La collaborazione con Draghi per la manovraCon Meloni premier sarà il governo dei migliori, dice Guido Crosetto

«Se qualcuno pensa di fare il nuovo esecutivo con in mano il manuale Cencelli o piantando bandierine di partito su sedie e seggiole, sbaglia di grosso», dice il co fondatore di Fratelli d’Italia, che spera di scrivere la legge di bilancio a quattro mani con il Mef di Franco. Da Palazzo Chigi c’è apertura, ma la richiesta viene considerata sgrammaticata perché di fatto non c’è ancora un nuovo consiglio dei ministri. E la Nadef slitta a giovedì

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«Se qualcuno pensa di fare il nuovo esecutivo con in mano il manuale Cencelli o piantando bandierine di partito su sedie e seggiole, sbaglia di grosso. Il governo Meloni dovrebbe essere costruito scegliendo le migliori energie italiane». Nell’intervista che rilascia al Messaggero, il consigliere di Giorgia Meloni e co-fondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto spiega come sarà il primo esecutivo di destra della storia della Repubblica. «Ogni partito dovrebbe caricarsi la responsabilità di indicare le migliori persone che ha per ciascun dicastero. Poi si pescherà in quelle rose di nomi che potranno essere politici o tecnici».

Il primo imminente impegno è la legge di bilancio, per questo chiede al premier Mario Draghi di collaborare per la stesura della manovra. Garantisce che i primi interventi riguarderanno il caro bollette e rassicura le cancellerie europee, prendendo le distanze dall’ungherese Viktor Orban, che ieri ha puntualmente fatto i complimenti pubblici a Meloni con il suo «Bravo, Giorgia!».

«Rispetteremo tutti gli impegni e con noi i conti pubblici saranno al sicuro», dice Crosetto. Il co-fondatore di Fratelli d’Italia racconta che Meloni è già al lavoro. «Di tempo non ce n’è, bisogna partire a testa bassa pensando alla responsabilità di guidare il Paese. Ad esempio c’è una legge di bilancio da fare e che va presentata alle Ue entro il 16 ottobre. Se non lo fa l’attuale governo, cosa che mi pare Draghi non sia intenzionato a fare, spetterà al nuovo esecutivo che però arriverà probabilmente tra oltre un mese. Dunque bisogna pensare a una sorta di cammino parallelo per prepararsi. Ma è un parere tecnico il mio, senza alcuna valenza politica».

Da Palazzo Chigi intanto nessuno ha chiuso la porta. La collaborazione istituzionale con il governo che nascerà dal risultato delle urne ci sarà, soprattutto sui dossier economici. Ma la richiesta avanzata da Crosetto di «scrivere a quattro mani» il Documento programmatico di bilancio, che deve essere inviato alla Commissione Ue entro il 15 ottobre, viene considerata quantomeno sgrammaticata da un punto di vista istituzionale. Perché un governo entrante ancora non c’è, né un nuovo premier.

Intanto la Nadef, Nota di aggiornamento al Def, che doveva essere inviata il 27 settembre dal governo al Parlamento che non c’è ancora, slitta a giovedì. La prima seduta delle Camere è prevista per il 13 ottobre. Si tratta quindi di un rinvio tecnico. Il documento non conterrà impegni programmatici, ma solo una tabella con le variabili fondamentali dell’economia italia per il prossimo triennio.

«È difficile pensare, considerati i tempi strettissimi, che non si cominci a lavorare da subito a un atto fondamentale come il bilancio dello Stato, pur non essendoci ancora un nuovo governo», insiste Crosetto. «Penso sia necessaria una totale collaborazione degli uffici del Mef e della Ragioneria: va trovato un modo di interagire per il bene dell’Italia. Al momento nessuno conosce lo stato reale dei conti».

Le priorità sono il contrasto all’inflazione e al caro energia. «Giorgia Meloni è stata chiara: disaccoppiare il prezzo della luce e del gas, imporre un tetto al costo in bolletta, cercare di fissare un prezzo europeo, incentivare le riconversioni ecc. Vanno salvati il sistema economico e le famiglie da questo tsunami», dice Crosetto. Mentre lo scostamento di bilancio, chiesto da Matteo Salvini, resta escluso: «Giorgia lo ha ribadito più volte. Dobbia restare con i piedi per terra. Dunque le soluzioni sono due. La prima: la Ue fa un intervento come quello del Pnrr, facendo debito comune e aiutando i singoli Paesi com’è avvenuto per la pandemia. Oppure Bruxelles ci permette di utilizzare i miliardi di fondi europei non spesi della programmazione settennale o quelli nazionali aggiuntivi previsti per il Pnrr, per interventi di messa in sicurezza economica e sociale».

Infine, Crosetto dice la sua anche sulle alleanze internazionali. «Non occorre rassicurare nessuno, Fratelli d’Italia è un partito conservatore e Giorgia guida una forza politica seria, matura, razionale e responsabile che ha già detto che rispetterà gli impegni internazionali, a partire dall’Ucraina, e i vincoli di bilancio. In campagna elettorale, mentre tutti facevano i piazzisti e i venditori di pentole con promesse mirabolanti, Meloni ha preso posizioni difficili ´su conti, Rdc e Ucraina) che le hanno precluso un consenso maggiore ma hanno dato la cifra della serietà. Dunque chi si preoccupa è in malafede»

E Orban? «Meloni ha già sottolineato le differenze che la dividono dall’Ungheria. Lei difende l’interesse dell’Italia, mica quello dell’Ungheria», risponde Crosetto. «In più la sua sfida sarà far cadere i tratti di egoismo che paralizzano l’Ue cercando di spiegare che l’Europa ha senso quando è unita e solidale nei momenti di difficoltà e che muore quando nelle fasi difficili si divide».

Sul presidenzialismo Crosetto dice una cosa importante sul presidenzialismo promesso in campagna elettorale: «Lei ha proposto la bicamerale per le riforme. E questo resta l’obiettivo. E se, com’è ovvio, non ci potrà essere l’unanimità andrà bene anche una riforma votata da un’ampia maggioranza parlamentare. Magari in misura che consenta di evitare referendum. Ma la riforma va fatta e in tempi ravvicinati. L’Italia ha bisogno di governabilità e stabilità».

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