Riprende a correre l’inflazione. Dopo il mini rallentamento di aprile, a maggio il costo della vita è tornato a salire al 6,9%. Un livello, spiega l’Istat, che non toccava dal marzo 1986. E la curva in crescita coinvolge anche il carrello della spesa, con i prodotti alimentari che da soli aumentano del 7,5%, le spese per elettricità e combustibili del 26,4%. A trainare i prezzi in alto sono i beni energetici. Perché l’inflazione di fondo, al netto di energia e alimentari freschi, è meno della metà, il 3,3%.
Davanti alla corsa dei prezzi, il premier Mario Draghi dal Consiglio europeo di Bruxelles ammette l’enormità dei problemi e prova a tracciare le possibili soluzioni. «Il governo ha già speso 30 miliardi per mitigare l’effetto dei prezzi dell’energia», ha detto. «Continueremo a fare tutto quello che è necessario per aiutare i deboli e la produttività delle imprese». È un nuovo «whatever it takes», scrive Repubblica. La promessa che il governo farà ogni sforzo per contenere l’aumento dei prezzi ed evitare la recessione.
E l’esecutivo ha già un potenziale piano per tamponare i costi del futuro bando del greggio russo deciso in Europa per il sesto pacchetto di sanzioni. Ed è pronto, ma solo se sarà necessario, a destinare circa 900 milioni di euro al mese, a partire da agosto, probabilmente, per compensare l’eventuale nuovo taglio delle accise sulla benzina. Per tre, quattro, forse cinque mesi. Fino al termine del 2022 e all’avvio dell’embargo.
Un’ipotesi, per il momento. Visto che le variabili legate allo scenario internazionale sono talmente tante che nessuno può dire oggi se sarà utilizzata. Di certo c’è che l’attuale taglio delle accise scade l’8 luglio, con un costo di oltre un miliardo al mese. E con i trasporti che aumentano in estate, sarà difficile lasciare gli italiani senza una soluzione tampone. Anche perché il solo annuncio del bando del petrolio tra sette mesi ha innescato ieri un rialzo dei prezzi.
Non solo. Con l’inizio del 2023 si dovrà mitigare anche l’eventuale effetto del bando al carbone. E tutto questo sempre dando per scontato che continuerà senza interruzioni la fornitura del gas russo.
«Il momento di massimo impatto di tutte le misure sarà da questa estate in poi», dice Draghi. L’esigenza è tenere al riparo il Paese dalla spirale inflazionistica. E farlo con provvedimenti mirati, forse anche a costo di prevedere uno scostamento nei conti pubblici che al momento comunque non si vede. «Non ho preclusioni ideologiche», ha detto Draghi. «Ma finora siamo sempre riusciti a farlo all’interno del bilancio».
Il percorso del premier guarda anche a Bruxelles. Il sesto pacchetto di sanzioni per il premier «è un pieno successo. L’Italia non esce penalizzata dall’intesa, per noi come per tutti gli altri l’obbligo scatterà alla fine dell’anno». Ma ammette le incognite che si pongono davanti. «Non illudiamoci, queste sanzioni dureranno molto, molto, molto a lungo. Le linee commerciali verranno cambiate probabilmente per moltissimi anni, se non per sempre». Uno scenario che richiede interventi strutturali in sede europea.
Ma anche per il premier è ormai prioritario difendere il potere d’acquisto delle famiglie. E per farlo serve compattare le parti sociali, in modo da evitare che l’inflazione inneschi una spirale sui salari. «Sindacati, imprese e governo devono lavorare insieme», è stato il monito di Draghi.
Poi resta la battaglia da giocare a Bruxelles su diversi fronti per convincere gli scettici a inventare nuove soluzioni per la crisi. Un Recovery bis mettendo in comune il debito ha già visto la rinascita dei falchi. Intanto il mandato alla Commissione Ue di studiare misure per disegnare un tetto ai prezzi è un primo passo. «Siamo stati accontentati», sostiene il premier, che probabilmente avrebbe voluto comunque tempi più rapidi. Nel frattempo, ammette Draghi, la fornitura russa continuerà, anche se finanzia la guerra: «È una situazione frustrante, di grande imbarazzo, ma non si può fare altrimenti…».