La visita a RomaNon aiuteremo nessuna delle due parti coinvolte nella guerra, dice il ministro degli Esteri iraniano

Hossein Amir Abdollahian è in Italia per una due giorni di colloqui. «Accogliamo con favore le potenzialità e le capacità del ministero degli Esteri italiano nel negoziato sul nucleare», dice. E in vista della visita di Putin a Teheran della prossima settimana, assicura: «Continueremo i nostri sforzi per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina»

(La Presse)

Hossein Amir Abdollahian, ministro degli Esteri di Teheran, è arrivato a Roma per una due giorni di colloqui tra la Farnesina e il Vaticano. I dossier in agenda sono: Ucraina, nucleare e Siria. Proprio mentre Vladimir Putin ha annunciato che la prossima settimana sarà a Teheran con il presidente turco Erdogan, in una missione che sembra una risposta al viaggio del presidente americano Joe Biden in Medio Oriente.

«Abbiamo dichiarato sin dall’inizio le nostre posizioni contro la guerra in Ucraina», dice Hossein Amir Abdollahian in un’intervista a Repubblica. «Quando dico con chiarezza intendo che siamo contrari all’attacco militare della Russia in Ucraina. Sin dal principio abbiamo cercato di fermare la guerra e di fare avviare negoziati politici fra le parti. Io stesso ho contattato tre volte il ministro degli Esteri dell’Ucraina e molte altre volte il ministro russo Sergej Lavrov. La nostra convinzione rimane che la soluzione per l’Ucraina non è la guerra e che anche se il conflitto durasse a lungo non ci sarà altro modo di risolverlo che tramite i negoziati”»

Sulla visita di Putin a Teheran per la prossima settimana, dice: «Sarà un vertice trilaterale sotto il formato di Astana. Il primo in persona da tre anni a questa parte. Si parlerà di questioni importanti come il ritorno dei profughi siriani nel loro Paese, delle sanzioni contro la Siria e della possibilità di operazioni militari turche nella zona di confine per la lotta al terrorismo. Il presidente Raisi due settimane fa ha incontrato il presidente Putin in Turkmenistan e gli ha detto che pur comprendendo le radici della guerra, l’Iran rimane contrario al conflitto. Sicuramente continueremo i nostri sforzi per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina approfittando della presenza del presidente Putin».

Intanto, il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan ha detto che la Russia sta per acquisire droni con capacità di trasportare missili dall’Iran. Abdollahian spiega che i due Paesi hanno «diversi tipi di collaborazione» e «fra questi nel settore della difesa: ma non aiuteremo nessuna delle due parti coinvolte in questa guerra perché crediamo che vada fermata. Credo che il problema attuale del conflitto sia che alcuni Paesi occidentali, fra cui gli Stati Uniti, hanno produttori di armamenti che stanno cercando di vendere i loro prodotti. Noi eviteremo ogni azione che possa portare a un’escalation, ma lavoreremo per fermare la guerra».

Poi parla dei negoziati per la ripresa dell’accordo nucleare. «Il nuovo governo iraniano ha intrapreso seri negoziati con le controparti sulla questione nucleare. Siamo arrivati a una bozza che per il 90% ha il consenso dei 4+1 ma anche degli americani. Siamo in contatto con gli americani per l’annullamento delle sanzioni: procedono attraverso la Ue e i ministri degli Affari esteri di alcuni Paesi. Ci sono stati progressi importanti sia sulla bozza che sulle idee messe sul tavolo». Ma ci sono anche altre questioni da affrontare: «Chiediamo forti garanzie economiche. Se un’impresa occidentale firma un contratto con la controparte iraniana deve avere la certezza che il progetto sarà realizzato e riceverà il compenso».

Abdollahian dice di aver parlato «con il ministro Di Maio della questione nucleare: ha proposto idee che prenderemo in considerazione nei negoziati. In questi ultimi dieci mesi, oltre all’incontro qui a Roma, ci siamo visti due volte e abbiamo parlato di varie questioni, fra cui l’accordo. Ora abbiamo avuto un nuovo scambio di idee: accogliamo con favore le potenzialità e le capacità del ministero degli Esteri italiano nel negoziato sul nucleare come accogliamo con favore qualsiasi idea possa contribuire a portare a una posizione realistica gli Stati Uniti. E quindi a farci arrivare a un accordo buono, solido e duraturo».

Infine si sofferma sul viaggio del presidente americano Joe Biden in Medio Oriente, in cui l’Iran sarà al centro dei colloqui. «Negli ultimi mesi abbiamo avuto colloqui positivi con l’Arabia Saudita», dice. «L’attenzione per i nostri vicini è una delle priorità della nostra politica estera. A noi è stato riferito che il viaggio riguarderà la sicurezza alimentare ed energetica. Il regime israeliano vorrebbe che diventasse un’occasione per promuovere questioni di sicurezza e usarlo contro l’Iran. Ci auguriamo che la parte americana faccia sì che non si trasformi in un’occasione non costruttiva e in contrasto con la dichiarata volontà di arrivare a una conclusione dei negoziati nucleari».

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