Riforme urlate e rischi per la democraziaFlick contro destra e sinistra: no all’uso della Costituzione come strumento da campagna elettorale

Il presidente emerito della Corte costituzionale spiega di essere preoccupato, perché «mi pare si facciano proposte di riforma con troppa disinvoltura, senza avere la necessaria consapevolezza delle conseguenze». Ma anche infastidito, perché «non mi piace si evochino disastri per la nostra democrazia se vincesse l’una o l’altra parte»

(La Presse)

Basta usare la Costituzione come «strumento da campagna elettorale». Il presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick, in un’intervista alla Stampa, non nomina nessun partito, ma spiega di essere «sconcertato» e preoccupato, perché «mi pare si facciano proposte di riforma con troppa disinvoltura, senza avere la necessaria consapevolezza delle conseguenze». Ma anche infastidito, perché «non mi piace si evochino disastri per la nostra democrazia se vincesse l’una o l’altra parte».

Flick spiega che in campagna elettorale non vale tutto. «Mettere in mezzo la riforma della Costituzione è una grossa stonatura», dice. «Una cosa è eleggere i componenti del futuro Parlamento, avanzando proposte politiche per affrontare i problemi concreti e quotidiani. Altra cosa è dire di voler cambiare i capisaldi dello Stato, i presupposti fondamentali della nostra democrazia, che devono restare a un livello superiore rispetto alla competizione elettorale».

Nessun endorsement all’allarme lanciato da Enrico Letta e dal centrosinistra, però. «Mi tengo fuori dalle polemiche, faccio un discorso generale sull’esigenza di non usare certi temi per alimentare la propaganda elettorale, anche lanciando allarmi sul pericolo che la nostra Costituzione venga stravolta».

Il punto, prosegue, è «evitare approcci semplicistici. Se si sceglie di passare a una repubblica presidenziale, bisogna cambiare tutti i meccanismi del “check and balance”, il controllo e il bilanciamento dei poteri, perché il presidente non sarebbe più un arbitro, ma rappresenterebbe una parte politica. Bisogna fare attenzione». E invece «noto un grande impegno nel rivolgersi ai giovani su Tiktok, ma i ragazzi preferiscono parlare di cose serie, io ne ho incontrati molti in giro per l’Italia appassionati della Costituzione. Ecco, possiamo dire che la Costituzione non è una roba da Tiktok».

Però, se chi vince le elezioni avrà i numeri in Parlamento, è legittimato a procedere. «È il gioco della democrazia», risponde. «Se si raggiunge la maggioranza dei due terzi, nella seconda votazione, si può cambiare la Costituzione, tranne ovviamente i principi fondamentali, senza passare dal referendum. E poi, con la semplice maggioranza dei tre quinti dal terzo scrutinio, in Parlamento nei prossimi anni si potranno nominare cinque componenti della Corte costituzionale, scegliendo persone che la pensano in un modo piuttosto che in un altro. È una via più semplice: se non riesci a cambiare la bottiglia, cambi il vino che c’è dentro».

E a Giorgia Meloni ha aperto all’ipotesi di una commissione bicamerale sulle riforme istituzionali, Flick risponde facendo un appello a trovare un percorso condiviso: «Lo faccio, unito a quello di non parlarne ora in campagna elettorale. Ma temo che un eventuale impegno solenne da parte dei partiti avrebbe lo stesso valore delle promesse che sentiamo in questi giorni. È ovvio che bisognerebbe mettersi d’accordo sulle modifiche della Costituzione, come è stato fatto, esempio positivo, per inserire esplicitamente la tutela dell’ambiente e della biodiversità per le generazioni future tra i principi fondamentali. Ma se fossimo capaci di farlo sempre, saremmo un Paese normale».

In ogni caso, avverte, «la stessa Costituzione raccomanda massima prudenza nel maneggiarla, prevedendo alcune votazioni in Parlamento, distanziate tra loro nel tempo, e richiedendo maggioranze diverse. È un invito a riflettere, a pensarci bene prima di riscrivere la Carta su cui si regge la nostra Repubblica».

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter