Restaurazione identitariaMeloni ha confermato la vocazione guerrafondaia di Fratelli d’Italia, dice Giuseppe Conte

In una intervista a La Stampa il leader grillino sostiene che il nuovo motto del governo sia: «non disturbare chi pensa al malaffare. Così tornano mazzette e valigette»

LaPresse

Giuseppe Conte dà una «insufficienza piena» al discorso «di restaurazione identitaria» pronunciato in Senato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni perché ha confermato la «vocazione guerrafondaia di Fratelli d’Italia. Un partito che abbraccia convintamente e irresponsabilmente la prospettiva di una escalation militare. In un’ora e dieci di intervento è stata capace di evitare accuratamente la prospettiva di un negoziato che porti alla fine del conflitto». 

In una intervista a La Stampa il leader grillino mostra ancora una volta la sua ambiguità sulla invasione russa in Ucraina, attaccando la presidente del Consiglio per la sua posizione netta contro la guerra di Vladimir Putin. Secondo Conte si tratta di una «volontà di esibire i muscoli che alimenta le tensioni internazionali anziché prevenirle», ma non spiega come aprire questo negoziato. 

Il capo del Movimento 5 stelle ha criticato le proposte economiche e sociali della presidente del Consiglio, annunciando di voler fare una opposizione intransigente, e attaccando addirittura il Partito democratico che «pare ancora molto vincolato al metodo Draghi». 

«Meloni si è preoccupata di rivendicare un progetto culturale conservatore e a tratti reazionario. Girare con valigette piene di contante non risponde alle necessità dei cittadini, ma corrisponde piuttosto alle tentazioni di corrotti ed evasori. E allora si comprende meglio il motto del governo, che non è più non disturbare chi ha voglia di fare, bensì non disturbare chi ha voglia di dedicarsi al malaffare. Mi sembra solo un altro pezzo della controriforma cominciata dal governo dei Migliori con la cancellazione del cashback». Conte ha anche citato il caposaldo della teoria economica comportamentale, la spinta gentile, sostenendo di voler alimentare l’uso della moneta elettronica, incentivando l’economia in chiaro e disincentivando quella in nero, ma e senza svantaggiare chi usa il contante.

Il leader grilino ha ammesso che il reddito di cittadinanza va migliorato, ma secondo lui solo nella parte che riguarda le politiche attive del lavoro, «rendendo operativi i centri per l’impiego, senza i quali è impossibile pensare di dare un lavoro a chi percepisce il reddito».

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