Tra Stati Uniti e Unione europea i rapporti di forza sia economici che militari continuano a propendere in favore degli States, ma oggi l’Unione europea ha l’opportunità di mettere in campo uno spirito d’iniziativa quanto mai inedito.
Per affermarsi come leader internazionale, l’Unione sembra non avere altra chance che far leva sulle proprie prerogative di libertà e democrazia, ergendosi a baluardo globale della tutela dei diritti umani così da colmare un vulnus che promette di avere un peso specifico inimmaginabile entro i prossimi decenni.
Mentre la Russia continua ad assediare senza sosta la mai riconosciuta Ucraina, la bocciatura alle restrizioni sul porto d’armi, il clamoroso ribaltamento della storica sentenza Roe vs Wade (1973) e la conseguente eliminazione dell’aborto dal novero dei diritti costituzionali non rappresentano che l’ennesima incrinatura del “modello americano”, con il Nuovo Mondo che perde sempre più gradualmente lo storico ruolo di giudice del giusto e dello sbagliato sulla base della propria, soggettivissima moralità.
E l’Europa? Da Bruxelles è arrivata una ferma condanna al dietrofront della Corte Suprema USA, per non parlare della concessione dello status di Paese candidato a Ucraina e Moldavia: un “momento storico” come l’ha definito Charles Michel.
In questi opposti risiede l’enorme portata del ruolo che l’Unione europea può ricoprire nello scacchiere geopolitico del futuro, con la consapevolezza che saper fare le scelte giuste è ben diverso da scegliere cosa è giusto e cosa no. È proprio lungo questa sottilissima linea di demarcazione che l’UE potrà muoversi per diventare sempre più convintamente il modello di riferimento su scala mondiale per tutto ciò che riguarda la democrazia, il rispetto delle minoranze e la tutela dei diritti fondamentali.