«I demagoghi populisti minacciano le democrazie dall’interno e un bullo come Vladimir Putin aggredisce in Ucraina le nostre libertà». L’ex segretaria di Stato ed ex first lady americana Hillary Clinton rilascia due interviste a Repubblica e Corriere dalla Mostra del Cinema di Venezia. «La democrazia è destinata a prevalere», dice. Ma a una condizione: «Non cedere al populismo e impedire le ingerenze di potenze straniere».
Clinton è a Venezia per l’impegno di “Vital Voices” a favore dei diritti delle donne, che sono «la prima linea dei diritti umani». Diritti negati anche nella guerra russa contro l’Ucraina, spiega. «Putin deumanizza il popolo ucraino, gli nega libertà e democrazia, vuole sono annetterli, sottometterli. È un piano che deve essere rigettato. Per questo sono orgogliosa della scelta fatta assieme da Europa e Stati Uniti, attraverso la Nato, di sostenere l’Ucraina inviando armi e anche di sostenere pesanti sacrifici aderendo alle sanzioni contro la Russia…».
Clinton definisce il presidente russo «un bullo. Farà di tutto per dominarti se glielo lasci fare. È brutale, è un killer. È guidato dal desiderio narcisistico di controllare qualsiasi cosa attorno a lui. Dentro la Russia e anche fuori, se riesce a farlo». Da segretaria di Stato tentò di lavorare nell’amministrazione Obama «su più temi. E in alcuni casi abbiamo avuto successo. Ma invase la Georgia nel 2008, la Crimea nel 2014 e ha assassinato con veleno, sicari e ogni altro mezzo chi non è d’accordo con lui. Abbiamo imparato dunque che deve essere oggetto di un contenimento. Come durante la Guerra Fredda: l’Urss era aggressiva e la contenemmo. Quando ci si trova davanti ad un bullo che aggredisce le nostre libertà, tenta di interferire nelle nostre elezioni, invade i vicini, non possiamo farglielo fare: serve il contenimento e solo una forte intesa fra alleati lo può rendere davvero efficace».
L’altro fronte per le democrazie è quello interno, a causa di partiti e movimenti populisti che continuano a sfidare i sistemi democratici, secondo Clinton. «Il populismo tenta sempre di cavalcare le paure delle persone, dandogli qualcuno da odiare, da incolpare per i problemi esistenti, siano gli immigrati o l’economia», spiega. «“La colpa non è vostra ma di altri”, dicono i populisti. È una tattica vecchia quanto la Storia dell’umanità, anche nell’Antica Roma c’era chi lo diceva. Oggi è un metodo ancora più efficace perché prevalgono le incertezze sul futuro. Più confusione c’è, più è facile per i demagoghi dire “seguite me e tutto sarà risolto”. Il populismo porta con sé però un grande pericolo». Ovvero: «L’aggressione delle libertà, perché il populismo vuole che tu sia d’accordo con lui, non desidera che tu pensi liberamente. Non tollera il dissenso. Per questo il populismo degenera spesso a destra nel fascismo ed a sinistra nel totalitarismo. È dunque importante che i cittadini delle nostre democrazie non si facciano ingannare dai demagoghi. Anche se, ammetto, è facile cedere alla tentazione di dire che un leader, “lui” o “lei” che sia, è “forte” e va seguito, o seguita, senza pensare».
Quando le viene chiesto un commento sulla possibile vittoria di Giorgia Meloni, giovane e donna, dice: «L’elezione della prima premier in un Paese rappresenta sempre una rottura col passato, ed è sicuramente una buona cosa. Però poi, come per ogni leader, donna o uomo, deve essere giudicata per quello che fa. Non sono mai stata d’accordo con Margaret Thatcher, ma ho ammirato la sua determinazione. Chiaramente poi si votano le idee». Clinton però è sicura che le donne a destra siano molto più supportate dal partito rispetto che a sinistra: «Vengono protette dal patriarcato perché spesso sono le prime a supportare i pilastri fondamentali del potere maschile e del privilegio. Oggi, in America, le leader di destra sono contro l’aborto, molto in favore delle armi».
Poi però dice che preferisce non fare alcun commento sulle elezioni politiche italiane. «Sta agli italiani decidere per chi votare», dice. «Ma l’Italia è stata una componente essenziale dell’alleanza occidentale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. La cultura e l’economia italiane hanno dato così tanto al mondo. E il forte sostegno dell’Italia per l’Ucraina dall’inizio di questa guerra è stato anche molto importante. Dunque, chiunque gli italiani sceglieranno come leader nelle prossime elezioni ciò che conta è assicurarsi che nessuna potenza straniera interferisca nel voto – perché sappiamo che questo è già successo – e che chiunque si candidi a guidare il Paese apprezzi libertà e democrazia. I populisti sollevano a volte questioni legittime come quella dell’immigrazione ma devono essere affrontare nel quadro di una comune condivisione dei principi di democrazia che ci accomunano».