Arte a cielo apertoGiocare a nascondino nella natura: la nuova installazione Liberi tutti ad Arteparco

Il progetto di arte contemporanea del Parco Nazionale d’Abruzzo che compie 100 anni, torna con una nuova opera di Valerio Berruti per festeggiare il centenario del parco più antico d’Europa.

Liberi tutti, l'opera di Valerio Berruti per Arteparco (foto: Luca Parrisse)

Quanta neve può cadere nel bosco in cento anni? Quante foglie si saranno posate sul terreno trasformandolo, anno dopo anno, in un tappeto cangiante per oltre un secolo di storia? Quante avventure si saranno intrecciate tra le radici dei faggi che da così tanti lustri abitano la nobile terra abruzzese? Nessuno poteva immaginare che da quel 9 settembre 1922, anno della proclamazione su iniziativa privata del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise – istituito poi per decreto regio l’11 gennaio 1923  – questa antica riserva di caccia sarebbe diventata la casa di incredibili opere d’arte nonché la terra d’adozione dell’orso Marsicano, di cui ne esistono solamente 60 esemplari al mondo che risiedono proprio qui. 

Sulle vette del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

In un’Italia appena uscita dalla Prima guerra mondiale pensare che il territorio fosse un valore in sé fu qualcosa di totalmente rivoluzionario e quando nacquero il Parco del Gran Paradiso e il Parco d’Abruzzo, simboli di un mondo nuovo, l’uomo capì che il suo ruolo all’interno di un ecosistema delicato come quello di una riserva naturale non poteva persistere nel mero sfruttamento delle risorse, ma che di questi boschi doveva diventarne il custode più amorevole e non il predatore scellerato. Certo, cento anni sono solo un istante nella storia della Terra, ma sono un lungo periodo se si pensa a come un’idea si è poi trasformata in realtà collettiva. 

La grande mano di Alessandro Pavone, Arteparco 2020 (foto: Valentino Mastrella)

All’interno di questo viaggio lungo un secolo, è nato un progetto visionario che ha preso forma cinque anni fa tra queste montagne selvagge: si chiama Arteparco e la sua forza risiede nell’aver portato l’arte contemporanea all’interno del patrimonio naturalistico del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con una serie di opere a cielo aperto a cui si è aggiunta il 23 luglio Liberi Tutti, l’installazione site-specific immaginata dall’artista Valerio Berruti (Alba, 1977) per il centenario e visitabile gratuitamente all’interno del parco di faggete vetuste che circonda Pescasseroli. L’itinerario artistico ha visto la luce grazie al lavoro di un collettivo che in questa terra crede profondamente, capitanato da Paride Vitale, fondatore dell’omonima agenzia di comunicazione, imprenditore del brand Parco1923, ma balzato in testa alle cronache nazionali dopo la vittoria, insieme all’amica Victoria Cabello, di Pechino Express. Lui che qui è nato e che non ha mai abbandonato l’idea di portare il racconto dell’Abruzzo fuori dai confini, ha però creduto che l’arte contemporanea dovesse trovare una sede naturale all’interno degli stessi.

Opera prima di Arteparco di Marcantonio

 «Arteparco è nato con una missione, far vivere in un modo diverso, inaspettato, le meraviglie di un territorio unico al mondo e forse ancora non abbastanza conosciuto – racconta Paride Vitale – Il sogno è sempre stato quello di dare origine a un vero e proprio sentiero dell’arte e oggi, con la presentazione della quinta opera a cura dell’artista Valerio Berruti, possiamo dire di averlo realizzato».

«Dialogare con la natura è un dovere prima ancora che una necessità – spiega Berruti. Per me un’opera pubblica ha una responsabilità maggiore perché in qualche modo l’artista la impone ai visitatori. All’inizio volevo realizzare un’opera che entrasse in relazione  diretta con gli alberi secolari. Poi però, durante il consueto giro di ricognizione del Parco, abbiamo visto un masso che pareva poggiato in mezzo al prato verde dalla mano di un gigante. Sembrava caduto dal cielo. Ecco, in quel  momento ho capito che avevamo trovato il luogo perfetto per Liberi Tutti» 

Il Radicorno di Sissi (foto: Valentino Mastrella)

Parliamo di una scultura in acciaio di un bambino che gioca a nascondino e pare trovare rifugio proprio dietro questa roccia. Il lavoro di Berruti è da sempre incentrato sull’infanzia e sull’immediatezza, perché, come lo stesso artista piemontese spiega a Linkiesta Eccetera, «non mi stanco mai di ritrarre bambini: dal mosaico al cemento, dalla pittura al metallo, ogni volta prende forma un’emozione e così è accaduto qui in Abruzzo. Liberi tutti vuole far capire che siamo liberi ma possiamo esserlo solo se riusciremo a tutelare la nostra esistenza nella natura, mantenendo quello sguardo puro e istintivo che solo la fanciullezza è in grado di regalarci». La magia delle Foreste Vetuste – Patrimonio UNESCO dal 2017 –, che nella loro unicità evocano in chi le attraversa la bellezza di una natura quasi fatata, ha ricondotto l’artista all’incanto dell’infanzia, conducendo il pubblico in un viaggio da percorrere con meraviglia e spensieratezza.

Matteo Fato, Arteparco 2019 (foto: Piero Calvarese)

Nella squadra di supporter di Arteparco anche il Ministero della Transizione Ecologica che ha dato il Patrocinio all’iniziativa, poi GORE-TEX, azienda leader nella realizzazione di tecnologie per capi outdoor impegnata a garantire un impatto economico e sociale positivo nel rispetto dell’ambiente, Sky Arte, il canale televisivo di approfondimento dedicato alla cultura e all’arte che ha realizzato il docu-film Il Marsicano, l’ultimo orso, che andrà in onda dal 24 settembre sul canale Sky Nature, ma che sarà proiettato all’interno del Parco per tutti i visitatori e infine anche Bmw, che supporta Arteparco dalla prima edizione. Roberto Olivi, direttore comunicazione e relazioni istituzionali Bmw Italia, ha proprio ricordato come nacque il progetto cinque anni fa: «Con la volontà di creare valore sociale per lasciare qualcosa di migliore ai nostri figli. A questo percorso, che è partito con il cuore pulsante di Marcantonio dal nome Animale vegetale nel tronco di un albero (apparentemente) morto ma pieno di vita al suo interno, che poi ci ha dato la visione nella cornice Specchi angelici di Matteo Fato, ha allungato la mano grazie alla scultura in legno Un tempo è stato di Alessandro Pavone e ci ha ridato il sogno con il Radicorno di Sissi, mancava un volto che oggi ritroviamo nel bambino di Valerio Berruti». 

 

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