Cinema scrittoAl festival internazionale di cinema a Gorizia si premia la migliore sceneggiatura dell‘anno

In Friuli Venezia Giulia, dal 14 al 20 luglio si terrà la 41esima edizione del Premio Sergio Amidei: un vero e proprio carosello di incontri, proiezioni, dibattiti e premiazioni. Tra gli ospiti, i celebri premi Oscar Asghar Farhadi e Michel Hazanavicius

unsplash

È un‘occasione trasversale quella che si svolge a Gorizia dal 14 al 20 luglio per la 41esima edizione del Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura ”Sergio Amidei“, perché riguarda scrittura
per il cinema in tutte le sue declinazioni:: il processo di scrittura, il rapporto con la serialità che oggi sembra avere soppiantato l‘esperienza in sala – ma anche il legame con il pubblico dato che tutto si svolge a contatto con una platea – e svariati momenti di riflessione e approfondimento.

La città con questa edizione scalda i motori per il percorso che poi la vedrà al fianco di Nova Gorica come Capitale Europea della Cultura nel 2025, candidatura che è diventata realtà anche grazie al cruciale apporto che il Premio Amidei e i suoi partner – Dams dall‘Università degli studi di Udine e Trieste, dall‘Associazione Palazzo del Cinema-Hiša filma (letteralmente «casa del cinema» in sloveno) – hanno dato.

Il festival ha la propria sede centrale al Palazzo del Cinema, un luogo dalle anime multiple dato che è anche sede universitaria, ma poi la sera si sposta nella piazza Vittoria, una sorta di arena estiva, e in generale vi partecipa tutto il cuore pulsante del centro. La via Rastello, ad esempio, allarga e invade il progetto con uno spin off dal titolo “Via della creatività“, con l‘obiettivo di riqualificare strade oggetto di desertificazione di attività, attraverso delle residenze per giovani legati a quel mondo della scrittura per il cinema che il Premio rappresenta. Uno sguardo è rivolto anche ai più piccoli, con delle proiezioni dedicate e frutto della collaborazione con il Trieste Film Festival.

Selezionare la narrazione audiovisiva come crocevia delle varie rappresentazioni del presente è anche un modo per tentare di raccontare questo delicatissimo nodo geografico e culturale. Quando il premio nasceva, nel 1981, a Gorizia coabitavano già italiani e sloveni, tentavano di rimarginarsi le ferite aperte dall‘occupazione comunista e che si sarebbero poi riaperte con la guerra di Jugoslavia. Gorizia, di fatto, è e rimane un luogo di confine, attraversata da correnti, da lingue, da influenze diverse. È una città per definizione permeabile.

Ecco perché si accavallano registi e sceneggiatori con storie diverse tra loro, e dalle origini disparate. A questa edizione, è invitato il premio Oscar Asghar Farhadi, iraniano, autore di pellicole internazionali come “Una separazione” (2011), “Il passato” (2013) e il recente “Un eroe”  presentato al festival di Cannes nel 2021. Oltre alla visione dei suoi film, gli verrà assegnato un Premio Speciale. A Michel Hazanavicius, conosciuto per “Il mio godard” (2017) e “Agente speciale 117 al servizio della Repubblica” andrà invece il premio Opera d‘Autore, un tributo alla figura autoriale e dei film a soggetto, che in passato ha omaggiato registi dello spessore di  Bernard Tavernier, Patrice Leconte, Ken Loach, Abbas Kiarostami, Alex de la Iglesia, Paul Schrader, Silvio Soldini, Carlo Verdone, Vittorio e Paolo Taviani, Ettore Scola, Wim Wenders, Mario Martone, Jean-Pierre e Luc Dardenne e Pupi Avati.

Le pellicole selezionate riguardano tutte temi sociali delicati e sensibili, l‘epoca storica attuale e la realtà di chi racconta.

Ma il festival cerca di oltrepassare la semplice proiezione passiva dei film: Matteo Oleoppo, regista nativo di Gorizia, curerà una serie di incontri e di dialoghi sulla storia della sceneggiatura e sul modo in cui si è evoluta Diverse saranno anche la presentazioni di alcuni volumi che hanno approfondito il mondo del cinema attraverso sguardi obliqui e originali  – uno di questi, scritto da Sara Martin per Diabasis Editore tratta l‘evoluzione del costume e della moda sullo schermo.

La collaborazione con il Dams si riversa anche nel programma: per questo sarà dedicata una sezione agli allievi del corso, che esibiranno una serie di cortometraggi realizzati da loro.

Il Premio internazionale per la migliore sceneggiatura, l‘Amidei insomma, intorno al cui perno ruota l‘intera rassegna, verrà assegnato la sera dell‘ultimo giorno della manifestazione. La giuria è composta da Marco Risi e Francesco Munzi, Francesco Bruni, lo sceneggiatore Massimo Gaudioso, la sceneggiatrice Doriana Leondeff, l’attrice Giovanna Ralli (vincitrice del David di Donatello alla carriera nel 2022) e la produttrice Silvia D’Amico della celebre accademia di recitazione romana.

La sceneggiatura vincitrice dovrà essersi distinta in modo particolare per l‘originalità del testo e delle tecniche narrative, oltre che per l‘attenzione ai contenuti emergenti del mondo contemporaneo.

Tra i film in concorso, “Ariaferma” di Leonardo di Costanzo, “Illusioni perdute” di Xavier Giannoli, “Qui rido io“ di Mario Martone.

X