«Abbiamo rinunciato al nostro Ronaldo, dopo vent’anni è esplosa l’inflazione e abbiamo il debito nominale più alto fra i Paesi del G10: è normale che se la prendano con noi, siamo come un’azienda indifficoltà e con la prospettiva di non fare utili per un po’».
Secondo Davide Serra sarà un autunno difficile per i conti italiani perché sarebbe in atto un tentativo di speculazione sui titoli di Stato italiani, come anticipato dal Financial Times che ha annunciato come imminente la più grande scommessa speculativa contro l’Italia dal 2008.
Il finanziere fondatore di Algebris ha spiegato a La Stampa perché gli investitori di titoli italiani potrebbero vendere allo scoperto: il «ragionamento che fanno è semplice, quasi ovvio. Se non sono bastati Mario Draghi, 80 miliardi regalati dall’Europa e altri 120 miliardi a tasso zero per cambiare la rotta, allora Roma non riuscirà a ripagare il suo debito».
Secondo Serra anche solo un movimento di titoli sul nostro pesante debito pubblico – 2,766 miliardi di euro – potrebbe creare profitti per gli speculatori per 250 miliardi di euro, ma rispetto al 2011 è più fiducioso: «Ho imparato che i populisti mentono sempre. Ricorda i Cinquestelle? Dicevano no a tutto e poi hanno fatto l’opposto. Il centrodestra, che non può permettersi crisi, appena arriverà al governo sarà molto più razionale rispetto alle promesse. C’è una tempesta di neve, bisogna essere pronti e attrezzati, non pensare di uscire in ciabatte».