In prima pagina ha scelto di dare spazio a Luciano Spalletti e «al miracolo del Napoli». E poi accanto c’è il suo primo editoriale. Così Matteo Renzi, leader di Italia viva e neo direttore editoriale del “Riformista” (insieme ad Andrea Ruggieri, che sarà direttore responsabile), ha scelto di battezzare il primo numero del suo giornale dopo la direzione di Piero Sansonetti.
«Chi è il riformista?», si chiede Renzi. «Uno che non va di moda. Perché oggi funzionano i sovranisti a destra, gli estremisti a sinistra. E i populisti, ovunque. Nel tempo degli slogan, il riformista studia, propone, lotta. Poi sbaglia, cade, riparte. Ma sempre a viso aperto, sempre animato dalla passione per la realtà, non per l’ideologia».
Il tema di giornata sono le tasse. E se «la destra sogna la flat tax, la sinistra sogna la patrimoniale. Gli italiani, nel mezzo, vivono l’incubo di un fisco che è complicato prima che esoso. Il riformista chi è? Quello che, passo dopo passo, prova a ridurre le tasse, a semplificare le procedure, a cambiare le cose che si possono cambiare. Il riformista non fa il botto sui social, perché la flat tax e la patrimoniale esaltano le rispettive tifoserie. Ma non cambiano la vita delle persone».
«C’è bisogno di riformisti in Italia e in Europa. Persino quando i riformisti stessi non lo capiscono o si attardano a discutere tra di loro su questioni di terz’ordine», scrive Renzi riferendosi alla recente implosione del progetto del Terzo Polo con Carlo Calenda. «Dal buon risultato dei riformisti dipenderà molto delle alleanze europee nel 2024 e molto di come cambierà la politica italiana».
«Noi daremo spazio alle idee riformiste. Che vengano dagli amministratori del centrodestra o da Forza Italia (a proposito: un abbraccio e i migliori auguri a Silvio Berlusconi) o che siano espressioni del Pd che non si rassegna alla svolta radicale o del Terzo Polo. Ma anche le idee riformiste della società, del mondo dell’impresa, della rappresentanza, dell’associazionismo», annuncia. «Perché questo è il Riformista. Una casa aperta al confronto. Una palestra di idee. Un luogo di libertà. Ringrazio l’editore, Alfredo Romeo, soprattutto per credere e investire nell’informazione quando non lo fa più nessuno».
Poi conclude: «Chi ha paura del futuro è terrorizzato da ciò che potrà fare l’intelligenza artificiale. Io non riesco a vedere tutte le implicazioni che potrà provocare. Vedo però tutti i giorni le implicazioni che provoca la stupidità naturale, che mi fa molta più paura dell’intelligenza artificiale. E allora cerchiamo di fare del Riformista un luogo dove far crescere le intelligenze. Anche quelle naturali».