La marcia su MoscaIl mailbombing di Radicali italiani in Russia contro il fascista del Cremlino

Quasi un milione e cinquecentomila indirizzi email di cittadini russi riceveranno un appello per disertare la guerra in Ucraina e sottoscrivere la richiesta per l’incriminazione di Putin al Tribunale internazionale dell’Aja

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Vent’anni fa, quando Putin appariva a molti politici occidentali un interlocutore promettente e affidabile, Pannella andò in televisione a Otto e mezzo a proporre di «bombardare Mosca di informazione, di conoscenza e di verità» e di contrastare il consolidamento del regime putiniano rendendo visibile alle sue prime vittime, cioè ai cittadini russi, il carattere mostruoso del disegno di restaurazione imperiale già apertamente annunciato dall’ex colonnello del KGB divenuto capo del Cremlino. 

Gli esempi che Pannella faceva – i volantini lanciati alla popolazione dagli aerei alleati e la voce di Radio Londra durante la Seconda Guerra mondiale – hanno ispirato al partito di Radicali italiani un’iniziativa che è stata ieri presentata a Roma: l’invio a quasi un milione e cinquecentomila indirizzi email di cittadini russi, hackerati da Anonymous e recuperati nel dark web, di un appello, che li invita a disertare, a sottoscrivere la richiesta per l’incriminazione di Putin al Tribunale internazionale dell’Aja, a organizzare la resistenza e a «lottare insieme contro il nuovo fascismo»

Si tratta di una nuova fase della campagna digitale già lanciata qualche settimana fa in russo e in inglese, che ha visto anche un’incursione sul social russo Vk, bloccata dopo due giorni dalla censura degli apparati di sicurezza. 

Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, rispettivamente segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani, insieme a Oles Horodetskyy, presidente dellaAssociazione Cristiana Ucraini in Italia” e dirigente radicale, hanno scelto per il lancio di questa iniziativa il giorno del centesimo anniversario della marcia su Roma (28 ottobre 2022), proprio per denunciare l’analogia tra il fascismo mussoliniano e quello putiniano, due regimi di criminalità politica, economica e militare uniti dal ricorso indiscriminato alla violenza politica e dal disprezzo per lo stato di diritto e per la legalità internazionale.

Iervolino, Crivellini e Boni hanno ricapitolato le tappe del lungo impegno radicale contro Putin e contro la legittimazione del suo regime, che, fino al 24 febbraio 2022, ha unito la gran parte dei partiti italiani e dei governi europei, malgrado le caratteristiche del suo sistema di potere fossero fin dall’inizio già chiaramente tali da rappresentare una minaccia non solo per la libertà e sicurezza dei russi, ma anche per quella dei popoli europei, oltre che per la stabilità internazionale.

Oles Horodetskyy ha affermato che tra le condizioni per fermare la guerra, accanto alla resistenza dell’Ucraina e alle sanzioni e all’isolamento di Mosca, c’è il «risveglio del popolo russo» e la sua «uscita dalla realtà parallela costruita dalla propaganda del Cremlino» e ha insistito sulla necessità di «salvare l’Ucraina per salvare la Russia», cioè di salvare insieme gli ucraini dall’oppressione di un regime criminale e i russi dalla vergogna e dall’umiliazione per le responsabilità dei crimini di Putin: «L’Ucraina sarà ricostruita, ma come sarà ricostruita dopo questa guerra la coscienza morale dei russi?».

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