A Milano, Roma, Torino e Firenze si sono tenute manifestazioni pro Draghi. E alla lettera firmata dai sindaci, si aggiungono anche gli appelli dei rettori e dell’associazionismo perché il premier resti a Palazzo Chigi. Persino i tassisti hanno revocato lo sciopero del 20 e 21 luglio a causa della crisi di governo.
Se il 30,8% degli italiani desidera velocemente il ritorno al voto, e tra questi ci sono il 65,5% degli elettori di Fratelli d’Italia e il 40,0% della Lega – il 52,9% vorrebbe mantenere invece l’attuale assetto governativo. Il 36,3% senza i Cinque Stelle, l’8,9% in un bis con la stessa maggioranza, il 7,7% anche con l’appoggio esterno dei grillini.
Lo dice un sondaggio riportato da Alessandra Ghisleri sulla Stampa, secondo cui gli italiani sono preoccupati (73,8%), incerti e confusi sulle sorti nazionali. E se da un lato sono consapevoli che arrivare alla fine naturale della legislatura senza il Movimento 5 Stelle sarebbe sì possibile (66,4%), temono comunque il rischio di oscillare tra gli alti e i bassi dei diktat dei partiti condizionati da una campagna elettorale nel pieno delle sue azioni (30,2%).
Le valutazioni politiche dei cittadini sono però molto nette. Il 62,6% degli italiani ritiene che il M5S abbia fatto un errore provocando questa crisi, mentre il 22,2% sostiene che abbia fatto bene. Anche nell’elettorato grillino esistono i tormenti: se il 22,4% ritiene uno sbaglio questa scelta, il 59,7% è convinto che la strada sia quella giusta.
Per il 56,8% dei cittadini, i responsabili della situazione che ha paralizzato il Paese sono i Cinque Stelle di diversa deriva come Giuseppe Conte in primis (40,6%), a seguire Luigi Di Maio (10,8%), Beppe Grillo (4,9%) e anche Alessandro Di Battista (0,5%). Mentre il 43,3% dell’elettorato del Movimento attribuisce a Mario Draghi le maggiori colpe.
Analizzando l’indice di fiducia, si scopre che il presidente del Consiglio ha guadagnato 4,5 punti percentuali in dieci giorni (dal 47,8% al 52,3%) durante la crisi, mentre Giuseppe Conte, nello stesso arco di tempo ne ha persi 5,4 passando dal 27,6% al 22,2%.
Il 57,4% dell’opinione pubblica crede che proseguire con questo governo sia un atto dovuto alla Nazione. Per il 32,7%, invece, rappresenta solo un «attaccamento alle poltrone» (52,2% tra gli elettori del M5S).
Intanto, nello scacchiere politico, l’affacciarsi di «Insieme per il futuro» di Luigi Di Maio compare all’esordio con un timido 1,6%, mentre i suoi ex colleghi del Movimento perdono lo 0,6% attestandosi al 10,7%. Per il resto, le oscillazioni dei partiti sono solo ancora micro. In testa c’è ancora il grande partito dell’astensione che con gli indecisi raggiunge il 37,3%. Analizzando il tutto e approfondendo questo dato e incrociandolo con le proposte e i desideri degli elettori si raggiunge la proiezione di un’affluenza tra il 70,0% e il 75,0%.
Tutto questo, scrive Ghisleri, fa pensare a una buona parte di un Paese in attesa, alla ricerca di nuove indicazioni chiare, trasparenti e utili a cui aderire e che possano emergere dal marasma delle solite promesse politiche uguali per tutti.