Le virtù del microbiomaIl nostro corpo è pieno di batteri, ma la maggior parte sono buoni

In "Superbatteri", Paola Arosio e Fabrizio Pregliasco spiegano che questo insieme di microrganismi sono un’entità costante, in perpetuo movimento. Un corredo che ci accompagna fin dalla nascita e che si modifica nel corso della vita

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Delle migliaia di specie batteriche conosciute, solo un centinaio infrange le regole della pacifica convivenza, provocando malattie anche gravi. Tutti gli altri sono compagni fidati, amici gentili che abitano nel nostro organismo. Questi batteri “buoni” prendono il nome di microbiota, un termine reso popolare dal genetista Joshua Lederberg. Si stima che siano dieci volte più numerosi delle nostre cellule: un “bagaglio” che pesa circa un chilo e mezzo. Sono presenti ovunque: sulla pelle, nella bocca, nel naso, nella gola e soprattutto nell’intestino. Ogni grammo di quest’organo contiene circa 60 miliardi di batteri, dieci volte gli abitanti del pianeta, per un totale di oltre 500 specie. Basti pensare che, alcuni anni fa, gli scienziati hanno analizzato 60 ombelichi, identificando ben 2368 tipi di batteri. Non siamo soli, dunque, siamo un sé multiplo, una grande comunità.

Se è vero che condividiamo ben il 99,99 per cento del Dna con un altro essere umano, il nostro microbioma è simile a quello di un nostro amico o del nostro vicino di casa solo per il 10 per cento. Proprio come l’impronta digitale, è unico: non esistono due persone che condividono lo stesso microbioma, nemmeno i gemelli identici. In ragione di questa unicità, nel 2016 i ricercatori dell’Università di Chicago hanno realizzato un esperimento, descritto su Science, inscenando un falso furto con scasso. Hanno raccolto centinaia di tamponi sulla scena del crimine e hanno poi isolato il materiale microbico. Ciò ha permesso loro di concludere, correttamente, che uno dei sedicenti ladri beveva circa dieci bevande alcoliche alla settimana e che un altro assumeva farmaci per l’emicrania. Un giorno gli esperti potrebbero perfino essere in grado di utilizzare le impronte microbiche per individuare una persona che abbia commesso un crimine.

Unico, quindi, ma anche in continua evoluzione. Un corredo che ci accompagna fin dalla nascita e che si modifica nel corso della vita. Può cambiare con una stretta di mano, con uno spuntino, con l’assunzione di una medicina o semplicemente con il passare del tempo. Non è un’entità costante, ma una collezione di migliaia di specie, in perpetuo movimento, ventiquattro ore su ventiquattro.

Da “I superbatteri” di Paola Arosio e Fabrizio Pregliasco, Raffaello Cortina editore, 280 pagine, 23 euro