Quattordici imprenditrici vinicole di Monforte D’Alba hanno creato una nuova associazione con lo scopo di riciclare e utilizzare gli scarti di lavorazione del vino. Una coltivazione e una produzione sostenibile, tutta al femminile, chiamata “L’Anello Forte”, dal titolo del libro di Nuto Revelli, partigiano cuneese e scrittore, che ha raccontato la campagna del Piemonte durante il dopoguerra tramite la voce delle donne. Pubblicato da Einaudi a metà degli anni ’80, ne è stato concesso l’utilizzo dal figlio Marco e dall’editore. Sotto questo nome, L’Anello Forte si propone un obiettivo unico: «una virtuosa economia circolare di prossimità, mantenendo la memoria contadina che non ha mai sprecato nulla». L’associazione, nata ufficialmente il 30 gennaio 2021, ha debuttato soltanto il 4 giugno 2022 in occasione di Spazzamondo e della degustazione di Barolo annuale organizzata da Barolo Boys.
«Dal 2018 lavoriamo a progetti di economia circolare che riguardano tutti i materiali che nelle cantine sono arrivati a fine ciclo, come la plastica, carta e cartone, e i tappi. Sentiamo l’urgenza di non sprecare risorse, di immaginare un futuro possibile per le generazioni che verranno, di declinare la sostenibilità in ogni suo aspetto, di affrontare la complessità dell’economia circolare, di mantenere viva la memoria di chi ci ha preceduto», ha dichiarato la presidente del gruppo, Sara Vezza. Le altre 13 componenti dell’associazione sono Marta Alessandria, Laura Clerico, Alda Conterno, Noemi Conterno, Mirella Manzone, Isabel Oberlin, Tiziana Parusso, Giulia Poggi, Silvia Pressenda, Cecilia Rocca, Lorena Sanso e Giuliana Viberti.
Come prima iniziativa realizzata, L’Anello Forte ha creato una scatola per le bottiglie di vino creata con soli scarti prodotti nel Comune di Monforte d’Alba: «Grazie alla collaborazione con FAG, azienda di packaging di Dogliani, e Osson che si occupa di recupero dei materiali siamo riusciti a realizzare il sogno di produrre scatole per il trasporto del vino con cartone riciclato dalle nostre colline. È totalmente riciclabile e conforme alla nostra filosofia» ha chiarito la presidente. «Stiamo ora lavorando per riutilizzare anche le vinacce e gli scarti organici della vigna e delle lavorazioni in cantina e soprattutto della plastica. Tutto questo è successo grazie a una persona che ha illuminato le nostre vite: Maria Bianucci, giornalista, concittadina, che ci ha sempre spronati verso un’ottica di sostenibilità e responsabilità sociale. Maria non è più con noi fisicamente ma continua a vivere nei progetti che abbiamo condiviso e che portiamo avanti» ha concluso la Vezza.
I progetti naturalmente non finiscono qui. Un altro, ad esempio, sta coinvolgendo tutta la comunità del paese e ha in progetto il recupero dei tappi di sughero. Questi, una volta salvati, vengono successivamente conferiti alla comunità Arti e Mestieri, trovando nuova vita nel settore edilizio. Insomma, si tratta di una realtà tanto giovane quanto in fermento, sempre con nuovi progetti, ma mai distanti dal focus principale, la creazione di una economia virtuosa circolare di prossimità.