«Dobbiamo creare un polo centrale, capace di essere baricentro nella nuova legislatura, per continuare l’esperienza del governo Draghi». La ministra uscente per la Famiglia Elena Bonetti, di Italia Viva, lo dice a Repubblica, mentre si prepara a correre alle prossime elezioni con Matteo Renzi senza apparentamento con il Pd. Ma magari con la federazione di Più Europa e Azione di Calenda e Bonino, che tra oggi e domani scioglieranno la riserva.
«Il bipolarismo estremizzato è diventato di fatto un bipopulismo: contrapposte spinte centrifughe rischiano di bloccare il Paese», spiega Bonetti. «Penso che tante cittadine e cittadini chiedano invece uno spazio di centro che sappia esprimere quel riformismo libero e concreto che il governo Draghi ha rappresentato per l’Italia».
Chi dovrebbe farne parte? «C’è Italia viva, con Matteo Renzi che, al di sopra di critiche o sondaggi, dimostra di saper fare sintesi di esperienze importanti, dal riformismo liberale al cattolicesimo democratico. E poi Azione insieme a PiùEuropa, con Carlo Calenda e le colleghe Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. Ma penso anche a forze della società civile, dell’associazionismo, a reti di impegno prepolitico». Per Toti e Quagliariello, «dipende da loro. Chi si mette in gioco con coerenza e visione, non solo per opportunità elettorale, penso possa e debba contribuire».
E quest’area può valere «sicuramente più del 10%. Tutto quell’elettorato di centro che ha diritto ad essere rappresentato», assicura. Per essere poi «ago della bussola» del prossimo governo, «di orientamento perché il Paese deve avanzare. Un baricentro serio, al riparo degli estremismi e dai populismi».
E a Letta che dice che polo centrista rischia così di far vincere la destra nei collegi uninominali, Bonetti risponde: «No, io credo che di fronte alla destra questo polo possa dare risposte a elettori di centrodestra che oggi non hanno più casa. Da lì si partirebbe per un governo in grado di continuare l’esperienza Draghi».
Il problema, dice, è che «il Pd ha coinvolto forze politiche che hanno negato dall’inizio la fiducia al governo Draghi (Sinistra italiana, ndr). E che nel campo largo avrebbe voluto includere Giuseppe Conte, che a Draghi ha tolto la fiducia e che da noi ha una visione della politica profondamente diversa, a partire dalla politica estera».
Bonetti ricorda che «grazie a Draghi la politica italiana oggi è diversa: noi ci candidiamo ad animare il vento di novità che ha portato. La crescita del Pil dimostra che la via è giusta: bisogna proseguire nel solco di riforme come l’assegno unico e una delega fiscale che punta ad abbassare le tasse».
Ma se Draghi rifiuta il bis, Calenda invece si candida a fare il premier. Le andrebbe bene? «Se Calenda sceglierà di esserci sarà sicuramente una figura leader. Ma in quello spazio, mi creda, ci saranno anche tante leadership al femminile».