Re per una notteLa galassia dei movimenti neomonarchici d’Europa

Il tentato golpe in Germania pare un caso isolato, ma personaggi come Heinrich XIII non sono un’anomalia nel nostro continente. Dalla Francia al Portogallo e persino nell’ex sfera sovietica, esistono formazioni irrilevanti politicamente (con l’eccezione della Serbia) ma ancora combattive

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Foto: Michael Gaida da Pixabay

Tra le venticinque persone fermate nella enorme retata della polizia tedesca e accusate di complottare per prendere il potere in Germania ci sono membri dell’esercito tedesco, una ex parlamentare del partito di estrema destra AfD e il loro leader, un tale Heinrich XIII, un settantunenne discendente di una famiglia nobile che nel dodicesimo secolo governò una parte della Germania orientale. Il piano del Movimento dei cittadini del Reich (Reichsbürgerbewegung) andava oltre la sovversione del potere: volevano organizzare un colpo di Stato che spazzasse via il concetto stesso di Repubblica Federale Tedesca, da loro mai riconosciuta, per restaurare la monarchia sul modello del Secondo Reich istituito nel 1871 dal Kaiser Guglielmo I e caduto definitivamente nel 1918, dopo la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale.

La preoccupazione principale delle autorità riguardava i mezzi di cui disponevano: alcuni degli arrestati, quelli che avevano fatto parte dell’esercito, sono accusati infatti di aver sottratto armi durante i loro anni di servizio. Un fatto preoccupante che apre la finestra su un mondo sommerso, mal calcolato, spesso sottovalutato: quello dei movimenti monarchici europei.

Monarchie d’Europa
Prima di tutto però serve un rapido ripasso: in Europa ci sono dodici monarchie (Regno Unito, Spagna, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia, Principato di Monaco, Andorra, Liechtenstein, Lussemburgo, Città del Vaticano, quest’ultima con la particolarità di essere l’unica monarchia assoluta del continente e una delle pochissime monarchie elettive del mondo attuale). Sono presenti partiti o movimenti monarchici in praticamente tutti i restanti paesi, a cominciare dall’Italia, dove la situazione è ingarbugliata.

Non solo nostalgici dei Savoia
Sì perché per delineare i contorni dei monarchici italiani bisogna intanto specificare che i «tifosi del re» (che già sono pochissimi) sono divisi e in guerra tra loro: una parte sostiene il diritto al trono di Vittorio Emanuele di Savoia e così, in linea di successione, anche di suo figlio, Emanuele Filiberto, vincitore della quinta edizione di Ballando con le stelle, ma soprattutto secondo nel 2010 a Sanremo con il brano Italia Amore Mio (con Pupo e Luca Canonici, recuperate il duetto con Marcello Lippi, preludio alla disfatta dei mondiali in Sudafrica che si sarebbero giocati quell’estate).

Un’altra frangia sostiene invece Aimone di Savoia-Aosta, secondo una interpretazione delle leggi di successione della famiglia regnante italiana che non stiamo a spiegare altrimenti facciamo notte.

In questo panorama già disastrato e decisamente surreale, c’è poi l’arcinemico dei Savoia, il Movimento Neoborbonico, un gruppo separatista che vorrebbe la restaurazione del Regno delle Due Sicilie che, secondo il suo punto di vista, fu defraudato dai garibaldini e massacrato dall’Unità d’Italia. C’è poi un fattore importante: in Italia la gran parte dei monarchici filo-savoia confluì nel Msi di Giorgio Almirante negli anni Settanta, sparendo del tutto.

Chi è invece rimasto fuori al tempo, sostenendo che fascismo e monarchia erano inconciliabili, oggi vive politicamente, ma porta avanti una battaglia francamente irrealizzabile, specie se si passa per Sanremo.

Tra Orleans e duchi
Facendo due passi oltre la realtà tragicomica del nostro Paese vediamo associazioni e partiti più strutturati in tutta Europa.

In Francia il Centre Royaliste d’Action Française, erede dell’Action Française è ancora attivo e sostiene il diritto al trono di Giovanni IV d’Orleans. Sembra strano che nel Paese della Rivoluzione e dei re decapitati esistano ancora reminiscenze di questo tipo.

Il movimento è il principale (in totale sono tre) ed è decisamente schierato a destra: euroscettico, contrario alla globalizzazione e al sistema dei partiti, nel corso degli anni ha smesso di propugnare tesi antisemite e xenofobe, mantenendo però quelle islamofobe nel proprio programma. Celebra ogni anno una cerimonia in onore di Luigi XVI, il 21 gennaio, anniversario della sua esecuzione.

In Portogallo, dopo la Rivoluzione dei Garofani che nel 1974 depose Antonio Salazar, nacque il Partido Popular Monarquico (Ppm), che è ancora attivo e che, seppur con pochissimo seguito e nessun rappresentante in Parlamento, sostiene il diritto ereditario del Duca di Loulè, in opposizione alle posizioni del pretendente al trono dal 1976, il Duca Duarte Pio di Bragança.

Contrariamente ai francesi, il Ppm è lievemente conservatore, ma è stato allo stesso tempo il primo partito a introdurre le tematiche ambientaliste nel dibattito politico portoghese.

La fiera dell’Est
Spostandosi a Est, alcuni Paesi che portano sulle spalle la pesante eredità post-sovietica hanno formazioni che sostengono la tesi monarchica. È il caso dell’Unione per la Politica Reale in Polonia, partito conservatore e sovranista che racimola pochi voti, ma che nel 1991 e nel 2015 è riuscito a ottenere dei seggi in Parlamento.

La Serbia è un altro degli Stati che hanno avuto a che fare con i monarchici. Tenendo bene a mente l’odio del popolo serbo per i regnanti (per info chiedere all’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria-Este), esistono due gruppi abbastanza diversi tra loro.

Il primo, Movimento del Rinnovamento Serbo, è una formazione conservatrice moderata, sostenitrice dell’europeismo e dell’atlantismo, che nel 2008 riuscì a far eleggere, in coalizione, il Primo Ministro Mirko Cvetković. Il secondo invece è decisamente più problematico. Dveri è nato nel 1999 come una Ong cristiana ortodossa e nazionalista a difesa della famiglia tradizionale.

Dal 2012 in poi è diventato un partito che si presenta alle elezioni politiche e che oggi ha sei parlamentari. La sua ideologia è attaccata da più parti e definita fascista e antisemita, antiabortista, clericale e antinazionalista, protezionista ed econazionalista. Ovviamente, sostengono il monarchismo e collaborano con AfD, formazione che sembra, almeno in parte, implicato nel caso del tentato golpe tedesco.

Più realisti del re
Per concludere il tour europeo, sembra incredibile ma ci sono movimenti monarchici all’interno dei paesi in cui già vige la monarchia. È il caso della Comunione Tradizionalista Carlista, in Spagna. Di base il loro pensiero è il seguente: va bene il re, ma non questo re, bensì il discendente di Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna. Anche qui ci sono beghe familiari che per praticità è meglio non riassumere.

In definitiva: in quasi tutti i paesi europei esistono movimenti legittimi che sostengono la volontà di restaurare una forma di governo arcaica come la monarchia. Nessuno però si è mai spinto oltre come il Reichsbürgerbewegung.

Anzi sì, qualcuno c’è stato, ma bisogna tornare al 1935, quando il generale Georgios Kondylis riuscì a rovesciare la Seconda Repubblica Ellenica, ad approvare il ripristino della Costituzione monarchica del 1911 e a restaurare, dopo un referendum fraudolento, la monarchia in Grecia, permettendo il rientro nel paese di Re Giorgio II.

Erano altri tempi, c’erano regimi in tutto il continente e la guerra era alle porte. Oggi ci troviamo nell’età della globalizzazione e sotto lo scudo dell’Unione europea. C’è davvero bisogno di preoccuparsi perché qualcuno vuol rimettere le teste coronate sul trono? Non dovrebbe essere così, eppure questo pazzo pazzo mondo ci stupisce ogni volta.

A questo punto meglio puntare alla restaurazione di una monarchia sovranazionale, stile Sacro Romano Impero, con al trono un nuovo Carlo Magno, sovrano dell’Unione europea.

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