Strategia opposta ai DemFico non demonizza Meloni: nessun pericolo per la democrazia e la collocazione internazionale

Il presidente della Camera, Cinque Stelle, prende le distanze da Letta e dice che la destra «battuta sui temi e sui valori». Spera in un governo politico e non tecnico, ma non vuole il presidenzialismo né l’autonomia. E difende il reddito di cittadinanza. Grillo? «Gli piace molto l’assetto attuale del M5S e la campagna elettorale che sta facendo»

Difende il reddito di cittadinanza, che «ha dato potere contrattuale ai lavoratori in un Paese in cui non ne avevano» pur ammettendo «che può essere perfezionato». E dice che il presidenzialismo non è «la risposta ai bisogni dell’Italia» per cui «non è il momento di una bicamerale, ma di risolvere i problemi energetici».

Il presidente della Camera Roberto Fico, Cinque Stelle non ricandidato a causa della regola sul limite dei due mandati sulla Stampa, dice che la campagna elettorale non gli sembra «aspra». Tutt’altro. L’importante è «approfondire gli argomenti così che i cittadini possano seguire».

Secondo l’esponente grillino, la democrazia non è in pericolo in caso di vittoria del centrodestra, come sostiene il segretario del Pd Enrico Letta. «E lo dice uno che è diventato presidente della Camera grazie alla forza della nostra democrazia», dice. «Vengo da una famiglia senza tessere, dal movimento per l’acqua pubblica e non posso pensare che chi vince voglia mettere in discussione tutto questo. Ritengo invece che la destra vada battuta sui temi e sui valori».

Fico non vede pericoli neanche con l’Ue e la Nato nel caso di una vittoria di Giorgia Meloni: «Impossibile. La collocazione internazionale dell’Italia è indiscutibile. Poi, come anche io ho fatto in passato, si possono fare delle critiche o delle proposte sui singoli problemi, ma senza mettere in discussione alleanze storiche fondamentali per il Paese».

Il presidente della Camera ora spera in una governo politico e non tecnico. Ma non vorrebbe il presidenzialismo: «Una soluzione semplice a un problema complesso. L’uomo solo al comando non corrisponde all’Italia. Il nostro parlamentarismo può apparire faticoso, ma per esempio nella pandemia si è rivelato utile». Certo, «il sistema è migliorabile con dei correttivi tecnici, con la sfiducia costruttiva del governo per esempio, ma non con il presidenzialismo». Né crede che possa essere utile una bicamerale: «Ricordo quella fallita di D’Alema e Berlusconi. Non credo sia il momento. Ci sono problemi più urgenti come quelli energetici».

E l’autonomia? «Rischia di aumentare il divario tra le Regioni, perché fa riferimento alla spesa storica», spiega. «I fondi del Pnrr, che mi piace ricordare essere un merito del governo Conte, servono a ridurre le differenze territoriali e sono dunque in conflitto con l’autonomia».

E dopo le parole del Papa sul lavoro e gli stipendi giusti davanti ai rappresentanti di Confindustria, spiega: «I partiti devono raccogliere la sfida. Il prossimo Parlamento dovrà impegnarsi per colmare i divari e alzare i salari. E una forza progressista come il M5S si applicherà fino in fondo contro le diseguaglianze, affinché il Paese cresca in modo uniforme da nord a sud e anche nelle zone svantaggiate del centro-nord».

Per questo, aggiunge, il reddito di cittadinanza va difeso «fino in fondo perché non si tratta di una misura assistenzialista ma che protegge la dignità delle persone. E non solo al Sud. Poi sono d’accordo che possa essere migliorato nell’attuazione pratica». Né è un disincentivo al lavoro, secondo Fico: «Rifiuto totalmente questa impostazione. La verità è che ora i lavoratori possono scegliere di non fare certi mestieri sottopagati. Si è dato un potere contrattuale in un Paese in cui non ce n’era. E poi per una minima parte di truffe si è aiutata tanta gente in difficoltà. Non è che per i falsi invalidi si è eliminata la pensione di invalidità».

Rispetto all’alleanza con il Pd, spiega che trova «difficile» un riavvicinamento. Su Di Maio preferisce non commentare. E Di Battista non lo sente da anni, «anche perché ha scelto una strada molto diversa dalla mia». Grillo invece lo sente «e spesso. Gli piace molto l’assetto attuale del M5S e la campagna elettorale che sta facendo. Con lui, che resta un vulcano di idee e di umanità, parliamo soprattutto del futuro: dall’energia pulita alle nuove città».

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