Il Parlamento Europeo, riunito oggi in seduta plenaria, ha assegnato il premio Sacharov per la libertà di pensiero al popolo ucraino, rappresentato dal suo presidente Volodymyr Zelensky, dai leader eletti e dalla società civile.
La popolazione ucraina, sin dall’inizio dell’invasione lanciata da Vladimir Putin ai danni del Paese il 24 febbraio 2022, sta lottando coraggiosamente per proteggere la propria sovranità, indipendenza, integrità territoriale.
Sta combattendo per preservare le proprie case dopo una guerra costata migliaia di vite e che ha portato alla distruzione di città e paesi, sta resistendo strenuamente all’aggressore per difendere i valori di libertà, democrazia, Stato di diritto. Valori europei, che sono oggi tremendamente in pericolo proprio alle porte del Continente.
Il conferimento del premio, annunciato dalla presidente del parlamento Europeo Roberta Metsola, è un importante simbolo del riconoscimento diplomatico dell’Unione Europea al ruolo del popolo ucraino nella difesa alla brutale aggressione cui la Russia ha sottoposto il fianco orientale dell’Europa. Avviene in un momento di grandi spaccature tra le opinioni pubbliche e le formazioni politiche (anche italiane) sul concetto di “pacifismo”, rappresentato secondo alcuni dalla resa di fatto dell’Ucraina all’esercito russo, mentre secondo altri dal sostegno armato e politico incondizionato alle forze armate che vi resistono.
They are standing up for what they believe in.
Fighting for our values.
Protecting democracy, freedom & rule of law.
Risking their lives for us.
And today proud winners of @Europarl_EN #SakharovPrize.
No one is more deserving.
Congratulations to the brave people of Ukraine! pic.twitter.com/SORmU2DSbA
— Roberta Metsola (@EP_President) October 19, 2022
Il premio Sacharov per la libertà di pensiero viene assegnato dal 1988, con cadenza annuale, a singoli individui, gruppi e organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali. È intitolato al fisico russo Andrei Sacharov (1021-1989), che lavorò al programma nucleare sovietico opponendosi, nella seconda metà degli anni ’50, ai test atomici per scopo bellico. Dissidente a tutti gli effetti, anche grazie al suo saggio del 1968 “Progresso, coesistenza e libertà intellettuale” – che arrivò clandestinamente e venne pubblicato anche dal New York Times – a Sacharov venne impedito di ritirare il premio Nobel per la Pace vinto nel 1975 per il suo impegno contro la censura.
L’idea di creare un premio annuale del Parlamento Europeo nacque nel luglio del 1984, durante un dibattito in seduta plenaria proprio sulla situazione di Andrei Sacharov. Per il deputato francese e relatore Jean- François Deniau, il dissidente russo incarnava perfettamente il premio, originariamente pensato per ricompensare gli impegni volti a sviluppare le relazioni Est-Ovest e dedicato alla libertà di discussione, alla difesa dei diritti umani e dello Stato di diritto.
Il 13 dicembre 1985 venne approvata a larga maggioranza la proposta di risoluzione che istituì ufficialmente il premio Sacharov per la libertà di pensiero, progetto sostenuto dal dissidente russo in persona dal suo esilio nella città di Gorky. Il primo premio Sacharov venne assegnato nel 1988 a Nelson Mandela e Anatoli Marchenko, e nel corso del tempo diversi vincitori, tra cui lo stesso Mandela, malala Yousafzai, Denis Mukwege e Nadia Murad, sono stati poi insigniti del premio Nobel per la Pace.
Il premio, oltre che essere un importante segnale, consiste in una somma di 50mila euro consegnata al vincitore. I candidati possono essere nominati da tutti i gruppi politici dell’Eurocamera, e da tutti i singoli deputati che abbiano il sostegno di almeno 40 colleghi per ciascun candidato. Il vincitore è eletto dalla conferenza dei presidenti, un organo del Parlamento Europeo che fa capo al suo presidente, composto dai leader di tutti i gruppi politici rappresentati nell’Aula.
Gli altri candidati finalisti per il premio erano Julian Assange, co-fondatore dell’associazione WikiLeaks che ha fornito alle principali testate giornalistiche globali documenti su crimini di guerra, abusi e torture ed è attualmente recluso nel Regno Unito in attesa di essere estradato negli Stati Uniti per spionaggio, e la Commissione per la verità in Colombia, istituzione creata nell’ambito di un accordo di pace del 2016 per porre fine al conflitto colombiano.
La cerimonia di premiazione si terrà il 14 dicembre, sempre a Strasburgo.