La Verkhovna Rada, il parlamento monocamerale dell’Ucraina, nella prossima sessione plenaria voterà sulle dimissioni del ministro della Difesa Oleksiy Reznikov. Al suo posto dovrebbe essere nominato il capo dell’Intelligence della Difesa ucraina, Kyrylo Budanov. A riportarlo è RBC-Ucraina. La richiesta è arrivata in particolare dai partner occidentali di Kyjiv, che pretendono maggiore trasparenza sull’uso dei fondi che arrivano nel Paese, destinati alla lotta contro l’invasore russo: conseguenza di uno scandalo per corruzione che a fine gennaio ha portato al licenziamento di diversi funzionari del ministero della Difesa.
Una fonte ha rivelato al Kyiv Independent che Reznikov potrebbe avere un altro incarico di governo, ad esempio ministro della Giustizia. Intanto, ieri, a Kharkiv due missili russi sono caduti nel centro cittadino e uno ha colpito un palazzo residenziale, mentre Bakhmut, nell’area orientale dell’Ucraina , è «sempre più isolata», come ha riferito l’intelligence britannica nel suo bollettino quotidiano sull’andamento del conflitto.
Proprio Reznikov ha sottolineato in conferenza stampa importanti sviluppi e prospettive per la guerra. Per il ministro, Mosca si prepara a una nuova offensiva entro fine mese, per marcare simbolicamente il primo anniversario dell’invasione.
Per questo, al di là dei casi di corruzione e di cambi al vertice dei ministeri, sarà importante remare tutti nella stessa direzione in difesa dell’Ucraina. «L’unica cosa che conta è cacciare l’invasore, riconquistare il terreno perduto. Fino alla Crimea? Certo sino ai confini internazionalmente riconosciuti», non oltre. «Ai nostri partner abbiamo garantito che non useremo i missili a lunga gittata o gli aeroplani che prima o poi ci daranno, per attaccare il suolo russo», dice Reznikov.
Importante, da questo punto di vista, avere la certezza che «la Nato ha capito che la Russia è un pericolo e continuerà ad aiutarci». Per Reznikov l’Ucraina è ormai de facto un Paese Nato: lo è in termini di armamenti, integrazione logistica, sistemi di comando e controllo. Manca solo il riconoscimento legale.
Per questo sarà cruciale continuare a rifornire di armi l’Ucraina, aggiornando gli aiuti in base alle necessità. «Nell’autunno del 2021, i nostri partner ci avvertirono dell’invasione e noi chiedemmo armi e sanzioni per bloccarla. Niente da fare, ci hanno risposto che le avremmo avute, ma solo a invasione avvenuta. È stato così e ringraziamo, ci hanno permesso di difenderci. Oggi si ripete lo stesso dilemma. Mosca sta preparando una grande offensiva entro febbraio. La forza aerea è necessaria. I russi attaccheranno e noi riceveremo gli aerei. Non so se gli F-16 o cos’altro, ma li avremo. Peccato che nel frattempo altre vite e città ucraine saranno state distrutte», ha detto Reznikov.
La prossima grande offensiva russa, nella previsione del ministro, verrebbe da «due direzioni principalmente, a est e a sud» e probabilmente sarà programmato per coincidere con il primo anniversario della guerra.