Per ora Forza Italia sarà leale a Giorgia Meloni, ma la riforma sull’autonomia non si farà velocemente come pensa Matteo Salvini, così come il presidenzialismo e la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. In una intervista al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Antonio Tajani fa il punto della situazione sul governo Meloni. Ammette le tensioni dentro Forza Italia per le decisioni della presidente del Consiglio «qualche scontento per non avere avuto qualcosa che pensava di meritare ci può pure essere, come in tutti i partiti», rassicura sulla leadership di Berlusconi: «è il leader indiscusso di FI. Lui è il padre del centrodestra, è il leader senza il quale noi oggi non saremmo qui. È sempre in collegamento con noi, la linea politica la dà lui. Non scherziamo»- E soprattutto chiarisce sul futuro dell’esecutivo, ribadendo però le differenze nel centrodestra: «Siamo sempre stati leali e lo saremo, pur facendo valere le nostre posizioni, perché il centrodestra è composto da forze diverse, e non è un partito unico»-
Tajani spiega perché sarà difficile approvare presto la riforma sull’autonomia:. «Non vogliamo frenare né fare melina. Ma non è una corsa contro il tempo quella che dobbiamo fare, bensì una riforma fatta bene. l’Italia è fatta da 60 milioni di cittadini, che non sono solo quelli di alcune regioni. E bisogna lavorare, come Costituzione prevede, perché tutti abbiano le stesse possibilità di sviluppo, assistenza, protezione, benessere».
Il ministro degli Esteri manda tra le righe un messaggio al suo alleato Matteo Salvini, visto che il segretario leghista e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha promesso di approvare l’autonomia differenziata entro il 2023: «Le grandi fabbriche che hanno reso il Nord trainante sono state possibili anche grazie all’enorme capitale umano del lavoro di cittadini del Sud. Adesso dobbiamo lavorare ai Lep, pensare a un fondo di perequazione, tenendo conto che non faremo un decreto ma un disegno di legge e il Parlamento avrà modo e tempo per discutere»
Nell’intervista al Corriere, Tajani rivendica il lavoro di Forza Italia per mantenere la barra dritta in politica estera, in particolare sul sostegno all’Ucraina e anche alla decisione comune degli Stati dell’Unione europea sul tetto del gas. «Ci siamo e ci saremo, pur nelle difficoltà che il governo affronta, che possono far cambiare l’agenda da un giorno all’altro per fattori endogeni come costi dell’energia, inflazione, guerra».
Da ex presidente del Parlamento europeo, Tajani conosce bene le dinamiche Ue per l’approvazione di riforme comuni e avverte la presidente del Consiglio che per ottenere flessibilità sul Piano nazionale di riprese e resilienza bisognerà concedere qualcosa alla Commissione Ue e agli altri Stati membri: «Se si chiede flessibilità all’Europa anche sul Pnrr, come stiamo facendo, bisogna anche essere disponibili noi alla stessa flessibilità. È un dialogo che sta andando avanti. Sono ottimista, come sulle prospettive del governo: perché tutti noi sappiamo che il nostro compito è quello di governare per cinque anni. E nessuno vuole venire meno al suo dovere»