Il 9 marzo si chiude la pratica delle iscrizioni al Partito democratico del 2022, con le adesioni legate al congresso appena finito. E subito si aprirà la possibilità di fare la nuova tessera del 2023. Ma già da ieri è aperto il tesseramento online, come annunciato dalla neo segretaria Elly Schlein nella trasmissione “Che Tempo che Fa”. E in appena 24 ore dalla riapertura, le nuove iscrizioni al Pd hanno sfiorato quota 4mila.
È «l’effetto Schlein», come lo chiamano in tanti. Mentre si prepara il rientro nel partito degli iscritti di Articolo Uno, i circoli del Pd sono pronti a stampare le nuove tessere. A partire dalla Bolognina, dove si è iscritta la stessa Schlein lo scorso dicembre. «Popolo delle primarie, entrate a far parte della comunità democratica», ha detto Schlein.
Bisogna capire se «l’effetto» ci sarà anche offline. Ma intanto in 24 ore quasi quattromila elettori si sono collegati al sito del partito e hanno firmato l’adesione online. Un entusiasmo testimoniato anche dalla crescita nei sondaggi, che segnalano tutti un balzo di due-tre punti rispetto alla settimana precedente, sopra il Movimento Cinque Stelle.
Ma per Schlein c’è da sbrigare ancora tutta la trattativa con l’ala riformista del partito in vista dell’assemblea di domenica 12 marzo. Il nodo è sempre lo stesso: il ruolo di Stefano Bonaccini. Il punto è se farà il presidente del Pd, come lui preferirebbe, oppure il vicesegretario, incarico che lo inchioderebbe alla linea decisa dalla leader.
È l’assemblea nazionale di domenica che stabilirà quali e quante posizioni saranno riservate ai sostenitori della mozione sconfitta ai gazebo. Bonaccini si è detto più volte pronto «a collaborare e a dare una mano». Dario Nardella, sindaco di Firenze, però spiega: «La nostra preoccupazione non è chiedere posti, ma far vivere le nostre idee e le nostre posizioni dentro il Partito democratico, questo significa essere pluralisti». Perciò, «attendiamo di capire quale può essere una soluzione che ci metta in condizione di lavorare insieme e al meglio possibile», ha detto Bonaccini. «Tocca a Elly avanzare un’eventuale proposta al sottoscritto. È lei la segretaria, ci mancherebbe altro, tuttavia è pur vero che noi abbiamo ricevuto quasi la metà dei voti degli elettori alle primarie e avevo vinto con la maggioranza assoluta tra gli iscritti».
Ma – scrive Repubblica – i riformisti sono in agitazione. E c’è un dubbio che li scuote. Ovvero il rischio di un esodo silenzioso di quanti temono uno spostamento del baricentro dem troppo a sinistra e non vedono di buonocchio l’abbraccio tra la neosegretaria e il grillino Giuseppe Conte. Oltre all’ex senatore renziano Andrea Marcucci, pure l’economista Carlo Cottarelli ha espresso forti perplessità. Scatenando l’immediata controffensiva di Italia Viva. «Del partito di Veltroni e Renzi non è rimasto più nulla», ha detto Ettore Rosato, «mi sembra che il Pd stia andando verso un’alleanza con il M5S e noi non staremo con loro». Carlo Calenda, tuttavia, tende la mano: «Non c’è una pregiudiziale contro Elly Schlein», precisa. «Se le battaglie sono giuste, come il salario minimo, si fanno insieme».