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1 Guardi, sto chiedendo a lei, disse, arricciando le labbra, e poi – dopo essersi assicurato che al mattino così presto la pattuglia della polizia del parco non fosse lì, sollevando lentamente la testa fuori dalla coperta e voltandosi verso il suo vicino che dormiva sull’altra panchina vicino alla recinzione del parco di Tompkins Square – se si tira su a sedere, aggiunse, e mi dà giusto un sorso da quella grande bottiglia di Old Crow, le dirò che cosa c’è. Ma anche se non me lo dà, glielo dirò lo stesso, perché so che quando lo farò lei si renderà conto del fatto che quello che devo dirle vale un bel po’ di più di un sorso di whiskey che pure, come le sto facendo notare, è importante.
Se la sua risposta è che la sto seccando e che preferirebbe essere lasciato in pace, e che non si è raggomitolato qui sotto la sua coperta solo per ascoltare un sacco di sciocchezze – un’affermazione che respingo – da parte di un filosofo ormai alla frutta – cosa che non nego – ma perché è stato rapinato o perché è stato cacciato a calci dal Nazareth o perché non può permettersi la chemioterapia per Sua Signoria sua moglie che non ha una maledetta assicurazione sanitaria, allora io le chiederei, per prima cosa: Perché non SCAPPA, signore?! Perché così non sarebbe raggomitolato qui, a tenersi stretta quella grande bottiglia di Old Crow che sta per cadere a terra e kaputt, andata, con l’ultima goccia di whiskey che scorre via, e tanti saluti a quella preziosa bottiglia. Quindi prima che accada una tale tragedia, le chiederei: È cieco o che cosa?! Non ha visto che tutti qui SCAPPANO?! E PERCHÉ qui scappano tutti?! Per la loro salute?! È questo che pensa?! No, glielo dico io, qui nessuno scappa per la sua salute; stanno scappando via dal sistema delle assicurazioni sanitarie, signore – perché è questo ciò che qui insegue le persone. L’assicurazione sanitaria insegue le persone, le tortura e le conduce verso l’abisso – va bene, non importa. Dico solo che se sta cercando un pretesto per negarmi anche soltanto un sorso da quella sua miserabile bottiglia, nessun problema, andrò avanti.
Che lei si alzi e si metta a correre o che lei rimanga qui – veda lei che cosa fare – dirò comunque quello che devo dire, e poi mi darà un piccolo sorso oppure no, la decisione spetta a lei, signore. In ogni caso, se fossi nei suoi panni inizierei a correre dopo aver condiviso un po’ di quel whiskey, e lo condividerei per la pura bontà del mio cuore, signore, mentre l’individuo preistorico, preso tra due pietre focaie strofinate una contro l’altra e un mammut – beh, non ha iniziato proprio a quel modo, ma in senso davvero lato ha iniziato con la domanda più semplice di tutte, la domanda su che cosa c’è, perché sicuramente la realtà è quella che dimostra un sistema causale, lo permette e lo crea – un confine che avremmo potuto non superare mai. Tutto qui.
Dall’epoca preistorica fino a oggi abbiamo fatto appello alla nostra esperienza vissuta, e una volta questo andava bene, perché non avevamo bisogno di niente che andasse al di là di quello che l’esperienza stessa provava – questo è stato il nostro punto di partenza, come ho detto. L’uomo scivola su uno scarabeo verde, cade, picchia la testa, si spacca il cranio, il suo cervello scorre fuori – per citare un classico dello show business centreuropeo. Causa ed effetto: è una cosa che esiste, funziona, è una cosa che è stata fra noi sin dai tempi preistorici, ma poi sono arrivati i tempi storici e siamo entrati in quest’era in cui, purtroppo, abbiamo cominciato a sentire che le cose in quel modo non andavano abbastanza bene – la realtà logica, sensoriale, per qualche ragione, era giudicata insufficiente, perché fra noi si è formata la cosiddetta Maledetta Grande Mancanza – abbreviata in M. G. M. – e si è formata perché le cosiddette Cose e Faccende Senza Spiegazione – abbreviate come C. F. S. S. – non erano integrate nel Grande Sistema Causale, e qui non menziono l’abbreviazione, che tanto la sa già. Vale a dire che abbiamo sofferto tormenti e tormenti e ancora tormenti.
Abbiamo sofferto tormenti trovandoci in questa condizione finché una notte abbiamo improvvisamente guardato su verso il cielo sopra di noi, e abbiamo visto le stelle lampeggianti girare su se stesse in tutte le direzioni ed è stato COME SE avessimo intravisto qualcosa in quel cielo stellato lì sopra, e abbiamo immediatamente concluso che, beh, ci sono degli Dei. Poi ne abbiamo dedotto che questi Dei Numerosi erano un Solo Dio Unico, e cioè proprio lui, Dio – ed è stato a lui che abbiamo attribuito tutto ciò che non capivamo, tutto ciò che ci mancava, e quel Solo e Unico Dio si limitò a sedere pigramente lassù, a far penzolare i suoi piedi e a grattarsi con una mano la sua grande e fitta barba mentre con l’altra mano accarezzava i bambini piccoli che gli sedevano in grembo, ma nel frattempo l’unica legge fondamentale che aveva governato le nostre vite rimaneva invariata: la nostra realtà percepita che si auto-giustificava continuamente era tutto ciò di cui avevamo bisogno per vivere, e quindi è a lei che abbiamo aderito; nient’altro era dimostrabile come esperienza fondamentale, solo questa realtà. Se lascio cadere qualcosa, cade. Tutto qui. Panem et circenses. Pane e spettacoli da circo.
2 Ma poi sono arrivati i tempi post-storici e con essi gli arroganti esploratori dell’anima che non capivano niente dell’anima perché volevano trovare una soluzione – una soluzione al problema dell’anima! Scientificamente! Quindi, lasciatecelo dire: non sono riusciti a trovare una soluzione per l’anima. Nessuno osa ammettere che è stato un errore. Scusate, ma oggi noi siamo, tutti, molto silenziosi riguardo a Sigmund Freud, Henri Bergson, Jacques Derrida e compagnia. Allo stesso tempo, nell’angoscia del suo orgoglio e della sua frustrazione, l’uomo si è imbattuto in nuove esperienze della fisica nucleare che hanno oltrepassato i confini del cosiddetto buon senso e della cosiddetta realtà; il principio di causalità e la cosiddetta normalità, che ci erano stati concessi da millenni di esperienza, non sono più stati applicati. Per di più, è stata proposta la possibilità di leggi completamente nuove da reprobi straordinariamente ingegnosi – in particolare un certo Hugh Everett iii – leggi disgustose senza precedenti che hanno riscritto la nostra realtà, e con questo intendo dire che hanno buttato via sia quella vecchia sia quella nuova, il tutto mentre noi abbiamo continuato a vivere nella vecchia realtà dove ciò che va su poi inevitabilmente torna giù. Beh, potrebbe essere così, replicarono gli apostoli della scienza quantistica – chi altri se non loro? – eppure, dissero, indicando col dito verso loro stessi, ciò è vero soltanto in questa forma, perché nel Tutto non soltanto questo non è vero, ma niente ha alcun senso. Ma come???, protestammo dalle panchine del parco di Tompkins Square mentre ascoltavamo i ricordi di Charlie Parker immagazzinati nei nostri cuori. Siamo andati fin sulla Luna; molto presto saremo su Marte!!! Volete lasciarvi scappare l’occasione?! E che ne dite dell’interpretazione a molti mondi??? E tutto contemporaneamente in ogni luogo!!!
E così ora abbiamo tre realtà. Quella vecchia, in cui stavamo tirando avanti dannatamente bene; quella nuova, che afferma che nulla è come sembra; e infine la terza, la più preoccupante, perché cerca di fondere quella vecchia e quella nuova, come all’inizio, quando quei geni quantistici reprobi dicevano: Newton aveva ragione, Einstein aveva ragione, ma noi abbiamo ragione più di tutti. E, con questo, siamo finiti giù, lungo il pendio scivoloso. Perché se ci sono così tante realtà inesauribili e infinite su diversi piani dell’esistenza, allora come si può controbattere all’idea che oltre l’infinito possa esserci ancora un’altra realtà?! Oppure che non ce ne sia nessuna?!
3 Ma questo non è tutto. Se lasciamo da parte questi piani spirituali, che mi sono ancora molto cari mentre stiamo qui distesi su queste due panchine e passiamo all’argomento della nostra vita quotidiana veramente disastrosa, allora la situazione si fa ancora più caotica. Lei nel rifugio per i senzatetto guarda la tv e che cosa vede? Che stanno tutti mentendo. Se guarda Fox News, lei dice che va bene. Anche se guarda la Cbs, dice che va bene. Se guarda la Nbc, la situazione è la stessa. Va bene. Mentono tutti: quello è il loro lavoro, quello è ciò per cui sono pagati, perché hanno bisogno della maledetta assicurazione sanitaria, ma alla fine stiamo tutti correndo a vuoto. Così lei guarda la tv e sente tutto quel blaterare senza senso, lei sta qui in piedi o seduto o sdraiato, che ne so io?, e non importa se sta nel rifugio oppure qui, vicino alla statua dell’amico dei postini, Samuel Sullivan “Sunset” Cox, e lei sa che ESISTE una realtà di tutti i giorni, ma che cosa sarebbe questa realtà? Devo capirlo?! Come potrei capirlo?! Potrebbe dircelo uno che stringe la bottiglia di whisky?! O lo stesso “Sunset” Cox, fatto di bronzo?! Alla fin fine, possiamo dire soltanto questo: abbiamo così tante maledette realtà, ma non ce n’è una che valga qualcosa. Ora, se non le dispiace, riassumerei, disse, abbassando la voce mentre si sistemava addosso la coperta. Se c’è troppa realtà, allora non ce n’è proprio per niente. Quindi possiamo fare una sola cosa: negare la realtà, così come la sua possibilità. C’è ancora un po’ di orgoglio reciproco in questo mondo, non è d’accordo con me, signore? E ora, lascio alla sua coscienza decidere se mi vuol dare un sorso del suo Old Crow o se se lo vuole finire tutto lei.
Alla sua coscienza.
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