Tetto di cristalloMargherita Cassano, per la prima volta una donna al vertice della Cassazione

La commissione incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura l’ha indicata come unica candidata per diventare il giudice più alto in grado del Paese, carica che andrà a ricoprire non appena l’attuale presidente Petro Curzio andrà in pensione. Il plenum per ratificare la nomina ci sarà il 1 marzo

Dopo la prima donna presidente della Corte costituzionale – Marta Cartabia nel 2019 – un altro «tetto di cristallo» sta per rompersi nel mondo della giustizia. Margherita Cassano dal 5 marzo assumerà la carica di prima donna presidente della Corte di Cassazione. Il giudice più alto in grado del Paese. La commissione incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura l’ha indicata come unica candidata per quella carica, che andrà a ricoprire non appena l’attuale presidente Petro Curzio andrà in pensione.

Il plenum per ratificare la nomina, ormai scontata, è stato fissato per mercoledì 1 marzo. Come da prassi, sarà presieduta dal capo della Stato che è pure presidente del Csm. Margherita Cassano entrerà anche a far parte, come membro di diritto, dell’organo di autogoverno delle toghe di cui è già stata componente tra il 1998 e il 2002, eletta dai colleghi nelle file della corrente “moderata” Magistratura indipendente.

Nata a Firenze nel 1955, Cassano ha indossato la prima volta la toga nel 1980, cominciando a lavorare nella Procura della sua città, occupandosi subito di questioni legate alle tossicodipendenze e al traffico di droga. Al fianco di Pier Luigi Vigna, s’è poi dedicata alle indagini sulla criminalità organizzata fin quando è stata eletta al Csm. Tornata in ruolo, nel 2003 è approdata in Cassazione con il ruolo di giudice, guidando la prima sezione penale, per poi rientrare a Firenze come presidente della corte d’appello e dal 2020 ancora in Cassazione come presidente aggiunto. Fino a salire l’ultimo grado di primo giudice d’Italia.

Nel cammino delle donne verso una piena parità nel mondo del lavoro questa sarà una tappa epocale. Soprattutto perché ormai le donne rappresentano più della metà dei giudici italiani.

Nel 2013, il posto che oggi viene assegnato alla Cassano sfuggì a Gabriella Luccioli, protagonista della sentenza su Eluana Englaro. E sono passati ben dieci anni da allora con presidenze tutte al maschile.

Prima del voto, la quinta commissione ha ascoltato i due candidati, oltre alla Cassano, anche Giorgio Fidelbo, toga della Cassazione e presidente della sesta sezione penale da cui passano i più importanti verdetti soprattutto in tema di orientamento giuridico sull’interpretazione delle leggi. Ma a far prevalere la Cassano, a parte l’essere già presidente aggiunta, è stata la sua recente esperienza come presidente della Corte d’Appello di Firenze.

Margherita Cassano è figlia di Pietro Cassano, magistrato molto famoso a Firenze, presidente di tanti processi di terrorismo rosso e nero sia in Corte di Assise che in Corte di Assise di appello negli anni caldi della lotta armata. È stato lui a condannare Renato Curcio.

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