Giorgio e ToniStranizza d’amuri, l’inno alla vita tra Eros e Thanatos ispirato al delitto di Giarre

Beppe Fiorello dirige con delicatezza e levità la storia d’amore di due giovani ragazzi, ispirandosi liberamente alla tragedia dei due giovani siciliani uccisi nel 1980 per il loro amore. Presto arriverà il documentario con la vera storia

LaPresse

Presentato in anteprima a Torino e a Milano, Stranizza d’amuri, esordio alla regia di Beppe Fiorello, è da ieri nelle sale cinematografiche. E chi l’ha visto, non potrà esimersi dall’ammettere d’esserne stato conquistato. È infatti uno di quei film che cattura da subito l’attenzione. Non solo per l’ambientazione in un paese della Sicilia del 1982 e per il drammatico intreccio d’amore omosessuale e di quasi inevitabile morte. Ma anche per la delicatezza e la levità di toni con cui Beppe Fiorello è riuscito a farne parte lo spettatore e la spettatrice. Stranizza d’amuri non è pertanto solo il racconto della tragica vicenda di Gianni e Nino, protagonisti della pellicola, ma anche, in un certo senso, la rappresentazione plastica dell’eterno duello tra Eros e Thanatos. La rappresentazione plastica dell’amore che uccide o per il quale si uccide, quando questo amore, come avveniva e può ancora avvenire se vissuto tra due persone dello stesso sesso, è socialmente riprovato.

È in quest’ottica che può comprendersi la vulgata ufficiale di film correlato al delitto di Giarre e liberamente ispirato alla tragedia dei due “ziti” (fidanzati in dialetto siciliano), Giorgio Agatino Giammona, 25 anni, e Toni Galatola, 15 anni, i cui corpi scarnificati furono ritrovati l’uno accanto all’altro la sera del 31 ottobre 1980.

Quel fatto di sangue sconvolse allora la pubblica opinione italiana, che per la prima volta veniva messa di fronte alla realtà di due ragazzi uccisi in ragione del loro amore e, dunque, portata da riconoscere l’esistenza dell’effettiva discriminazione verso le persone omosessuali. Dopo oltre 40 anni dal delitto se ne conoscono oggi più precisamente movente, circostanze, attori – a partire dall’individuazione dei due assassini, sia pur deceduti di tempo – grazie al lavoro d’inchiesta giornalistica de Il delitto di Giarre. 1980: un “caso insoluto” e le battaglie del movimento Lgbt+ in Italia (Rizzoli 2021): quello di Giarre può essere pertanto definito una sorta di “delitto d’onore”, maturato nell’ambito di una delle due famiglie per lavare nel sangue l’onta inaccettabile dell’omosessualità

Stranizza d’amuri va perciò considerato un film non già storico, ma profetico e paradigmatico. Un inno alla vita, come è stato giustamente definito. Al contempo, risollevando nuovo interesse su Giorgio e Toni, esso fa, in un certo senso, da apripista al documentario televisivo in due puntate su La vera storia del delitto di Giarre, che, attualmente in realizzazione e basato su materiale d’archivio, immagini di repertorio, interviste a parenti e amici dei due ziti come anche a figure storiche del mondo dell’attivismo Lgbt+ e della politica secondo l’indirizzo tracciato dal citato volume edito da Rizzoli, sarà trasmesso in giugno, mese del Pride.

In tal modo, commenta Paolo Patanè, giarrese di nascita, coordinatore dei Comuni Unesco della Sicilia ed ex presidente di Arcigay nazionale, «dopo oltre 40 lunghissimi anni quelle vite uccise due volte, dalla violenza prima e dal silenzio dopo, avranno voce chiara, autentica, forte. Senza infingimenti, senza pseudonimi, senza omissioni, trasposizioni e cautele. Con l’unica cosa che loro due ebbero e nessuno intorno e dopo di loro  per troppo tempo: il coraggio e la pretesa della verità».

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter