«Una manovra sbagliata» di «un governo senza visione». Maurizio Landini, leader della Cgil, sulla Stampa esprime il suo dissenso per la prima legge di bilancio del governo di Giorgia Meloni. «Non ci hanno ascoltato», lamenta. «Questa è una manovra che colpisce i più poveri e accresce la precarietà reintroducendo i voucher». Poi «premia gli evasori e con la flat tax aumenta l’iniquità del sistema fiscale». La conseguenza è che, dopo averne parlato con Cisl e Uil, ci si prepara ad andare alla mobilitazione. «Nel giro di poche settimane e con creatività».
«Proprio perché il momento è uno dei più difficili di sempre», racconta Landini, «abbiamo proposto al governo che con questa legge finanziaria si avviassero riforme vere, coinvolgendo il mondo del lavoro, ragionando su interventi fondati su qualità e sicurezza sul lavoro, su nuove politiche di sviluppo. Non sulla precarietà». L’incontro c’è stato, e anche «un impegno a valutare le nostre proposte. Poi sono arrivati dei provvedimenti decisi senza sentire la nostra opinione. Non è questo il metodo giusto. A parole sono stati disponibili. Nei fatti si sono comportati come molti in passato. Raggiunta l’intesa nella maggioranza hanno deciso di imporla senza alcuna mediazione sociale».
Risultato: «Le misure della legge di bilancio muovono in una direzione diversa dai bisogno reali. Delineano l’arretramento del nostro Paese. Nel momento in cui bisogna unire, loro propongono l’autonomia differenziata. Quando servirebbe fraternità e solidarietà, cancellano il Reddito di cittadinanza e premiano gli evasori. Il messaggio è che i furbi sono quelli evadono».
E sul cuneo fiscale, «si proroga la decontribuzione già ottenuta con il governo Draghi. Sembrano Totò che vende la Fontana di Trevi». Perché quel punto in più fino a 20mila euro, a conti fatti, «sono in media 12 euro lordi. Noi avevamo chiesto il 5 per cento perché chi lavora deve recuperare una mensilità. In aggiunta, un meccanismo automatico, il recupero del fiscal drag. Avevamo proposto di detassare gli aumenti nei contratti nazionali, e di assegnare loro attraverso la via legislativa un valore generale sancendo così un salario minimo e diritti normativi per tutte le forme di lavoro. Non c’è traccia di tutto ciò. Invece ecco i voucher. E la flat tax: a parità di reddito un dipendente paga il 43 per cento e un autonomo il 15 per cento».
E la «tregua fiscale», per il segretario, è «uno schiaffo in faccia a chi ha pagato le tasse. Se vogliamo offrire più diritti e più sanità, il fisco deve essere giusto». E invece «non hanno dichiarato guerra agli evasori. Siamo ancora ai condoni mascherati. Così il Paese arretra. Combattere l’evasione vuol dire tracciare tutti i pagamenti e non invece aumentare la circolazione del contante. Nell’era digitale si può fare. Manca la volontà politica. Lo si vede chiaramente». Da cosa? «Dalla tassa degli extraprofitti che si è fermata al 35 per cento e non recupera i miliardi che si potrebbero. E da salari e pensioni più tassati delle rendite finanziarie. Sono mosse che favoriscono i ricchi e diffondono la povertà».
Quanto al Reddito di cittadinanza, «abbiamo presentato proposte per migliorarlo, loro lo stanno cancellando. Hanno preso tempo per arrivare nel 2024 e buttarlo via. Già adesso non si poteva rifiutare una proposta di lavoro. Ma deve essere una proposta congrua e dignitosa. Oltretutto il reddito è familiare, non individuale. Dimenticano che creare lavoro vuol dire aiutare anche chi ha solo la terza media e non va bene un impiego pur che sia. È sbagliato. Cancellare il reddito non è una politica attiva del lavoro».
Landini è contrario anche all’allargamento dei voucher: «Avevamo raccolto milioni di firme per abrogarli. Di fatto ora si torna alla liberalizzazione. Questo implica che nell’agricoltura, nel turismo e nei servizi, si sostituisce il lavoro contrattuale e garantito con un semplice voucher. Si aumenta la precarietà!». Critica l’Opzione donna legata al numero dei figli: «È discriminatorio». E definisce quota 103 «una grande presa in giro». In più «si è modificato il meccanismo di indicizzazione delle pensioni, senza alcun confronto preventivo coi sindacati».
Ma se «il governo ha il diritto di governare, l’opposizione deve fare il suo dovere. Io faccio il sindacato e voglio che il governo ci ascolti. Ora non resta altra strada che mobilitarsi», annuncia il segretario. «Nei prossimi giorni proporremo queste valutazioni a Cisl e Uil. Considereremo tutte le iniziative necessarie a sostegno delle nostre richieste per apportare i cambiamenti necessari». Certo, conclude Landini, «hanno preso 12 milioni di voti. Non metto in discussione la legittimità di chi ha vinto le elezioni. Ma non rappresentano la maggioranza del Paese. Non possono fare come gli pare. L’ascolto è mediazione e contrattazione con le parti sociali. Si erano impegnati, e non è avvenuto. Ora lo rivendichiamo con pieno diritto».