Si apre oggi la seconda giornata del summit europeo di Praga. I Capi di stato e di governo dei 27 Paesi membri si riuniranno per discutere del sostegno militare a Kiev e della crisi energetica. Intanto però Italia, Polonia, Grecia e Belgio hanno proposto in un documento un tetto «dinamico» al prezzo del gas, con alcuni correttivi da attivare per scongiurare una crisi delle forniture.
Non più un «tetto al prezzo», espressione diventata ormai un tabù come racconta La Stampa, ma un «corridoio di prezzo dinamico», da applicare su tutte le transazioni nel mercato del gas all’ingrosso, agganciato agli altri indici internazionali di riferimento e con un margine di fluttuazione del 5%. Una sorta di «interruttore per disincentivare la speculazione» che in caso di crisi delle forniture andrebbe accompagnato da un’ulteriore riduzione della domanda di gas e da compensazioni. Nel documento vengono individuati tre diversi scenari con le relative azioni da intraprendere per far fronte a un’eventuale carenza di gas.
Il governo guidato da Mario Draghi dà per scontato il sostegno dei 15 Paesi che già avevano firmato la lettera sul “price cap” ed è convinto che anche la Commissione europea si stia riposizionando su questa linea, agevolando così l’opera di convincimento della Germania, dei Paesi Bassi e degli altri Stati che finora si sono dimostrati scettici.
Nella delegazione italiana, viene dato per possibile un accordo al Consiglio europeo del 20-21 ottobre, l’ultimo di Draghi. Due giorni prima la Commissione europea presenterà la sua proposta che dovrebbe includere un meccanismo simile a quello elaborato dal ministero guidato da Roberto Cingolani. I dettagli tecnici saranno discussi tra i ministri dell’Energia nella riunione in agenda martedì e mercoledì prossimi a Praga, ma già oggi saranno i leader ad affrontare la questione da un punto di vista più politico nel corso del vertice informale.
Il tema delle forniture energetiche è stato al centro della tavola rotonda sull’economia alla quale hanno partecipato anche Draghi, il cancelliere Olaf Scholz e il premier della Norvegia, diventata il primo fornitore di gas dell’Unione europea. Ursula von der Leyen insiste nel dire che la riduzione dei prezzi passerà per forza di cose da un negoziato con Oslo e ieri ha convinto il premier Jonas Store a firmare una dichiarazione congiunta per dire che bisogna «sviluppare congiuntamente uno strumento per stabilizzare i mercati energetici e limitare l’impatto delle manipolazioni del mercato e della volatilità dei prezzi».
Intanto, a Roma, il ministero della Transizione ecologica ha pubblicato sul suo sito il decreto sui risparmi sul riscaldamento, che decide anche quando si possono accendere i termosifoni a Milano, Roma e nel resto d’Italia. Il documento prevede quindici giorni in meno di accensione e la riduzione di un grado della temperatura e di un’ora al giorno per il riscaldamento quest’inverno. La temperatura nelle abitazioni, che è fissata a 20 gradi per convenzione, dovrà scendere a 19. Ma i Comuni hanno facoltà di accendere gli impianti termici alimenti a gas per un periodo diverso se sussistono situazioni climatiche particolarmente severe. Dalle regole sono esclusi i luoghi di cura, scuole e asili, piscine e saune. Ma anche gli impianti alimentari a energia rinnovabile e le strutture usate per attività industriali e artigiane.
Il decreto del ministero della Transizione Ecologica rimodula i tempi di accensione degli impianti nelle città che rientrano nelle sei fasce climatiche in cui è suddivisa l’Italia, in base al clima medio del comune. In base a questa differenziazione:
L’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) pubblicherà un vademecum con le indicazioni essenziali per impostare correttamente la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini.
La rimodulazione riguarda anche le attività produttive. Dai 18 gradi per le attività industriali e artigianali il termostato scende a 17. Per gli altri ambienti si passa dai 20 gradi a 19. L’Enea ha preparato anche un doppio decalogo per i negozi e gli uffici, dove si consiglia di preferire le scale all’ascensore, utilizzare lampadine a basso consumo, installare sistemi di controllo intelligenti, ottimizzare l’impiego delle stampanti, effettuare regolarmente la manutenzione.
Ai negozianti il decalogo suggerisce di spegnere l’insegna durante la notte, scegliere lampadine a basso consumo, chiudere le porte, controllare i dispositivi a barriera d’aria, staccare le prese durante le ore di chiusura.