«Questo senso del dovere verso il mio Paese, il Paese che amo, lo sento dentro di me forte come 28 anni fa, e quindi affronto questa campagna elettorale con lo stesso entusiasmo e la stessa determinazione di allora. E magari con un po’ di esperienza in più».
Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi racconta così in un’intervista a La Verità la sua ri-discesa in campo per le elezioni del 25 settembre. Ma non cerca «rivincite» con incarichi istituzionali, dice.
E a chi lo accusa di aver dato la spallata a Draghi con la Lega, risponde ribaltando la narrazione: «Sono stato io, in una situazione d’emergenza, a suggerire un governo di unità nazionale con Draghi presidente, governo al quale abbiamo votato la fiducia per ben 55 volte. Non ho dato nessuna spallata al presidente Draghi e questo lo sa bene lui e lo sa anche il Capo dello Stato».
Tant’è, dice, che «sarei favorevole» a un incarico per Draghi in sede europea o nella Nato. «Ne ha tutti i titoli», spiega, «e l’esperienza necessaria. Del resto sono stato io a imporlo alla guida della Bce, a costo di un duro confronto con Angela Merkel».
Poi arrivano le promesse elettorali: «Flat tax al 23% per tutti, famiglie, professionisti, imprese e con l’esenzione dei primi 13mila euro di reddito». Così «anche le partite Iva godranno di un risparmio fiscale rilevante». «In tutti i 57 Paesi che l’hanno adottata», dice, «la flat tax ha generato un aumento del 30% delle entrate perché genera sviluppo e fa emergere il Pil sommerso». Poi la casa, che «è sacra e non dovrà mai essere tassata». Ecco perché «la riforma del catasto va bene solo se è funzionale a far emergere l’abusivismo, senza alcun aumento della tassazione.
Sulla guerra russa in Ucraina, dice che non c’è stata nessuna telefonata con Putin. E sulla gestione dei flussi migratori, bisogna «coniugare rigore e umanità» con un accordo europeo e un piano Marshall per l’Africa evitando le partenze.
E sull’addio a Forza Italia di Brunetta, Carfagna e Gelmini, commenta: «Queste persone non si sentono a disagio verso gli elettori che hanno avuto fiducia in loro, che le hanno elette?».