Con la chiusura del Noma, si è tornati a parlare di alta cucina e della sua sostenibilità – economica, sociale, ambientale. Tuttavia, anni di guida Michelin non hanno spento l’interrogativo: cosa serve ad un ristorante per ottenere la famosa Stella? Invece di affidarsi a risposte casuali, la Rossa ha deciso di collaborare alla costruzione di un videogioco che scioglie l’interrogativo. Dal 23 febbraio sarà disponibile “Chef Life: a Restaurant Simulator”. Realizzato da Nacon e Cyanide Studio, in collaborazione con la guida Michelin, vuole mettere alla prova gli aspiranti ristoratori con una sfida ai massimi livelli.
Come funziona Chef Life
L’obiettivo del giocatore è aprire il proprio locale da zero e farlo crescere, mettendo in campo un mix di competenze imprenditoriali e culinarie indispensabili per far prosperare l’attività e ambire al prestigioso titolo di ristorante stellato, ma anche alla targa di Bib Gourmand. In Chef Life, come nelle cucine stellate, la differenza la fanno i dettagli. Nulla può essere lasciato al caso: le ricette, il menù, l’impiattamento, la scelta della brigata, l’allestimento della cucina, l’arredamento del locale e, ovviamente, la selezione dei fornitori per assicurarsi le migliori materie prime.
«Chef Life è nato grazie al duro lavoro di Nacon e Cyanide Studio» ha spiegato Clara Colucci, responsabile della comunicazione della Guida Michelin. «Noi abbiamo collaborato a una parte specifica del gioco legata ai nostri valori, alla nostra metodologia e ai nostri criteri specifici, per garantire la pertinenza dell’esperienza».
Uno sguardo verso il futuro
Da sempre reticente, silenziosa e poco incline alla partecipazione mediatica, oggi Guida Michelin si apre dunque al mondo digitale, collaborando a un videogioco. Una svolta già scritta nel suo Dna. Infatti, come spiega Colucci: «Fin dalla sua nascita nel 1900, la guida Michelin ha sempre avuto il gusto dell’innovazione. È stato molto naturale per noi impegnarci in questi nuovi settori, soprattutto in un momento in cui la cucina è molto presente nelle case di tutti, grazie a programmi televisivi popolari come Top Chef, ad esempio. Questa tendenza generale ha creato una splendida vicinanza tra chef e foodies, e abbiamo pensato che potesse essere interessante interagire direttamente con loro grazie a un mezzo come il videogioco. È un’occasione per vivere un’esperienza unica e originale. Nacon e Cyanide Studio hanno sapientemente integrato i nostri valori storici, i nostri metodi specifici e le nostre esigenze nel gameplay. Siamo grati di poter accompagnare gli appassionati di cucina nella loro vita quotidiana con strumenti innovativi».
Come si ottengono le stelle Michelin (anche nella vita reale)
Qui vi avevamo raccontato tutti i criteri e le classificazioni legate alla Rossa. Sono validi anche in Chef Life. Come sottolinea Colucci: «La stella Michelin obbedisce a una metodologia molto specifica. La decisione di assegnare una stella è presa collegialmente dai nostri ispettori, notoriamente anonimi, che valutano i ristoranti seguendo i nostri cinque criteri universali: la qualità dei prodotti, la padronanza delle tecniche di cottura, l’armonia e l’equilibrio dei sapori, la personalità dello chef espressa nella cucina e la coerenza nel tempo e nell’insieme del menu. Ma l’unica ricetta da consigliare ai professionisti è che diano il meglio per soddisfare quotidianamente i loro ospiti e fargli vivere un’esperienza davvero speciale».
Vincere anche nella vita reale
Mentre l’alta ristorazione dimostra di essere sempre meno sostenibile economicamente, questo videogioco simula l’apertura di un locale da zero con l’ambizione di conseguire una o più stelle. Ma Chef Life non è un simulatore o uno strumento di formazione. «Il nostro obiettivo è far vedere le loro capacità e il loro duro lavoro quotidiano a un’ampia comunità di foodies. Se, grazie al nostro impegno nel condividere le migliori raccomandazioni di ristoranti in tutto il mondo e nel puntare i riflettori sui professionisti impegnati nel settore, potessimo creare un’emulazione intorno ai professionisti o addirittura stimolare i giovani ad abbracciare questi meravigliosi lavori, sarebbe qualcosa di cui andare davvero fieri».