Tra 3D e NFTL’arte digitale è il filo conduttore tra presente e futuro

Dal 20 al 23 luglio, all‘Opificio 41 di Roma, una mostra esplorerà le ultime tendenze dei linguaggi virtuali e le nuove forme dell’audiovisivo. Non mancheranno, ad esempio, le edizioni digitali di storici ritratti, disegni e paesaggi

Parlare di futuro oggi fa un po‘ paura. Lo percepiamo tutti, lo percepisce anche chi non ne è cosciente o non lo realizza. Fa un po‘ paura perché non sappiamo come sarà, non sappiamo quali sfide, quali evoluzioni e quali regressioni saremo costretti ad affrontare. Ecco perché parlarne, discuterne e provare a immaginarlo ha un sapore elettrizzante. Per quanto inaspettato. È un gesto controcorrente, perché nessuno osa. È quindi un compito che spetta agli artisti, ai visionari e ai giovani quasi più che alla politica e all‘economia.

In questo senso si colloca la mostra Presente futuro, portata da Reasoned Art a Roma per la quinta edizione di Videocittà o festival della Visione, che da quattro anni ha il merito di rendere la capitale più internazionale, fresca e coinvolgente grazie a eventi, spettacoli e performance che animano dal vivo tutti i punti nevralgici e le piazze del centro.

Gli ideatori Francesco Rutelli e Francesco Dobrovich cercano infatti di comunicare l‘idea di movimento, non facile in una città dove trionfa l‘apice della lenta, immutabile tradizione italiana. Tuttavia sono stati capaci di trasformare il Senato della Repubblica e la Farnesina, oppure l’ex caserma di via Guido Reni e l’ex dogana di San Lorenzo, in luoghi prestati all‘arte, a un entertainment creativo, moderno e vivace. Questa volta è stato scelto l‘Opificio 41, lo spazio interno all‘area del Gazometro.

È lì che si terrà Presente futuro, e l‘obiettivo è più ambizioso e contemporaneo che mai: scoprire, unire ed esibire tutto ciò che di veramente innovativo si trova oggi nel mondo dell‘arte, mostrare cioè le tecniche espressive e gli stili che già esistono o che potrebbero esistere un domani, il tutto grazie al digitale. E quindi: 3D e realtà aumentata, memetica, video e performance, ma anche l‘IA (o Intelligenza Artificiale)

Insider Framing di Fabio Giampietro, Courtesy of Reasoned Art

Gli NFT, oltre a essere partner di Reasoned Art, rappresentano l‘oggetto di numerosissime avanguardie artistiche: la cosiddetta “rivoluzione NFT“, di cui i capostipiti sono Skygolpe, Fabio Giampietro, Giovanni Motta, e i meno conosciuti Marco Zagara, Nicola Caredda e Lorenza Liguori, i quali setacciano questo spazio ancora inesplorato attraverso edizioni digitali di ritratti, disegni, ambienti paesaggistici o onirici.

La maggior parte di loro si è formata nelle migliori scuole d‘arte come la Rome University of Fine Arts, la Birmingham City University, l‘Accademia Di Belle Arti e poi sono diventati altro, semplicemente approfondendo l’utilizzo di software come C4D e la stampa 3D, o la grafica CGI e la manipolazione fotografica 2D.

Awakening di Marco Zagara, Courtesy of Reasoned Art

L‘arte rimane quindi un laboratorio e una fucina di nuove idee, esperimenti, intuizioni e previsioni, anche se le rivoluzioni tecnologiche la costringono a cambiare, ad approcciare nuovi linguaggi, nuovi metodi visivi.

Gli artisti citati, tra cui compaiono anche Marcello Baldari, Tommaso Buldini, Scorpion Dagger, Emanuele Dascanio, Esteban Diacono, Jan Hakon Erichsen, Extraweg, Parallel Studio, Filippo Ghisleri, Giuseppe Lo Schiavo, Niro Perrone, Giuseppe Ragazzini, Fabiola Sangineto, Giuseppe Veneziano  oggi presentano le loro opere nei più celebri musei del mondo analizzando l’estetica postumana, l’utilizzo della tecnologia e della scienza, l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico, VR, sistemi a infrarossi o microrganismi in laboratorio. Potrebbero davvero invertire per sempre la rotta della storia dell‘arte.

Ara Pacis di Lorenza Liguori, Courtesy of Reasoned Art

Reasoned Art collabora anche con Emotiva, una startup italiana fondata a Milano nel 2017 da Lorenzo Corbo, Andrea Lordi e Andrea Sempi e specializzata nel riconoscimento e nella misurazione delle risposte emotive delle persone grazie all’intelligenza artificiale. Grazie alla fotografia e all‘analisi dei micromovimenti del volto umano, misura l‘impatto inconscio che un‘opera è in grado di generare su un singolo individuo: il cosiddetto “Indice di Stendhal“, che verrà applicato a ogni realizzazione artistica presente alla mostra.

Un altro modo in cui si verifica la spiazzante catarsi tra umano e non umano. È ancora più curioso notare che in questo caso l‘uomo non viene affatto sostituito, rimpiazzato o escluso. Anzi. È chiamato a partecipare ancora di più al processo creativo, e quasi a cambiarne l‘effetto, o il risultato che riesce a raggiungere.

L‘ultimo selfie di Giuseppe Veneziano, Courtesy of Reasoned Art

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