Un «corposo» provvedimento entro la fine di luglio, per gli interventi urgenti contro l’inflazione a sostegno delle famiglie e delle imprese. E un piano di lavoro con i sindacati che arrivi fino alla legge di bilancio, per mettere a punto le misure strutturali. Nell’incontro con i leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil, il premier Mario Draghi ha delineato un nuovo “Patto sociale”, che oggi presenterà anche alle associazioni imprenditoriali.
Tecnici e ministri sono al lavoro sul decreto legge di fine luglio. Già si parla di un provvedimento da 10-12 miliardi, confidando sulle buone notizie che potrebbero arrivare il 29 luglio dall’Istat con la stima del Pil nel secondo trimestre.
Nel nuovo provvedimento, oltre ai nuovi sostegni a famiglie e imprese, sul fronte del caro bollette e del taglio delle accise sui carburanti, potrebbe esserci anche un primo taglio del cuneo fiscale sulle retribuzioni medio basse. Che si aggiungerà alla riduzione di 0,8 punti dei contributi previdenziali sulle retribuzioni fino a 35mila euro deciso con la scorsa legge di bilancio. Tra le proposte, c’è il raddoppio del taglio dello 0,8. O, in alternativa, un intervento in tre tappe. Un primo robusto intervento sulle retribuzioni più basse fino a 10mila euro lordi da fare subito. E, a seguire dal 2023 con la legge di bilancio, interventi per i redditi fino a 35mila euro. Il leader della Cgil Maurizio Landini è quello che insiste di più sulla necessità di dare subito un segnale: «Non possiamo aspettare la legge di bilancio in autunno».
Il Pd, come i sindacati, chiede di aumentare la tassa sugli extraprofitti del settore energia per sostenere un primo intervento sul cuneo fiscale. Draghi non intende coprire le misure col deficit, cioè con nuovi scostamenti di bilancio come chiedono alcuni partiti, Cinque Stelle in testa.
A tutela del potere d’acquisto, il premier e il ministro del Lavoro Andrea Orlando hanno promesso anche un intervento per introdurre una sorta di salario minimo. La proposta messa a punto da Orlando non prevede una cifra minima, ma un meccanismo che estenda il Trattamento economico complessivo (Tec) stabilito dai contratti di categoria firmati dalle associazioni più rappresentative anche ai lavoratori appartenenti alla stessa categoria ma non coperti dal contratto. Una posizione che trova d’accordo Confindustria e sindacati, a cui non piace l’idea del salario minimo.
Il governo spinge anche per il rinnovo dei contratti scaduti da troppo tempo. Draghi ha definito inaccettabili ritardi di anni, soprattutto nel settore dei servizi. Uno dei meccanismi allo studio prevede di far pagare alle imprese il ritardo, obbligandole, dopo un certo periodo dalla scadenza, a indicizzare le retribuzioni al costo della vita o comunque a creare una sorta di indennità.
Il premier ha delineato l’apertura di quattro tavoli di discussione, che abbiano come temi il Pnrr, le politiche industriali per le aziende e i lavoratori maggiormente colpiti dalla transizione ecologica, l’energia e infine la legge di bilancio.
«L’incontro col governo? Non ha risolto i problemi: Draghi non ha dato risposte, non ha fornito numeri né contenuti», commenta il segretario della Cgil Maurizio Landini al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. «Il governo ha solo confermato che intende fare un provvedimento a fine mese, i cui contenuti noi non conosciamo però, e che intende incontrarci di nuovo il 26 o 27 prima di decidere». «Nessuna risposta concreta», dice anche il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri. Altri toni sono quelli usati invece dal segretario della Cisl Luigi Sbarra, a cui l’idea di un nuovo patto sociale per affrontare questa fase di emergenza rilanciato ieri dal premier piace da sempre.
Sulle misure da adottare Cgil, Cisl e Uil concordano. «Bisogna agire sul taglio del cuneo fiscale per aumentare il netto in busta paga, serve una piena rivalutazione delle pensioni, bisogna valutare la possibilità dell’azzeramento dell’Iva sui beni di largo consumo per le famiglie in difficoltà», dice Sbarra.
Anche al presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che stamattina sarà ricevuto da Draghi assieme alle altre associazioni di impresa, piace l’idea di «un grande patto sociale che unisca insieme la complessa transizione di essenziali filiere industriali, come richiediamo da molto tempo, e la necessità di preservare il potere d’acquisto di lavoratori» ed è «pronto a rispondere positivamente all’appello del presidente Draghi, puntando sulla competitività delle imprese, che rappresentano un fattore strategico di sicurezza nazionale e di crescita del Paese».