Il Premio Motherland è nato con l’intenzione di mettere in evidenza l’impegno delle donne nel settore enogastronomico e agroalimentare, aiutando l’impresa vincitrice a proseguire nel suo percorso di ricerca o di ottimizzazione dei risultati. Il bando di partecipazione è stato lanciato nell’ottobre 2022 da Eataly in partnership con Plenitude, società benefit di Eni, e con la collaborazione di Angels for Women, player di riferimento fondato da Axa Italia e Impact Hub SB e primo gruppo di Business Angels italiano dedicato al supporto dell’imprenditoria a leadership femminile.
In questa prima edizione si sono candidate 38 nuove imprese guidate da giovani donne, da otto diverse regioni italiane; il 47% delle partecipanti è impegnato su progettualità di prodotto, il 37% sulla tecnologia mentre il 16% sui servizi, tutte in campo agroalimentare. Sono state valutate da una giuria composta da professionisti con differenti competenze in ambito start up, corporate e ESG: Andrea Lippolis, founder & chief executive officer di VitaMeals; Julia Lopez Varela, co-founder di Ultrazul; Silvia Pugi, ESG executive – Business Angel; Stefania Quaini, managing director di A4W; Valentina Raffaelli, chef, designer e autrice; Sabrina Torti, head of partnership di Eataly.
Sono risultate tra le finaliste anche Komposta, con un progetto di compostiere elettromeccaniche per la trasformazione di rifiuti organici, e Biova, che studia e produce prodotti alimentari da invenduti e surplus di lavorazione alimentari, ma l’idea vincente è risultata quella portata da Greta Colombo Dugoni e Monica Ferro, ricercatrici nel settore chimico e co-founder di Bi-rex.
Questa start up si occupa infatti della produzione di carta usa e getta e di packaging partendo da materiale alimentare di scarto proveniente da agrumi, caffè, birra e così via, permettendo in questo modo di ridurre l’impiego di cellulosa proveniente dagli alberi. Con la stessa tecnologia è possibile ottenere dai gusci dei crostacei anche una pellicola simil plastica, che può essere utilizzata per prolungare la freschezza e durata di frutta e verdura, sempre in un’ottica di riduzione dello spreco alimentare, e che inoltre risulta completamente biodegradabile.
Spiega Monica Ferro: «Da un albero che impiega dieci anni a crescere si ottengono solo mille rotoli di carta igienica, il consumo standard di quattro persone in un anno. Il nostro fabbisogno di carta non è sostenibile, occorre trovare fonti alternative. Con il nostro processo brevettato partiamo da scarti della filiera alimentare, li processiamo e otteniamo cellulosa che può essere utilizzata nel mondo della carta per diverse applicazioni».
«Ci ha fatto piacere ricevere il Premio Motherland – racconta Greta Colombo Dugoni – e raccontare alla giuria il nostro progetto e il percorso per arrivare fin qui. Forse non era scontato che due laureate in chimica diventassero due imprenditrici ma il progetto ci ha travolto. Quando abbiamo ricevuto i primi riscontri dal mercato abbiamo iniziato a lavorare a tempo pieno per costruire la start up e creare i primi materiali e oggetti sostenibili».
«Siamo felici di premiare un progetto che le cui applicazioni finali possono essere strategiche anche per il nostro settore di competenza», commenta Sabrina Torti. «L’attenzione all’uso delle risorse e all’ambiente produce sfide che oggi si possono, finalmente, vincere. Le nuove generazioni, in questo caso di donne, sono una speranza!»
Le vincitrici concludono con un loro consiglio alle imprenditrici: «Non perdere l’entusiasmo, ricordarsi sempre l’idea originale e non mollare. Infine, ispirare le nuove generazioni».