Risorse scarse, prezzi in crescita: la minacciosa crisi energetica costringe l’Unione europea e gli Stati membri ad ammortizzare i costi per i consumatori e le imprese, senza però mettere contemporaneamente a repentaglio gli incentivi al risparmio energetico. In un’analisi curata dalla sede tedesca del think tank Centres for European Policy Network (Cep), si chiede che la proposta della Commissione di un regolamento d’emergenza venga attuata rapidamente. Tuttavia, gli interventi sul mercato dell’elettricità dovrebbero essere limitati a questo inverno.
«La crisi energetica richiede un’azione immediata e coordinata a livello europeo», afferma l’esperto giuridico di politiche energetiche del Cep, Götz Reichert, che ha analizzato le proposte della Commissione insieme agli economisti del Cep, Svenja Schwind e Jan S. Voßwinkel.
L’Unione europea e gli Stati membri devono affrontare la sfida di conciliare gli obiettivi di sicurezza dell’approvvigionamento, economicità e sostenibilità dell’energia. In questo modo, i vantaggi della struttura del libero mercato dell’elettricità nell’Unione dovrebbero essere preservati.
«Anche se sarà impossibile raggiungere i livelli di prezzo pre-crisi. Tuttavia, le misure proposte contribuiscono a mitigare l’impatto dei prezzi elevati di gas ed elettricità nel breve termine», sottolinea Schwind. «Se gli Stati membri introducono misure di riduzione della domanda di energia elettrica ben congegnate che si concentrano sui picchi di consumo, diviene possibile ridurre anche i prezzi dell’elettricità».
Secondo il Cep, le misure preventivate fornirebbero sia incentivi diretti che indiretti al risparmio di energia elettrica. Il “segnale” dato dal prezzo del mercato dell’elettricità, rimane sostanzialmente intatto. «I prezzi elevati dell’elettricità rivelano comunque le carenze di approvvigionamento e incentivano a ridurre il consumo di elettricità», spiega Voßwinkel.
I piani non comporterebbero nemmeno un cambiamento strutturale nel funzionamento dei meccanismi base del mercato dell’elettricità dell’Unione. «Di conseguenza, il tetto al prezzo (price cap) dovrebbe però essere introdotto solo per un periodo di tempo limitato, al fine di mitigare le sfide immediate di garantire l’approvvigionamento energetico e gli effetti degli alti prezzi dell’energia nel prossimo inverno», sottolinea Schwind.
Il Cep affronta, inoltre, nella propria analisi anche l’aspetto della tassazione degli extraprofitti, senza individuare particolari criticità, se opportunamente inserita in contesto emergenziale di tipo temporaneo.