardi. Le somme illecitamente ottenute sono state riciclate in società, immobili, preziosi e criptovalute, anche all’estero. Per recuperarle, abbiamo recentemente istituito una task force a livello centrale, dando il massimo impulso all’approfondimento delle segnalazioni per operazioni sospette, all’attività di intelligence e alla cooperazione internazionale».
Numerose frodi sono state scoperte anche sul Reddito di cittadinanza. «Dall’inizio del 2021, i controlli sul reddito di cittadinanza hanno portato alla denuncia di oltre 29.000 soggetti, per illeciti che, tra somme indebitamente percepite e illecitamente richieste ma non ancora erogate, assommano a circa 290 milioni di euro», dice il comandante. «La nostra attenzione, in sinergia con l’Inps, è indirizzata soprattutto ai sistemi di frode più strutturati, come quelli che hanno coinvolto anche soggetti collegati ai Caf».
Esiste anche un rischio per i 235 miliardi del Pnrr? «Nell’ultimo anno e mezzo i nostri reparti hanno posto sotto sequestro beni per oltre 677 milioni», risponde Zafarana. «Fondamentale è stata la stretta sinergia con l’autorità Giudiziaria nazionale e con la Procura europea. L’attenzione è massima ma la realizzazione del Pnrr non può confidare solo nella repressione, con la prevenzione si riuscirà a evitare l’utilizzo improprio dei fondi».
Il governo, spiega il comandante, «ha disegnato il sistema di governance prevedendo la possibilità che le Amministrazioni stipulino protocolli d’intesa con la Guardia di Finanza per prevenire e reprimere frodi e irregolarità. Abbiamo già realizzato, a livello centrale e periferico, specifici memorandum e siglato un’intesa, di assoluto rilievo, con la Ragioneria Generale dello Stato, cui hanno aderito le Amministrazioni centrali titolari degli interventi di spesa. Tra le finalità dei partenariati vi è quella di consentirci di disporre di notizie utili a elaborare analisi per selezionare le posizioni a maggior rischio di frode e orientare, conseguentemente, le attività ispettive. Il Corpo parteciperà anche alla “rete dei referenti antifrode”, coordinata dal Servizio centrale per il Pnrr, istituito presso la Ragioneria Generale, con la funzione di monitoraggio e gestione del rischio del Piano con attenzione particolare alle procedure di appalto».