Un secondo manifestante, Majidreza Rahnavard, è stato giustiziato a Mashhad, in Iran, con l’accusa di aver ucciso due Basiji, componenti della forza paramilitare fondata dall’ayatollah Khomeini.
Secondo l’agenzia di stampa della magistratura Mizan, Rahnavard è stato condannato per «guerra contro Dio» per aver accoltellato a morte i due Basiji Hossein Zeinalzadeh e Danial Rezazadeh, e averne feriti altri quattro a Mashhad, nella provincia di Khorasan Razavi, il 17 novembre, durante le proteste successive alla morte di Mahsa Amini.
Secondo gli attivisti per i diritti umani, Rhanavard è stato duramente picchiato durante la detenzione. Successivamente è stato esposto alla tv di Stato mentre confessava gli omicidi, ma secondo gli osservatori e gli attivisti lo avrebbe fatto sotto la pressione delle autorità.
È il secondo manifestante giustiziato dopo Mohsen Shekari, impiccato giovedì scorso, anche lui condannato per aver partecipato a un blocco stradale e ferito un Basiji durante le proteste.
Il regime intanto ha condannato a morte anche l’ex calciatore iraniano Amir Nasr-Azadani e l’attore teatrale Hossein Mohammadi per aver preso parte alle manifestazioni in corso dal 16 settembre. Ma, secondo gli attivisti per i diritti umani, almeno una dozzina di persone sono già state condannate alla pena capitale in udienze a porte chiuse.
Circa 488 persone sono state uccise dall’inizio delle manifestazioni a metà settembre. Altre 18.200 persone sono state arrestate dalle autorità.