Con l’inizio del mese di agosto possiamo dire che l’esodo dalle città è ufficialmente cominciato. Benché il vero e proprio “boom” delle vacanze estive risalga alla metà del secolo scorso, l’idea della fuga dalla città ha radici ben più antiche. Per la precisione, infatti, sono stati i Romani ad aprire la strada all’amato concetto di vacanza. Concetto che da allora è stato abbracciato dai viaggiatori di tutto il mondo.
Per molti, le vacanze sono qualcosa a cui semplicemente non si può rinunciare. Che si tratti di staccare la spina per qualche giorno, di ritrovare i propri cari che vivono lontano o di avere finalmente l’opportunità di visitare una destinazione che si sogna da sempre, viaggiare è diventato parte integrante della nostra vita. E ora più che mai, considerando gli ultimi due anni di pandemia, sentiamo il desiderio di preparare la valigia e partire.
Lo conferma una recente indagine realizzata dall’istituto per le ricerche di opinioni e di mercato Demoskopika, pubblicata in occasione della Borsa Internazionale del Turismo. Le previsioni per l’estate 2022 parlano di quasi 343 milioni di presenze tra italiani e stranieri, con una crescita del 35% rispetto al 2021.
Gli italiani stanno (ri)cominciando ad andare in vacanza, ma contemporaneamente il tipo di vacanza che vogliono fare sta cambiando. Negli ultimi anni, infatti, le ferie al mare in pieno agosto o i lunghi weekend nelle città europee si sono macchiati di sensi di colpa. Il mondo sta diventando sempre più “eco-consapevole”, e man mano che il cambiamento climatico si presenta più evidente ci ritroviamo a mettere in discussione le nostre scelte anche da questo punto di vista.
D’altronde, secondo il documento dell’Unione europea “Consumo e Ambiente”, il turismo è la quarta causa di inquinamento ambientale e di produzione di Co2, sia all’interno dell’Ue che altrove. L’industria del turismo, infatti, è stata identificata come un fattore determinante nelle pressioni ambientali; in particolare riguardo la carenza idrica, l’uso del suolo e delle risorse, lo sfruttamento degli habitat costieri, con conseguente perdita di biodiversità.
Questa nuova consapevolezza ha fatto sì che i termini di ricerca “eco-turismo”, “vacanze ecologiche” e “hotel ecologici” abbiano avuto un andamento positivo negli ultimi mesi. Ciò evidenzia l’interesse dei viaggi sostenibili tra i vacanzieri italiani. Insieme ad altre scelte di vita volte alla sostenibilità, questo nuovo tipo di vacanza ha catturato l’attenzione del pubblico e probabilmente diventerà la norma per le generazioni future solitamente più attente all’ambiente.
Ma il desiderio di viaggiare green è già un trend seguito da moltissimi: secondo il Sustainable travel report di Booking.com, a livello globale l’81% dei viaggiatori vuole partire in modo sostenibile, e il 50% afferma che le recenti notizie sui cambiamenti climatici li hanno influenzati a fare scelte “travel” più consapevoli per l’ambiente.
Lo stesso report ha anche rivelato che il 59% dei viaggiatori afferma di voler lasciare i luoghi che visita meglio di quando è arrivato, confermando quindi una certa attenzione comune per l’ambiente nel contesto turistico. Ecco allora che comincia a nascere un nuovo modo di viaggiare, più “slow”, più etico e responsabile, che promuove opzioni sostenibili e vuole regalare esperienze di viaggio in sicurezza e tranquillità.
Il trend è globale, ma trova conferma anche in Italia. Dal Global travel Summit 2022 di Allianz Partner emerge infatti una maggiore sensibilità all’impatto ambientale dei propri viaggi. Il 52% degli intervistati italiani (tra i 26 e i 40 anni) ha affermato di essere pronto a cambiare le proprie scelte di vacanza, se questo può produrre effetti positivi sull’ambiente.
Secondo un report di Fondazione UniVerde, per il 71% considera il turismo sostenibile eticamente più corretto e più vicino alla natura, mentre l’84% lo vede anche come un’opportunità di sviluppo economico.
Prendono allora piede le vacanze all’aria aperta. Secondo il Global adventure tourism market report del 2021, è previsto un aumento del mercato globale dei viaggi outdoor di 2,02 miliardi di dollari entro il 2030. E lo stesso settore sta assistendo a un tasso di crescita annuale del 10,7%.
Nella classifica di Camping report (CaRe) fatta dal portale italiano campeggi e villaggi vacanze, la destinazione outdoor più cercata nella penisola è la Toscana (13%). Subito dopo ci sono Veneto e Puglia (rispettivamente 12% e 11%). Tra le top 5 anche Sardegna (10%) e Marche (8%).
Il quadro è chiaro: gli italiani vogliono fare vacanze green, sia perché vogliono stare nel verde sia perché vogliono avere il minor impatto possibile sulla natura. Secondo molti, infatti, un turismo essenziale, quindi ambientalmente sostenibile, non solo ci permetterebbe di vivere meglio, ma potrebbe aiutare a salvare il pianeta.