Questa antologia è stata ideata, composta e tradotta mentre a Kyjiv suonavano le sirene antiaeree, mentre molti dei suoi abitanti scappavano dalla città per portare in salvo i loro figli dalla guerra e mentre altri sceglievano di rimanere nei rifugi – i più sicuri si sono rivelati le stazioni della metropolitana. Le bombe russe hanno iniziato a cadere su tutta l’Ucraina il 24 febbraio 2022, lasciando segni profondi del loro passaggio sui volti dei kyjiviani e sulle facciate delle loro case. In primavera, dopo il ritiro delle truppe russe dal nord dell’Ucraina, in molti sono tornati in città. Nei giorni d’autunno in cui si conclude la redazione di questa antologia, la capitale ucraina sprofonda nuovamente nel buio, perché i continui attacchi russi hanno distrutto le centrali elettriche attorno alla città.
Malgrado la paura seminata tra le strette vie di Podil e le larghe piazze del Centro, Kyjiv tende verso l’alto, resiste, con le schiene delle sue numerose salite dritte verso le cupole d’oro delle sue storiche chiese. Mentre il futuro della capitale ucraina rimarrà segnato per lunghi anni a venire da questa guerra scatenata dalla Russia già nel 2014, ma che ancora non aveva toccato direttamente Kyjiv, questa antologia cerca di ripercorrere attraverso i testi selezionati la storia e il presente della città, fornendone una vera e propria guida letteraria, di raccontare le abitudini dei suoi cittadini, la loro vita e la loro cultura per far sì che l’immagine di Kyjiv non resti legata soltanto all’esperienza della guerra.
La scelta di Kyjiv come luogo privilegiato di osservazione è dovuta al suo essere stata la capitale di diverse entità statali che nel corso della storia hanno popolato l’Ucraina, e per questo è stata teatro di avvenimenti storici che hanno definito il percorso di tutto il Paese. La composizione dell’antologia segue la conformazione geografica di Kyjiv. La città è strutturata su tre livelli: Podil, Centro e Pecers’k, collegati tra loro da varie salite. La narrazione kyjiviana che è qui restituita percorre un movimento dal basso verso l’alto, dall’acqua del fiume Dnipro alla collina e al cielo delle cupole dorate e a forma di cipolla delle chiese, che viste da sotto sembrano sospese in aria, dalla calma dell’acqua al chiasso della città bassa e poi al suono delle campane nella città alta.
I personaggi dei brani selezionati si spostano, camminano, si muovono, sentendo attorno a loro parlare lingue diverse: l’ucraino, il russo, lo yiddish, il polacco, il francese e il tedesco, dimostrazione della dinamicità e vivacità culturale della capitale.
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Nel primo testo che apre questa antologia, tratto dal diario del poeta Taras Ševcenko, Kyjiv appare in sogno, come teatro di un passato ideale trascorso insieme agli amici più vicini. Ogni sezione, accompagnata da una guida alla lettura, segue al suo interno un ordine cronologico. Si inizia dal 1831, l’anno in cui Nikolaj Gogol’ scrisse La terribile vendetta. Ciascun testo, che siano lettere, pagine di diario, poesie o brani tratti da romanzi, vuole proporre una panoramica sulla città e funge da tessera di un mosaico per un determinato periodo storico e letterario ma che alla fine intende rappresentare un’unica immagine che ci accompagni al 2022.
Sono stati inseriti alcuni scrittori di lingua russa come Nikolaj Gogol’, Michail Bulgakov e Anna Achmatova che, pur avendo trascorso periodi importanti della loro vita a Kyjiv, tradizionalmente non fanno parte del canone letterario ucraino. Nikolaj Gogol’, scrittore russo di origine ucraina, ha sempre trovato nella sua doppia anima ucraino-russa la sua più forte espressione artistica. Scrivendo in russo, nelle sue opere guarda spesso al contesto ucraino, come nel brano parte di questo volume, che è infatti dedicato al glorioso passato del cosaccato ucraino. Al contrario, Michail Bulgakov, nato a Kyjiv nel 1891, non si è mai identificato con il contesto ucraino, come conferma il suo trasferimento a Mosca subito dopo la fine del periodo rivoluzionario nel 1921, e che restituisce infatti un’immagine profondamente connotata della capitale. Anche Anna Achmatova trascorse a Kyjiv gli anni della sua giovinezza, immortalati nei suoi versi scritti e dedicati alla città.
Se i tre autori russi sono generalmente noti al lettore italiano, molti degli autori ucraini e dei loro testi vengono presentati per la prima volta in questo libro. Sin dai suoi albori alla metà dell’Ottocento, con le opere di Taras Ševcenko, la letteratura ucraina visse all’ombra della vicina letteratura russa, non tanto per mancanza di testi di qualità o di nomi di spicco, ma perché vista dalle autorità prima imperiali e poi sovietiche come una minaccia, la miccia che avrebbe potuto far esplodere il desiderio indipendentista ucraino. Non a caso tanti autori di lingua ucraina sono stati anche attivisti in prima persona dell’indipendenza dell’Ucraina, e per questo eliminati fisicamente, come nel caso di Valer’jan Pidmohyl’nyj, giustiziato nella foresta di Sandarmoch nel 1937, e di Vasyl’ Stus, morto per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute nella colonia penitenziaria Perm’-36 nel 1985.
Gli autori ucraini proposti in questa antologia, a eccezione di Attyla Mohyl’nyj, Aleksej Nikitin e Iryna Cilyk, non sono originari di Kyjiv, eppure molti di loro – Ivan Necuj-Levyc’kyj, Valer’jan Pidmohyl’nyj, Borys Antonenko-Davydovyc, V. Domontovyc, Pavlo Tycyna, Vasyl’ Stus – incarnano con le loro biografie e i loro testi il nucleo letterario della città, profondamente arricchito dalle loro voci. Altri, come Taras Ševcenko, Lesja Ukrajinka e Jurij Andruchovyc, hanno avuto bisogno del palco di Kyjiv per affermarsi definitivamente come autori. Il volume si chiude con alcune pagine del diario della scrittrice Olena Stjažkina, che vede in questa antologia la prima pubblicazione assoluta, appuntate tra il febbraio e l’agosto del 2022: qui il sogno di Ševcenko è diventato un incubo, un dolore al cuore della capitale che rimarrà a lungo una ferita aperta.
La scelta da parte dei traduttori di adottare il toponimo Kyjiv si basa sulla traslitterazione scientifica dall’ucraino; la guerra imperialista della Russia ha infatti riaperto il tema della grafia Kiev-Kyiv in varie lingue. Mentre la prima è una traslitterazione dal russo, entrata ormai da tempo nei dizionari, la seconda è la traslitterazione dall’ucraino all’inglese, ultimamente prediletta e utilizzata anche dai giornali italiani. Nel titolo dell’antologia abbiamo quindi mantenuto la grafia Kyiv, ormai nota anche al lettore italiano, mentre nei testi abbiamo optato per il rispetto della traslitterazione scientifica Kyjiv. Dopo l’inizio dell’invasione russa nel 2014 a livello internazionale infatti è partita la campagna #KyivNotKiev, con l’obiettivo di incoraggiare, per il toponimo della capitale, l’utilizzo della traslitterazione dall’ucraino, come simbolo dell’identità nazionale minacciata nella sua stessa esistenza da bombe russe. Esistono anche una Kyjiv polacca e una Kyjiv ebraica che meriterebbero di essere studiate e tradotte. Questa antologia ha cercato di offrire un primo invito, facendo da apripista nell’editoria italiana, alla lettura dei testi su Kyjiv, con la speranza che questo sia per il lettore italiano solo il primo di una lunga serie di appuntamenti letterari con questa città.