Ogni anno, Oxfam pubblica uno studio in concomitanza con il World Economic Forum di Davos. I rapporti precedenti erano spesso basati su dati errati e metodologie non scientifiche. Ciononostante, i media hanno sempre dedicato ampio spazio ai rapporti annuali di Oxfam. Questa volta, però, una delle conclusioni di Oxfam è corretta: per la prima volta in 25 anni, l’estrema ricchezza e l’estrema povertà sono aumentate contemporaneamente, e Oxfam ha puntato il dito contro questo andamento. Negli anni precedenti, tuttavia, è accaduto esattamente il contrario.
Il numero di miliardari è aumentato costantemente negli ultimi decenni, mentre il numero di persone che vivono in estrema povertà è diminuito costantemente.
Prima dell’avvento del capitalismo, la maggior parte delle persone nel mondo viveva in condizioni di estrema povertà. Nel 1820 circa il 90 per cento della popolazione mondiale viveva in condizioni di povertà assoluta. Oggi la percentuale è inferiore al 10 per cento. E soprattutto: negli ultimi decenni il declino della povertà ha subito un’accelerazione senza precedenti nella storia dell’umanità. Nel 1981, il tasso di povertà assoluta era del 42,7 per cento; nel 2000 era sceso al 27,8 per cento e nel 2021 era inferiore al 10 per cento. Il numero di miliardari, invece, è aumentato di circa cinque volte dal 2000, secondo Forbes. È questa tendenza principale, che persiste da decenni, a essere cruciale.
È vero – contrariamente alle aspettative iniziali della Banca Mondiale, che compila questi dati – che la povertà è aumentata di nuovo negli ultimi due anni. Ma questo è in gran parte il risultato della pandemia globale di Covid-19, che ha esacerbato la situazione nei Paesi in cui la povertà era già relativamente alta. Anche altre tendenze a lungo termine portano all’ottimismo. Per esempio, il numero di bambini che lavorano nel mondo è diminuito in modo significativo, passando da 246 milioni nel 2000 a 160 milioni vent’anni dopo, nel 2020. E questo calo è avvenuto nonostante la popolazione mondiale sia aumentata da 6,1 a 7,8 miliardi nello stesso periodo.
Questo dimostra che ciò in cui credono gli anticapitalisti, cioè che i ricchi si arricchiscono a spese dei poveri, è un’idea sbagliata. In realtà, è vero il contrario: la crescita economica fa sì che all’aumentare del numero di ricchi diminuisca il numero di persone che vivono in povertà, su scala globale. Un esempio è la Cina: nel 1981, l’88 per cento della popolazione cinese viveva ancora in condizioni di estrema povertà. Poi Deng Xiaoping ha avviato le sue riforme pro libero mercato con lo slogan: «Lasciamo che alcuni si arricchiscano per primi». Prima di allora, la Cina non aveva un solo miliardario perché la proprietà privata non era consentita sotto il governo di Mao. Oggi, in Cina ci sono più miliardari che in qualsiasi altra parte del mondo, a eccezione degli Stati Uniti. E il numero di persone che vivono in estrema povertà è sceso a meno dell’1 per cento.
Un altro esempio è il Vietnam: nel 1993, ben l’80 pe cento della popolazione vietnamita viveva in povertà. Nel 2020, la percentuale era scesa ad appena il 5 per cento. Ciò è stato possibile grazie all’introduzione dei diritti di proprietà privata e alle riforme di libero mercato. Allo stesso tempo, questo ha portato alcune persone in Vietnam a diventare molto ricche e oggi ci sono persino diversi miliardari in un Paese che un tempo era uno dei più poveri al mondo.
Come si fa a combattere efficacemente la povertà e la fame? Molti credono che la risposta risieda negli aiuti allo sviluppo, nonostante il fatto che negli ultimi 50 anni questi aiuti non abbiano cambiato nulla in Africa. Ciò che invece ha funzionato molto bene in un gran numero di Paesi è l’introduzione dell’economia di mercato e dei diritti di proprietà privata.
Gli anticapitalisti come l’organizzazione Oxfam vedono il mondo in termini di “somma zero”. Ci dicono che i poveri sono poveri solo perché i ricchi sono ricchi. Ma se questo fosse vero, come si spiega il fatto che mentre il numero di persone estremamente ricche è aumentato, il numero di persone che vivono in estrema povertà è diminuito? Questa è la regola da 200 anni. Un anno in cui si è verificato il contrario, in gran parte a causa degli effetti della pandemia di coronavirus da un lato e di un mercato azionario molto positivo dall’altro, è un’eccezione molto rara.