«Politiche di bilancio prudenti», con un calo del debito «continuo e credibile». Poi: riportare il deficit sotto il 3%, al più tardi entro il 2026, e contenere la spesa netta primaria, riducendo in particolare i sussidi contro il caro-energia. Ma soprattutto bisogna andare avanti «senza ritardi» con l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, «rafforzando la capacità amministrativa» per far sì che i soldi vengano spesi bene e senza intoppi.
Sono questi, secondo le anticipazioni, i punti cruciali delle raccomandazioni economiche della Commissione europea all’Italia che verranno pubblicate oggi. Il messaggio-chiave sarà dedicato al Pnrr. Pur senza entrare nei dettagli della trattativa sulla terza rata e della revisione annunciata dal governo italiano, l’esecutivo europeo chiederà di aumentare gli investimenti pubblici e di completare gli obiettivi senza ulteriori ritardi, facendo in modo che l’Italia possa assorbire nei tempi e nei modi previsti tutti i fondi.
Come ogni anno, una sezione delle raccomandazioni sarà dedicata alle riforme da portare a termine. Quelle previste dal Pnrr, ma non solo. Dovrebbero esserci riferimenti alle pensioni e agli interventi in ambito fiscale, in particolare sul costo del lavoro ancora troppo alto, ma anche alla necessità di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Dovrebbe poi trovare spazio un velato riferimento agli aspetti legati alla «integrazione regionale» che servirà per mandare un avvertimento indiretto sulla riforma dell’autonomia differenziata.
La Commissione inviterà l’Italia certamente ad «assicurare una politica di bilancio prudente». A fine anno verrà disattivata la clausola di salvaguardia che dall’inizio della pandemia ha sospeso l’applicazione del Patto di Stabilità. E in attesa di trovare un accordo sulla sua riforma, Bruxelles ha deciso di formulare le sue raccomandazioni tenendo conto dello «spirito» della riforma, che introdurrà percorsi di riduzione del debito pluriennali, negoziati bilateralmente tra la Commissione e i singoli governi. Per questo – spiega La Stampa – nel documento che verrà approvato oggi dal collegio dei commissari non ci saranno target quantitativi per la riduzione del debito, ma i Paesi come l’Italia saranno invitati a contenere la spesa primaria netta (ossia quella che non tiene conto degli interessi sul debito), ad assicurare una riduzione continua e credibile del debito nel medio-periodo e a portare il livello del deficit al di sotto del 3% entro la fine del periodo previsto dal programma di convergenza e stabilità, vale a dire entro il 2026, anno in cui il Def prevede di scendere al 2,5% del Pil.
Quest’anno il quadro economico dell’Italia è positivo, il Pil crescerà dell’1,2% e dell’1,1% nel 2024, secondo le previsioni macroeconomiche di primavera della Commissione su cui si basano le Raccomandazioni. Il debito è previsto scendere al 140,4% rispetto al 144,4% del 2022. Ma come aveva spiegato il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, il 15 maggio scorso in occasione della presentazione delle stime, è «fondamentale» il Pnrr: «Abbiamo indicato un contributo assumendo che i tempi degli obiettivi, quindi delle erogazioni, vengano rispettati pari al 2,5% nei 3 anni, che è molto consistente». È necessario dunque che non ci siano ritardi. La terza tranche da 19 miliardi è sotto la lente di ingrandimento della Commissione. I tecnici di Bruxelles stanno ancora controllando la documentazione.