Gli appelli pro DraghiSolo un italiano su tre vuole il voto anticipato, cresce la fiducia nel premier

Il presidente del Consiglio ha guadagnato 4,5 punti percentuali in dieci giorni (dal 47,8% al 52,3%) durante la crisi, mentre Giuseppe Conte, ne ha persi 5,4 passando dal 27,6% al 22,2%. Cinque Stelle al 10,7%

Remo Casilli pool Photo via AP

A Milano, Roma, Torino e Firenze si sono tenute manifestazioni pro Draghi. E alla lettera firmata dai sindaci, si aggiungono anche gli appelli dei rettori e dell’associazionismo perché il premier resti a Palazzo Chigi. Persino i tassisti hanno revocato lo sciopero del 20 e 21 luglio a causa della crisi di governo.

Se il 30,8% degli italiani desidera velocemente il ritorno al voto, e tra questi ci sono il 65,5% degli elettori di Fratelli d’Italia e il 40,0% della Lega – il 52,9% vorrebbe mantenere invece l’attuale assetto governativo. Il 36,3% senza i Cinque Stelle, l’8,9% in un bis con la stessa maggioranza, il 7,7% anche con l’appoggio esterno dei grillini.

Lo dice un sondaggio riportato da Alessandra Ghisleri sulla Stampa, secondo cui gli italiani sono preoccupati (73,8%), incerti e confusi sulle sorti nazionali. E se da un lato sono consapevoli che arrivare alla fine naturale della legislatura senza il Movimento 5 Stelle sarebbe sì possibile (66,4%), temono comunque il rischio di oscillare tra gli alti e i bassi dei diktat dei partiti condizionati da una campagna elettorale nel pieno delle sue azioni (30,2%).

Le valutazioni politiche dei cittadini sono però molto nette. Il 62,6% degli italiani ritiene che il M5S abbia fatto un errore provocando questa crisi, mentre il 22,2% sostiene che abbia fatto bene. Anche nell’elettorato grillino esistono i tormenti: se il 22,4% ritiene uno sbaglio questa scelta, il 59,7% è convinto che la strada sia quella giusta.

Per il 56,8% dei cittadini, i responsabili della situazione che ha paralizzato il Paese sono i Cinque Stelle di diversa deriva come Giuseppe Conte in primis (40,6%), a seguire Luigi Di Maio (10,8%), Beppe Grillo (4,9%) e anche Alessandro Di Battista (0,5%). Mentre il 43,3% dell’elettorato del Movimento attribuisce a Mario Draghi le maggiori colpe.

Analizzando l’indice di fiducia, si scopre che il presidente del Consiglio ha guadagnato 4,5 punti percentuali in dieci giorni (dal 47,8% al 52,3%) durante la crisi, mentre Giuseppe Conte, nello stesso arco di tempo ne ha persi 5,4 passando dal 27,6% al 22,2%.

Il 57,4% dell’opinione pubblica crede che proseguire con questo governo sia un atto dovuto alla Nazione. Per il 32,7%, invece, rappresenta solo un «attaccamento alle poltrone» (52,2% tra gli elettori del M5S).

Intanto, nello scacchiere politico, l’affacciarsi di «Insieme per il futuro» di Luigi Di Maio compare all’esordio con un timido 1,6%, mentre i suoi ex colleghi del Movimento perdono lo 0,6% attestandosi al 10,7%. Per il resto, le oscillazioni dei partiti sono solo ancora micro. In testa c’è ancora il grande partito dell’astensione che con gli indecisi raggiunge il 37,3%. Analizzando il tutto e approfondendo questo dato e incrociandolo con le proposte e i desideri degli elettori si raggiunge la proiezione di un’affluenza tra il 70,0% e il 75,0%.

Tutto questo, scrive Ghisleri, fa pensare a una buona parte di un Paese in attesa, alla ricerca di nuove indicazioni chiare, trasparenti e utili a cui aderire e che possano emergere dal marasma delle solite promesse politiche uguali per tutti.

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