CarovitaLa ricetta di Di Maio: niente Iva su cibo e medicine e l’80% delle bollette pagato dallo Stato

«Abbiamo quantificato che per la parte delle imprese servono 13,5 miliardi», dice il ministro degli Esteri e leader di Impegno Civico. E poi chiede di azzerare «l’Iva su tutti i beni alimentari, della natalità e farmaceutici». Ma senza scostamenti di bilancio

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

Prima un nuovo decreto aiuti approvato dal governo Draghi. Poi, dice al Quotidiano Nazionale Luigi Di Maio, alla guida di Impegno Civico alleato con il Pd, servirà «agire con un provvedimento Taglia-Bollette, che abbiamo già pronto e che può essere varato il giorno dopo le elezioni. Bisogna bloccare questa emorragia economica e fare di tutto per evitare la chiusura di migliaia di imprese e mettere a rischio il posto di milioni di lavoratori».

E la ricetta del ministro degli Esteri, ex leader del Movimento Cinque Stelle, è che «lo Stato paghi l’80% delle bollette delle famiglie del ceto medio e in povertà e quelle di tutte le imprese, dal piccolo bar alla grande azienda, fino alla fine dell’anno. Abbiamo quantificato che per la parte delle imprese servono 13,5 miliardi e li possiamo ottenere dalle maggiori risorse che lo Stato incassa, ad esempio, da Iva e accise derivanti dall’inflazione». Non solo. Poi, prosegue Di Maio, «azzeriamo l’Iva su tutti i beni alimentari, della natalità e farmaceutici».

Poi però mette le mani avanti e dice no a un nuovo scostamento di bilancio: «Non possiamo innescare il meccanismo per cui si fanno gli scostamenti di bilancio e poi a pagare devono essere sempre i cittadini. Anche perché al governo abbiamo dimostrato che, grazie alla crescita, possiamo fare decreti senza fare più debito. Dobbiamo difendere i risparmi dei cittadini, che il trio sfascia conti Salvini-Meloni-Berlusconi rischia di bruciare con le sue proposte da 160 miliardi».

Di Maio poi commenta la campagna elettorale e dice che «Conte passa il tempo ad attaccare me, come fanno Calenda e Salvini. Io ho altro da fare e penso a mettere in campo soluzioni alle esigenze degli italiani». E poi elenca alcune priorità: dal salario minimo alla casa. «Gli under 40», dice, «non devono anticipare più un solo euro e per acquistarla i soldi li anticipa lo Stato, che farà anche da garante al 100%». Infine scommette che il suo Impegno Civico andrà «oltre i 6 per cento».

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