Partito o non partitoIl Terzo Polo sarà pure morto, ma la politica liberaldemocratica non sparirà

Oggi all’Auditorium Giorgio Gaber a Milano, alle 14.30, si terrà l’evento “Pensiero liberale e diritti della persona”. «La rottura tra Azione e Italia Viva non deve essere un freno alle nostre battaglie», dice a Linkiesta Ivan Scalfarotto

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La fine del Terzo Polo così come l’avevano immaginato inizialmente Matteo Renzi e Carlo Calenda non vuol dire che in Italia non si possa far politica secondo i valori liberal democratici. Certo, non ci sarà quel partito, quello che sarebbe nato dalla fusione di Azione e Italia Viva, ma in una politica sempre più polarizzata a destra e a sinistra c’è ancora spazio per una forza riformista, europeista, moderata, atlantista che si rispecchi nei valori liberal democratici, a partire dai diritti individuali. È su queste premesse che oggi si svolgerà la manifestazione “Pensiero liberale e diritti della persona”, in programma alle 14:30 all’Auditorium Giorgio Gaber in piazza Duca d’Aosta, a Milano.

«Il dibattito sulla formazione del partito è naufragato su questioni procedurali, burocratiche, sul contenitore e non sul contenuto, ma queste diatribe organizzative dovrebbero essere minori rispetto ai contenuti e ai valori che il Terzo Polo avrebbe dovuto promuovere», spiega Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva che coordina i lavori all’Auditorium Gaber al fianco di Lisa Noja. «Costruire un partito e iscriversi non vuol dire aderire a una lista di cose da fare, vuol dire trovare un luogo dell’anima, un luogo in cui si sta al fianco di gente che condivide la stessa visione del mondo, e noi saremo lì sabato per tracciare un po’ di quella visione».

L’evento era stato organizzato prima di questa settimana, da prima dei litigi e della rottura definitiva avvenuta negli ultimi giorni. Ma questo non deve essere un limite, perché «il fallimento delle strutture non implica che i grandi temi politici spariscano, quindi abbiamo deciso di confermare l’incontro: partito o non partito, vorremmo occuparci di politica. E il tema “pensiero liberale e diritto della persona” resta un tema affascinante, cruciale e strategico», aggiunge Scalfarotto, che proprio con Lisa Noja – e Maria Chiara Gadda, Luigi Marattin e Teresa Bellanova – era stato incluso nella commissione che avrebbe dovuto scrivere il manifesto del nuovo partito. Una commissione che non ha mai fatto in tempo a riunirsi, sintomo che la politica, in questa storia, non è mai stata davvero protagonista.

In fondo, il problema è tutto qui, perché «la verità è che sui contenuti poi andiamo d’accordo, tanto è vero che anche i gruppi parlamentari restano uniti», dice Scalfarotto, evidenziando però questo dettaglio come un’aggravante, perché vuol dire che la rottura è puramente formale «ed è anche il motivo per cui la manifestazione di oggi ha ancora senso e può ancora trasmettere il suo messaggio».

Quando parla di questioni burocratiche di statuti e di argomenti puramente organizzativi che hanno portato alla rottura del Terzo Polo, Ivan Scalfarotto fa riferimento ad esempio allo scioglimento dei due partiti: tra meno di due mesi, il 10 giugno, le assemblee di Azione e Italia Viva si sarebbero dovute riunire per decretare lo scioglimento dei vecchi partiti e la creazione del nuovo. Come ormai hanno capito tutti, una parte riteneva di dover procedere in primavera, altri volevano aspettare l’autunno per lo scioglimento definitivo. «È possibile far saltare un progetto politico così importante sulla base di un calendario, della distanza di poche settimane che passano tra giugno e ottobre?», dice ancora quasi sorpreso Scalfarotto. «Quando Calenda decise di rompere con Renzi per la decisione di Matteo di fare il governo con i Cinquestelle, io compresi la decisione, perché comunque indicava una differenza politica importante, nobile, rimarchevole: su una cosa del genere vale la pena rompere, ma se si rompe sul fatto che il congresso deve essere fatto dall’alto o dal basso, o sulle date, forse è davvero troppo poco».

A questo punto anche l’orizzonte delle elezioni europee del 2024, indicato da mesi come il promo banco di prova del Terzo Polo, appare un po’ più distante, forse anche più sfocato, perché non ci si arriverà con il partito unico. Ma allo stesso tempo Scalfarotto insiste sul fatto che non smetterà di portare avanti le battaglie che ritiene prioritarie e irrinunciabili: «A questo punto si può dire che il cartello con cui si arriverà alle elezioni è la cosa meno importante, quello poi si vedrà nei prossimi mesi».

La priorità ora è fare politica per parlare all’elettorato, ma parlare di contenuti. Soprattutto perché nell’Italia governata da una destra che non fa nemmeno finta di essere centrodestra, un’agenda sui diritti non c’è. È se c’è mira a restringerli. «Non possiamo accettare che l’Italia su questi temi sia sempre un passo indietro rispetto a Francia, Germania, Spagna, gli stessi Stati Uniti», dice Scalfarotto. Ne abbiamo avuto un esempio concreto nelle ultime settimane: diversi Stati membri dell’Unione europea – Germania e Francia su tutti – si sono opposti alle leggi omofobe promulgate dal governo ungherese di Viktor Orban, l’Italia non lo ha fatto. «Il ruolo dei liberal democratici è quello di fare in modo che su questi temi l’Italia somigli sempre più a Berlino e Parigi, e un po’ meno a Varsavia e Budapest».

Intanto, come ha scritto anche Francesco Cundari, il governo di Giorgia Meloni ha poco margine di manovra per rispettare gli impegni presi in campagna elettorale, così decide di combattere queste battaglie facendone un tema identitario e motivare il proprio elettorato. E probabilmente ricorrerà a questi stratagemmi più e più volte, dal momento che di risultati concreti la premier non ne vede. «L’opposizione deve comunque far politica, è a questo che servono appuntamenti come quello di oggi», dice Scalfarotto. «Se il governo dovesse restare in carica per cinque anni, o magari anche di più, noi non dovremmo fare politica per tutto questo tempo? È inaccettabile, io non ci sto, non rinuncio all’idea di fare politica anche se c’è la destra al governo».

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