Passi avanti Se deforesti non entri in Europa

Il divieto di importazione nell’Unione europea di prodotti che contribuiscono alla deforestazione come cacao, soia o caffè è realtà. Quella approvata ieri è la prima legge al mondo che riporta il confronto ecologico sul terreno economico, l'unico sul quale le leve sono determinanti per il cambiamento

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Nella notte tra lunedì e martedì, il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo per vietare l’importazione nell’Unione di diversi prodotti, come cacao, caffè, soia, manzo o olio di palma, quando la loro produzione contribuisce alla deforestazione. La loro importazione sarà quindi vietata se questi prodotti provengono da terreni disboscati dopo il dicembre 2020, tenendo conto dei danni inflitti alle foreste, scrive Le Figaro. Le aziende importatrici dovranno quindi dimostrare la loro tracciabilità utilizzando i dati di geolocalizzazione delle colture, abbinati a foto satellitari per una maggiore garanzia. «Questa è una prima volta al mondo! È il caffè a colazione, il cioccolato che mangiamo, il carbone nei nostri barbecue, la carta nei nostri libri. È una scelta davvero radicale», ha detto il presidente della commissione per l’ambiente al Parlamento europeo Pascal Canfin, che su Linkedin ha spiegato la portata storica di questa legge.

Il presidente, da sempre in prima linea rispetto a questo tema, racconta l’iter e il futuro di questa rivoluzione: «È il risultato di una lotta che conduco da quasi tre anni al Parlamento europeo, e sarebbe stato inimmaginabile in Europa qualche anno fa. L’accordo raggiunto chiuderà le porte del nostro continente – il più grande mercato del mondo – ai prodotti di uso quotidiano che hanno il più alto impatto sulla deforestazione nel mondo, se i loro importatori non saranno in grado di dimostrare, con documenti satellitari e geolocalizzazione che non provengono da zone disboscate».

Un’azione economica per contrastare attivamente il cambiamento climatico, prosegue Canfin: «Questa azione è radicale. Useremo la forza del nostro mercato unico per influenzare la globalizzazione: quello che chiediamo ai produttori europei, lo chiederemo anche agli importatori. Questa è la visione dell’UE come potenza verde che portiamo avanti dal 2019. Sono soddisfatto dell’esito dei negoziati con il Consiglio. Rispetto alla proposta della Commissione Europea, saranno coperti anche la gomma (una delle maggiori cause di deforestazione nel sud-est asiatico), la carta stampata nei nostri libri e i cosmetici come shampoo o rossetti a base di olio di palma».

Quali sono i futuri sviluppi della legge? Canfin è determinato a non fermarsi qui: «Un altro punto cruciale del negoziato è che la legislazione sarà modificata entro un anno per coprire altre terre boschive come il Cerrado in Brasile. Il testo sarà inoltre modificato tra due anni per includere le istituzioni finanziarie nel campo di applicazione della legislazione, poiché sarebbe paradossale vietare a Danone o Mars di acquistare cioccolato da un’area deforestata autorizzando BNP Paribas o Santander a continuare a finanziare la loro produzione. Inoltre, tra due anni, il testo sarà esteso alle mangrovie e alle torbiere, anch’esse soggette a massicce distruzioni».

Una scelta davvero di visione, e che riporta il confronto sull’unico terreno che sembra importare davvero, quello economico. L’unico sul quale le leve sono determinanti per il cambiamento. Conclude il Presidente: «A pochi giorni dall’inizio della COP15 sulla biodiversità a Montreal, mostriamo concretamente come utilizzare la forza del nostro mercato unico per evitare che i consumi europei si traducano in un aumento della deforestazione fuori dai nostri confini. Il testo contribuirà ad allineare le regole commerciali con il Green Deal europeo. Rappresenta una vittoria di cui possiamo essere orgogliosi e un punto di svolta nel modo in cui l’Europa riprende il controllo della globalizzazione».

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